venerdì 10 giugno 2016

E il compagno Conte esclamò: Renzi chi?

Luciano Granieri


Il 2 giugno scorso, presso l’associazione culturale”Oltre l’Occidente, Roberto Salvatori ha presentato il suo secondo libro dedicato alla resistenza a sud di Roma e in Ciociaria  . Nel testo, pubblicato  per l’edizioni Annales,  dal titolo : Enrico Giannetti, gli ideali di una vita, Salvatori descrive l’attività di Enrico Giannetti, partigiano di Paliano, coordinatore delle bande partigiane attive in Ciociaria e dirigente provinciale del Partito Comunista durante il periodo bellico e nel dopoguerra. 

La presentazione del libro  ha costituito   una parte importante di un evento  organizzato da diverse associazioni, fra cui Aut-Frosinone, Osservatorio Peppino Impastato, Oltre l’Occidente, Uno e Tre sito web, Confederazione COBAS, Anpi Provinciale, nel quale si è analizzato il percorso storico che ha portato dalla resistenza alla proclamazione della Repubblica, alla promulgazione della Costituzione. Una particolare attenzione è stata riservata al processo storico avvenuto nella nostra Provincia.

 Con Salvatori ne hanno parlato Francesco Notarcola, presidente dell’Osservatorio Peppino Impastato, lo storico Maurizio Federico e lo scrittore Angelino Loffredi.  Ne è scaturito un dialogo, che ha svelato l’esistenza e la tenace attività di straordinari personaggi della nostra terra. Oltre che il partigiano Enrico Giannetti, incredibili sono state le gesta dei sette fratelli Pallone di Sgurgola, 6 comunisti ed un anarchico, i quali, sparsi per il mondo a seguito della persecuzione fascista, hanno tenuto un rapporto epistolare, in cui si discettava esclusivamente di teorie politiche, di differenza fra comunismo, comunitarismo e anarchia, tralasciando completamente implicazioni personali del tutto normali negli scambi epistolari  fra fratelli, ma non per i fratelli Pallone. Uno di loro Alberto, ha partecipato alla guerra civile in Spagna nel 5° reggimento, ha partecipato alla resistenza  armato del suo fedelissimo bombardino, uno strumento musicale simile alla tromba. 

Un altro personaggio particolare è stato il compagno Conte di Sora, che, presto scappato in Francia, e  anch’egli combattente in Spagna, confinato a Ventotene, come Giannetti, tornò a Frosinone non parlando una parola d’Italiano ma uno slang franco-spagnolo.  Fatto che gli impedì, nonostante la sua importante storia di combattente, di candidarsi alle elezioni del ’46. Abbiamo appreso  quali siano state le implicazioni politiche nella nostra Provincia, dopo la liberazione e dopo il referendum del 2 giugno. 

E’ stato curioso apprendere come nella tornata elettorale del ’48 il Partito Comunista ottenne un numero di voti  addirittura inferiore agli iscritti al circolo cittadino.  Ne è scaturita una narrazione affascinante, un quadro esauriente e completo di come gli eventi della resistenza e della liberazione abbiano influenzato la popolazione  della nostra Provincia.  E’ stato un modo  straordinario di festeggiare il 2 giugno, una di quelle ricorrenze, come il 25 aprile, il primo maggio ultimamente snobbate e svuotate dei loro valori fondamentali che si racchiudono nell’art.1 della Costituzione: L’Italia è una Repubblica (2 giugno) democratica (25 aprile) fondata sul lavoro (1 maggio).

 Entrare così in profondità nelle vite di personaggi incredibili, come Enrico Giannetti, i fratelli Pallone  e il compagno Conte, conoscerne i sacrifici e la costanza nella lotta, rende ancora più consapevoli  di come  i personaggi al soldo delle multinazionali che governano l’Italia non possano e non debbano  far passare il loro scempio costituzionale. Per quella Costituzione, i Giannetti, i Pallone, i Conte, hanno sopportato  sofferenze indicibili e visto molti loro compagni morire. Non possono un Renzi, una Boschi, un Verdini qualunque, disporre a piacimento di una Carta nata dal sacrificio e dallo sforzo di uomini e donne, i quali hanno deciso di scrivere nella Costituzione  il loro ideale di società basato sulla dignità della persona umana. 

E’ dunque nostro compito, attivarci per  denunciare la sciagurata revisione costituzionale che Renzi e Boschi vogliono imporre, distogliendo, grazie ad un’informazione connivente, dai contenuti nefasti della riforma, per portare la vicenda sul terreno personalistico. Se la nostra nuova Costituzione  non passa il andremo a casa, è questo il mantra che Renzi e la Boschi stanno salmodiando nelle loro apparizioni televisive. Ma la questione non è legata a Renzi. E’ necessario votare NO al referendum per bocciare un dispositivo sbagliato, farraginoso e pericoloso. Di Renzi ci interessa il giusto, cioè nulla. Se fosse ancora vivo Giannetti, o il compagno Conte, probabilmente al solo ascoltare il nome del Presidente del Consiglio risponderebbero: Renzi chi?  

Di seguito un estratto in tre video della discussione più propriamente storica l’evento integrale è disponibile sulla pagina  YOUTUBE DI OLTRE L'OCCIDENTE

Immagini tratte da Cioceconleali WEB TV.



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