giovedì 28 aprile 2016

Mercato criminale

Luciano Granieri

Un medicinale salvavita come il Sintrom non è  disponibile nella farmacie. L’Aifa  (Agenzia Italiana per il farmaco) ha comunicato che la distribuzione riprenderà per il 6 maggio. Ma per ora chi ne è sprovvisto va incontro rischi seri per la propria salute.  Il Sintrom  è  un anticoagulante orale che si assume per fluidificare il sangue e renderlo meno incline alla formazione di coaguli, riducendo così il rischio della formazione di trombi. I malati che devono assumere il medicinale  sono affetti da tutta una serie di patologie cardiocircolatorie  gravi, fra cui, trombosi venose profonde o fibrillazioni atriali. 

La terapia dura per tutta le vita.  I  pazienti anticoagulati sono in serio e allarme  perchè,  pur esistendo  farmaci simili,  per la loro somministrazione sono necessari  esami di compatibilità e non è   certo che tutti possano assumere tali medicinali  senza subire pericolose controindicazioni. Una situazione drammatica dunque. 

Ma perchè un farmaco così essenziale per la vita non è disponibile? Sembra   si tratti come al solito di una sporca storia di soldi. L’Acenocumarolo, il principio attivo del Sintrom,è una molecola complessa, ma  si ottiene in  laboratorio con un procedimento non particolarmente costoso. Il che consente la vendita del Sintrom ai vari sistemi sanitari nazionali a prezzi bassi, tali da non consentire importanti margini di profitto. E’ ipotizzabile dunque che per questo motivo la Novartis, casa che distribuisce il Sintrom, abbia ceduto il farmaco ad società lussemburghese la quale ancora non è in grado di garantirne la produzione in modo regolare e sufficiente a soddisfare le richieste. 

Resta poi  da verificare  come  la stessa casa lussemburghese si regolerà per la distribuzione, concedendo  magari priorità a quei sistemi sanitari disposti a pagare maggiormente una specialità medicinale  che se, come detto,   assicura la vita a molti pazienti, non è altrettanto salutare per i profitti degli azionisti.  

In buona sostanza, qualora  tutto ciò fosse confermato, si sarebbe proceduto alla dismissione di un asset (la sostituzione del termine “medicinale “con “asset” ci sta  tutta) poco remunerativo senza minimamente curarsi di quei pazienti che legano alle proprietà terapeutiche del Sintrom  la loro sopravvivenza. 

E’ odioso e criminale tutto ciò, ma non c’è di che  stupirsi. Non sarebbe la prima volte, nè sarà l’ultima, che il profitto finanziario è predominante rispetto alla vita delle persone. Quando dalle colonne di questo blog, continuiamo a denunciare la criminalità del sistema liberista, non è per mania di persecuzione o per profonda sindrome comunista, è semplicemente perchè spesso ci si imbatte in casi di "mercato criminale". La vicenda del Sintrom, se accertata,  potrebbe accrescere la pur cospicua casistica che avvelena le nostre vite. 

Respirare, dissetarsi, curarsi, nutrirsi,  cioè usufruire di quegli elementi indispensabili alla sopravvivenza, sarà sempre più difficile senza pagare tangenti al mercato. E’ un triste ineluttabile destino, perchè accettato con rassegnazione anche da chi lo subisce.  Sarebbe auspicabile, quanto necessario, cominciare proprio dal convincere i rassegnati che un altro modo di vivere è possibile e con loro iniziare la lotta, per una conquista molto semplice: il diritto di vivere anzichè scomparire.

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