mercoledì 6 aprile 2016

Ecco chi sono i veri evasori fiscali

Luciano Granieri


L’evasione fiscale in Italia ammonta a circa 122 miliardi l’anno circa. La lotta a questa piaga  è terreno su cui si sono cimentati e si cimentano i governi fin qui  succedutisi negli ultimi decenni alla guida del Paese, ma mai nessuno è riuscito nell’impresa di sconfiggere tale conclamata ruberia ed ingiustizia. 

La difficoltà maggiore è individuare gli evasori, soggetti smaliziati e sfuggenti. Ebbene noi di Aut, siamo riusciti finalmente a smascherare questi maramaldi. Potrà sorprendervi ma gli evasori più incalliti non sono gli speculatori finanziari, né coloro i quali redigono dichiarazioni dei redditi smaccatamente false. Non sono i mega imprenditori che denunciano dei guadagni nettamente inferiori ai propri dipendenti, né coloro i quali allocano le loro ingenti accumulazioni nei paradisi fiscali. 

Udite udite!  I veri evasori fiscali, i più spietati sono i disoccupati. O meglio i licenziati che hanno percepito il sussidio di disoccupazione. Questi sciamannati non si preoccupano se le prestazioni contributive loro erogate dall’Inps,  siano sufficienti a completare il recupero delle ritenute fiscali. Se ne fregano,  incuranti del fatto che,  a causa di tale  imperdonabile e colpevole manchevolezza l’evasione fiscale è arrivata al 7,5% del Pil. 

Fortunatamente l’istituto guidato da Boeri ha l’occhio vigile, meglio della pur scrupolosa guardia di finanza, per cui questi delinquenti sono stati smascherati. Siamo in grado di produrre la documentazione per cui uno spietato contribuente, sconosciuto al mondo del lavoro, ma  non al fisco, per l’anno 2014 è riuscito ad evadere somme stratosferiche esattamente:  0,08 euro di Irpef, 0,01 euro di addizionale regionale.  Ancora il gaglioffo ha evaso 29,62 euro di saldo per l’addizionale comunale e 23,69 euro relative all’acconto addizionale  comunale per il 2015. Anche se il fellone nel 2015 non ha percepito più il sussidio di disoccupazione, e dunque non era materialmente in possesso di un reddito per versare qualsivoglia acconto, il dovere di contribuente doveva essere assolto, magari andando a chiedere l’elemosina, rilasciando la fattura all’occasionale benefattore, s’intende.  Si sa l’elemosina a nero è reato. 

Sembra una boutade ma quanto descritto  non è uno scherzo, è crudelmente vero  e la documentazione che segue lo dimostra. Questa vergognosa vicenda fa emergere la spietatezza, la cattiveria con cui la classe dominante, composta  dagli speculatori e dai loro fedeli scudieri politici, tratta i più poveri e i più deboli. E’ profondamente immorale contare i peli sul culo ai disoccupati che stanno  percependo un misero  sussidio di disoccupazione,  raschiando il barile per ricavarne pochi spiccioli, e nel contempo, aumentare la quota d’uso del denaro contante da 1.000 a 3.000, non considerare punibile penalmente chi commette reati fiscali per un importo inferiore al 3% dell’imponibile. In realtà questa è la legge del più forte. La legge dei paladini dell’accumulazione finanziaria , vincitori della lotta di classe, i quali non fanno prigionieri, ma vogliono umiliare e sterminare defintivamente l’orrendo nemico.  














































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