lunedì 25 gennaio 2016

Il cammino di Hamdan

Luciano Granieri



Il cammino di Hamdan,   il libro che descrive la storia di Hamdan Jewe’i,  è un affresco sullo straordinario   percorso di liberazione  compiuto da un ragazzo palestinese, imprigionato sin dalla nascita, da muri, porte sbarrate , steccati, filo spinato. Barriere che è riuscito ad abbattere, una ad una, fino a e liberarsi verso  il sole, verso il mare, verso gli altri. Una strada, quella percorsa da Hamdan, spesso cruda e dolorosa, affrontata con determinazione, seguendo come stelle polari  l' insaziabile voglia di  conoscere persone e luoghi, la volontà di condividere gioie  dolori, la strenua difesa dei diritti dei più deboli,  perseguendo   la pace e  la non violenza. 

L’autrice de “Il cammino di Hamdan” (edizioni Lu.Ce) è Franca Dumano.  Nel testo, la cui prefazione è redatta da Luisa Morgantini,già vice presidente del Parlamento Europeo,  la Dumano dialoga con lo stesso Hamdan e con lui riesce mirabilmente a raccontare una   storia di speranza. Traspare immediatamente  come Franca ed Hamdan siano in perfetta sintonia, possiedano una sensibilità emotiva, verso luoghi e narrazioni, che li accomuna nel descrivere lucidamente ogni minima emozione suscitata dal colori del mare, del tramonto,  o anche dal  semplice vociare di un bimbo sulla spiaggia.  Tale sintonia rende ancora più  potente e significativo  il racconto della vita di Hamdan.  

Hamdan Jewe’i  è nato nel 1967 nella  Palestina occupata da Israele. Con la sua famiglia, viveva nel campo profughi di Deisha alla periferia di Betlemme. Il campo, smantellato dopo gli accordi di Oslo, era delimitato da un filo spinato alto 7 metri con una sola entrata ed una sola uscita. Quella reclusione a cielo aperto, conteneva l’altra prigione di Hamdan. La stanzetta in cui è rimasto rinchiuso fino a 12 anni a causa della sua malattia e disabilità. Infatti per le famiglie palestinesi, un figlio disabile è una sciagura, uno stigma da occultare alla comunità. Nemmeno il vicino di casa di Hamdan sapeva dell’esistenza del ragazzo internato nella sua stanza di sofferenza. 

Eppure  ci si può liberare dagli steccati anche se afflitti dal dolore lancinante della malattia. Il desiderio irraggiungibile  di vedere quel mondo che a stento percepiva dalle mura della sua cella casalinga, ma che immaginava essere bellissimo, prima lo ha portato a tentare il suicidio, poi gli ha dato la forza di liberarsi.  A 12 anni la fuga da quella reclusione  che  ne celava l’esistenza, poi è iniziata la lunga strada per evadere dalla prigione più grande: la sua terra occupata dagli Israeliani. Ad esse si è accompagnato il tentativo di liberarsi dalla camicia di forza della malattia che gli impediva di camminare. 

Da allora Hamdan di strada ne ha fatta molta. Attivista in associazioni non governative in difesa dei diritti dei disabili, ha girato l’Europa e soprattutto l’Italia,  portando la sua testimonianza di libertà e speranza. Grazie alla sua determinazione nella difesa dei diritti, dei disabili, del popolo palestinese,  e di tutti i discriminati, Hamdan ha incontrato molti compagni di strada,  amici fraterni,  maestri di vita, i quali si sono occupati di lui , si sono adoperati nel  curarlo, e da lui sono stati curati grazie ai medicamenti della sua voglia di pace e  forza d’animo . 

Si è sottoposto a dolorosi interventi chirurgici e ricoveri in ospedale sempre più complicati, vista l’estrema difficoltà di uscire dai territori occupati. Oggi Hamdan, riesce a camminare con le stampelle, è tornato nella terra che lo imprigionava e lo imprigiona tutt’ora,  Betlemme. Ma proprio da Betlemme Hamdan lancia la sua potente testimonianza sulle nefaste conseguenze dell’occupazione israeliana. Svolge la professione di guida turistica,  fa toccare con mano ai visitatori la vita nei   campi  profughi,  ad  Aida, per esempio, o a Deisha  dove, nonostante la crudezza dell’occupazione israeliana arrivi a razionare l’acqua, la vita continua nelle scuole, in  teatri e spazi per bambini del centro La Fenice.  Oppure illustra la magnificenza dei  siti archeologici di Jericho un’antichissima città fortificata con oltre 7.000 anni di storia. 

E’ un lavoro faticoso, e doloroso in particolar modo per chi ha difficoltà a camminare, ma indispensabile per far conoscere le tristi bellezze di quella terra.   Fortunatamente i tanti amici di Hamdan sono riusciti a finanziare l’acquisto di uno scooter assistito. Un mezzo fondamentale per lui e per il suo lavoro , che gli consente di guidare i turisti, senza subire atroci sofferenze. 

Certo Hamdan’ avrebbe bisogno di proseguire le sue cure, per cercare di alleviare ulteriormente le sofferenze che il suo stato gli provoca. E’ questo il cruccio di Franca Dumano. Franca vorrebbe che Hamdan tornasse a curarsi, ma purtroppo un numero infinito di difficoltà, fra cui  la complessità di  uscire dalla Palestina  e i costi ingenti,  lo impediscono. "Il cammino di Hamdan" è un libro bellissimo, si legge tutto d'un fiato e lascia aperta le mente a miriadi di riflessioni. Ringrazio  Franca e Hamdan per aver descritto   in queste pagine, come la vita tormentata, ma per certi versi serena,  di un uomo possa  curare le nostre, in fondo risibili, sofferenze procurate dalla piatta routine quotidiana.
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Il video che segue descrive l'attività dell'associazione:

LIGHTING CANDLES ORGANIZATION FOR YOUGSTER. Organizzazione  fondata da Hamdan per la tutela dei giovani disabili. Nello specifico Hamdan ci parla della condizione dei giovani disabili in Palestina.

       

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