Il segretario Provinciale PRC-SE Paolo Ceccano
RENZI LA SMETTA DI FARE PROMESSE,
GIULIA NON DECOLLA E PER GLI OPERAI SOLO CASSA INTEGRAZIONE E PRECARITA’. LE
ISTITUZIONI FACCIANO SQUADRA PER FERMARE IL DRAMMA DEL LAVORO IN PROVINCIA DI
FROSINONE.
Nello stabilimento FCA di
Piedimonte SG si consuma ancora una volta la messinscena degli annunci.
L’esultanza irradiata dal Quirinale e da palazzo Chigi per l’avvio della
produzione della Giulia Alfa Romeo, non corrisponde a quelle che erano le
aspettative per l’incremento dell’occupazione etanto entusiasmo in realtà nasconde,
in questo stabilimento,l’ennesimo dramma per il lavoro.
L’assunzione di operai e tecnici,
quale conseguenza dell’avvio della nuova produzione, si è risolta, da parte
della dirigenza aziendale, con una dichiarazione di 1763 esuberi su 3800
dipendenti: orario tagliato, stipendi ridotti per tutti.Per evitare i
licenziamenti sono scattati i contratti di solidarietà, che significa fare
incancrenire il lavoro precario.L’attività dell’indotto ovviamente non riparte
e questo implica che le cifre negative per l’occupazione si amplificano.
Eppure le linee sono
sottoutilizzate producendo soltanto 100 vetture al giorno anziché le 480
potenzialmente realizzabili. E ancora, il mercato sta crescendo per cui
l’offerta di auto deve essere aumentata.
Qual è allora il motivo che
induce Marchionne a trasformare quella che doveva essere un’opportunità per il
lavoro in un nuovo tracollo? Che succederà con la nuova prevista produzione del
Suv Stelvio?
Questa domanda il PRC la pone
all’intero paese, alle forze politiche, ai sindacati, alle amministrazioni
locali della provincia, ai candidati a sindaco di questa tornata
amministrativa. Questo tema deve essere centrale per la provincia di Frosinone,
nella campagna elettorale che coinvolge ogni singola città. Nessuno si può
permettere di sorvolare su questa questione facendo finta di parlare d’altro.
Il PRC interrogherà puntualmente
ogni candidato a sindaco in merito al
problema del lavoro in FCA di Piedimonte SG, perché, date le premesse, la
risposta non è tecnica-economica ma solo esclusivamente politica, di volontà di
indicare gli indirizzi delle amministrazioni locali a rendere il lavoro una
conclamata urgenza. Chiamare dunque l’impresa a rispondere di tanta
incongruenza. Questo è il compito della politica qui ed ora!
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