giovedì 21 gennaio 2016

Acea ATO5:Posizione del PD provinciale di Frosinone su fusione e legge attuativa.

Partito Democratico Federazione di Frosinone
Sindaci PD e di area PD

Documento sulla gestione del servizio idrico Acea Ato 5 spa.


"L'acqua potabile è un diritto fondamentale, essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti i diritti dell’uomo."
Assemblea delle Nazioni Unite.

L’Impegno e l’attività politica senza populismi inutili, del PD, per una gestione funzionale rispetto alle tante criticità del gestore: Piano degli investimenti-Formalizzazione degli inadempimenti del gestore tramite la Sto- Messa in mora- Risoluzione
SI all’escussione del deposito cauzionale a fronte del mancato pagamento degli oneri Concessori

NO forte alla fusione Ato2-Ato5

SI alla rapida attuazione della Legge Regionale 5 Acqua Bene Comune

Il Partito Democratico, i Sindaci PD e i sindaci che si rifanno ad un area politica vicina al nostro partito, da sempre impegnati nel garantire un servizio idrico efficiente, ritengono utile chiarire la propria posizione politica per evitare interpretazioni populiste e strumentali a cui si assiste in questi giorni.
Il 27.06.2003 veniva stipulata la convenzione per l’affidamento, per la durata di anni trenta, della gestione del servizio idrico integrato dell’Ato 5 – Lazio Meridionale ad Acea Ato 5 Spa dopo una gara europea. Successivamente, sono sorti diversi problemi tra il gestore e gli enti del territorio, tra cui, la mancata adesione all'ambito di alcuni comuni, il mancato adeguamento tariffario e vari problemi relativi alla funzionalità del servizio ed alla realizzazione degli investimenti che hanno rallentato e complicato l'adeguamento del piano d'ambito.
Negli anni di gestione dell’Acea ATO 5 si sono registrate e si registrano tutt’ora, con riferimento a tutto il territorio  provinciale, carenze d’acqua, perdite e disservizi vari ed insoddisfazione per  gli investimenti effettuati. 

Riteniamo non più prorogabile intraprendere un percorso di tutela dei nostri cittadini specificando che già dal 2014 ci sono stati atti formali di contestazioni e di azione politica su tale tema e nel marzo del 2015, riprendendo quanto già approvato all'unanimità nel 2011, 49 sindaci, primo firmatario Giuseppe Moretti, hanno firmato e votato un documento che segnava in maniera puntuale le questioni relative alla riscossione degli arretrati pregressi, ai disservizi, alla bollettazione ed ai mancati investimenti, questioni che tutt'ora sono al vaglio della STO, alla quale chiediamo di verificare rapidamente, come è nelle sue competenze, la capacità del gestore di soddisfare gli enti e quindi i cittadini.
Bisogna analizzare gli atti partendo dalla Convenzione, un contratto che come in ogni altro caso ha specifiche clausole e contiene indicazioni sulle procedure da seguire. Per poter contestare il servizio offerto dal gestore occorre prima avere una tariffa – e tutti siamo a conoscenza dei fatti che hanno portato alla definizione della stessa – e soprattutto approvare il Piano degli Investimenti, come è stato fatto nella Conferenza dei Sindaci dello scorso maggio, dopo anni di rinvii. Oggi con questi due passaggi, e attenendoci a quanto recita la Convenzione, possiamo passare alla fase successiva. 
La Consulta d’Ambito, su proposta dei sindaci del Pd, nella seduta del 14 gennaio scorso, ha richiesto alla STO (StrutturaTecnico Operativa) di formalizzare entro il 28 gennaio l’elenco degli inadempimenti del gestore per poi avviare le procedure di risoluzione del contratto mediante la messa in mora. Il percorso seguito è interamente indicato dalla Convenzione all'art. 34.
Con questo percorso potremo dare forza alla nostra battaglia ed evitare altre spese a carico dei cittadini, come quelle legali sostenute nel passato e costate alla collettività circa due milioni di euro, a fronte di zero risultati. Oggi, semplicemente rispettando quanto contenuto nella Convenzione e senza ulteriori costi, siamo in grado di poterci opporre ai disservizi del Gestore.

Se questi passaggi fossero stati fatti precedentemente, soprattutto da chi era deputato a farlo, non ci troveremmo a questo punto. Avere un servizio idrico funzionale è l’obiettivo che vogliamo perseguire, per il quale è utile il contributo di tutti, Istituzioni, Associazioni e Comitati.
Per onor di cronaca è utile ricordare che tentativi di risoluzione del contratto sono stati più volte annunciati e mai realmente intrapresi da chi è abituato ad urlare senza produrre poi soluzioni concrete.
 Per quanto riguarda la vicenda delle partite pregresse 2006-2011, l’ammontare dei conguagli è stato determinato dal Commissario ad acta nel limite massimo di 75,18 milioni di euro, al netto delle penali per 9,312 milioni di euro che lo stesso Commissario ha inteso applicare all’Acea Ato 5 spa. E’ stato prodotto ricorso verso tale provvedimento ed abbiamo avuto torto nei primi due gradi di giudizio. Ora  siamo in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato.  A tal proposito,  ci preme comunque  evidenziare che si è arrivati  a tale situazione per mancanza di iniziativa e prontezza nel fissare la tariffa da parte di alcuni sindaci. Infatti, nell’assemblea dei Sindaci veniva quasi sempre a mancare la presenza del numero legale per votare, così come previsto dal Contratto vigente, l’adeguamento della tariffa. Tutto ciò, a causa di una campagna denigratoria condotta nei confronti dei primi cittadini da chi continuava e continua a far credere ai cittadini che votare l’adeguamento di tariffa sia come votare “l’aumento”!!! E’ un’ignobile bugia che avvantaggia Acea Ato 5, la quale è ben lieta, in assenza del deliberato dei Sindaci, di rivolgersi ad un commissario ad acta per farsi approvare, come già è avvenuto per l’arco temporale 2006-2011, adeguamenti di tariffa per lei vantaggiosi.
Quanto all'accorpamento della Società Acea- Ato5 in Acea-Ato2, si tratta di una decisione che riguarda la struttura societaria. Anche in questo caso è la Convenzione che ci guida: in base all’art. 29, la Consulta d’Ambito ha chiesto un parere alla STO per capire gli effetti di questa fusione sul servizio, in particolare sulla verifica del permanere delle garanzie tecniche, economiche e finanziarie. Quindi l’unica competenza della Consulta rispetto alla procedura di fusione è quella di esprimere un parere seppur non vincolante. Rispetto ai tempi per evitare che cada nel silenzio assenso, ai sensi del comma 4, art. 29 della Convenzione, l’Ato 5 ha a disposizione 60 giorni e non 30 giorni come per l’Ato2. Una fusione a freddo, senza condivisione, e verso la quale ci sentiamo di esprimere non solo forte contrarietà ma anche sgomento per come è evoluta la discussione, che produrrà sicuramente maggiori disagi in termini di funzionalità e di costi visto il vastissimo e variegato territorio.

Il nostro interesse è sempre stato quello di agire a favore della comunità attraverso gli strumenti della legalità e del diritto, senza proclami strumentali per evitare che, in assenza di garanzie sul futuro, all'indomani della risoluzione del Contratto con Acea ATO 5, i cittadini si trovino a pagare debiti pregressi come già accaduto ad esempio, con il Consorzio degli Aurunci. 
Riteniamo che in una fase delicata come questa sia opportuno garantire il concreto funzionamento dell’OTUC (Organismi di Tutela degli Utenti e dei Consumatori) di Frosinone e intimare all’Acea Ato 5 Spa di cooperare al buon funzionamento del medesimo; pretendere dall’Acea Ato 5 Spa il puntuale recapito delle bollette, riducendo al minimo i disagi fino ad ora patiti dai cittadini, nonché pretendere il rispetto della trasparenza e privacy in tutta la gestione e fatturazione; seguire il rimborso della Determina del Commissario ad acta del 19 dicembre 2014 nominato in esecuzione del Tar Lazio, sede di Latina Sez. Prima n. 822 del 2012 dove l’Acea dovrà rimborsare 3,5 milioni di euro a 27mila utenze ciociare che  per il periodo intercorrente 16 ottobre 2013 e il 15 ottobre 2008 che hanno pagato il servizio di depurazione senza che quest’ultimo fosse attivo; 
Fermo restando quanto già sottolineato in precedenza, riteniamo di dover:
-  intraprendere nei confronti del Gestore tutte le iniziative ritenute necessarie a tutela della ragioni dell’A.A.T.O; 
-  avviare un tavolo tecnico con la Regione Lazio relativamente al Piano straordinario di risanamento delle risorse idriche ed individuare di concerto con tutti i soggetti coinvolti un percorso per far fronte alla programmazione ed attuazione degli interventi oggetto di finanziamento regionale.
- procedere immediatamente all’escussione del deposito cauzionale a fronte del mancato pagamento da parte del Gestore degli oneri concessionari dovuti;
Riponiamo molta fiducia nella piena attuazione della Legge Regionale N.5 2014 che condividiamo in toto in “ conformità ai principi costituzionali e comunitari ed in ossequio alla volontà popolare espressa nel referendum del 2011 detta, nel rispetto dei principi di cui alla legislazione statale in materia, le disposizioni con cui deve essere governato il patrimonio idrico della Regione, ferma restando la proprietà pubblica delle reti idriche, promuovendo l’uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica, in quanto bene pubblico primario e fattore fondamentale di civiltà e di sviluppo, secondo principi di solidarietà e in funzione di obiettivi di salvaguardia dei diritti della comunità regionale e promuovendo la salvaguardia dell’approvvigionamento idrico dei soggetti socialmente ed economicamente svantaggiati o residenti in zone territorialmente svantaggiate A tale scopo, la presente legge si prefigge l’obiettivo di favorire le condizioni per la definizione e lo sviluppo di un governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. “

Frosinone, lì 20 Gennaio 2016.



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