Il Segretario
PRC-SE Paolo Ceccano
La Conferenza dei
Sindaci dell’Autorità dell’ATO n. 5 di Frosinone (A.A.T.O.), con l’adozione
della
Delibera n. 2 del
18/02/2016 ha dato avvio alla procedura di risoluzione contrattuale con il
gestore del servizio idrico, fissando in 180 giorni il termine entro il quale
l’Acea dovrà provvedere a sanare le inadempienze contestate, per evitare la
risoluzione della Convenzione di gestione.
Con tale delibera,
carente e contraddittoria sotto molti aspetti, la Conferenza ha nel contempo
respinta quella proposta da un gruppo minoritario di sindaci della Provincia e
sostenuta dal Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone,
ingenerando il sospetto di una finta risoluzione contrattuale da dare in pasto
ai cittadini, per motivi tattici ed elettoralistici.
Si deve sottolineare,
però, che proprio per questo la formale messa in mora di Acea riveste un
particolare significato politico e rappresenta un indubbio successo della lotta
condotta dai Comitati Acqua Pubblica, perché per la prima volta tutti i Sindaci
schierati da oltre un decennio con Acea, hanno dovuto adottare un atto che
comunque riconosce le gravi irregolarità e le reiterate inadempienze del
gestore idrico, da loro sempre negate o ignorate fino alla Conferenza del 18
febbraio.
Ora si tratta di non
far passare inutilmente questi 180 giorni, molto generosamente concessi ad Acea
dalla Conferenza dei Sindaci, per poter arrivare finalmente al traguardo della
risoluzione contrattuale e rendere possibile la gestione pubblica del servizio
idrico, nel rispetto dell’esito del referendum del giugno 2011.
Innanzitutto, occorre
impegnarsi per bloccare e contrastare le manovre in atto volte a salvaguardare
la gestione Acea e a lasciare le cose come stanno.
E’ necessario, perciò,
opporsi con forza all’approvazione di ulteriori aumenti tariffari, che il
Presidente Pompeo e la Segreteria Tecnico Operativa (S.T.O.) sembrano
incredibilmente intenzionati a proporre, proprio durante il periodo di messa in
mora dell’Acea, la quale è morosa nei
confronti dei cittadini utenti, che hanno diritto ai rimborsi per i mancati
investimenti, la pessima qualità del sevizio, le bollette gonfiate e i
conguagli illegittimi.
Oltretutto è in atto
il tentativo di far approvare dall’Assemblea dei Sindaci entro il 30 aprile,
insieme alle tariffe 2016/2019, anche la nuova convenzione di gestione, secondo
lo schema tipo predisposto dall’ AEGSI (Autorità per l’Energia, il Gas e il Servizio
Idrico) con delibera del 23 dicembre.
Come dire che non si
vuole cambiare nulla .
E’ giunto il momento,
invece, di andare fino in fondo sulla strada della risoluzione contrattuale per
colpa del gestore; anche a tal fine è indispensabile, inoltre, che i partiti e
i Sindaci che intendono effettivamente tutelare gli interessi dei cittadini e
dei Comuni, si attivino per ottenere le dimissioni dei dirigenti della S.T.O.,
la struttura tecnica dell’Autorità d’Ambito che avrebbe dovuto vigilare
sull’operato del gestore e che invece è stata vergognosamente complice di Acea
Ato 5 SpA, omettendo d’intervenire contro i suoi comportamenti illegittimi (come
per esempio i distacchi dei contatori o la loro sostituzione in assenza e
all’insaputa degli utenti) e avallando ogni sua iniziativa e pretesa di aumenti
tariffari.
Sulla
vertenza Acea bisogna incalzare i candidati sindaci per costringerli a dire chiaramente
da che parte stanno: con i cittadini o con una società privata che sta facendo affari d’oro
sull’acqua, in spregio dei loro diritti e dell’interesse pubblico generale.
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