sabato 11 giugno 2016

Provincia di Frosinone, anni di lotte per l'acqua pubblica. Una retrospettiva resistente.

Luciano Granieri



Il 12 e 13 giugno del 2011 oltre 26milioni di cittadini decidevano che  sull’erogazione dell’acqua nessun soggetto, sia esso pubblico, si esso privato, potesse ricavare profitti. Al di la delle implicazioni generali relative alle diverse multi-utility che dall’espressione referendaria dei cittadini, ricevevano uno stop decisivo al loro business  , nella nostra Provincia il soggetto in questione era ed è Acea. Il risultato dei referendum, costituì un vero schiaffo in faccia alle èlite e alle multinazionali che da tempo avevano pianificato di sviluppare profitti sui servizi indispensabili per le persone , come l’acqua, la sanità, lo smaltimento dei rifiuti. Tanto fu il clamore che  il  referendum sull’acqua, finì incluso nella famosa lettera inviata dalla  BCE al governo italiano  esattamente 2 mesi dopo, agosto 2011, il pronunciamento dei cittadini. Una delle prescrizioni  della missiva riguardava proprio l’obbligo di vanificare il risultato referendario. Ci hanno provato un po’ tutti, il Governo Monti prima, il Governo Letta poi, ma oggi - attraverso il decreto Madia sui servizi pubblici locali,  che reintroduce per filo e per segno, con le stesse parole, in spregio all'espressone democratica dei cittadini,  la norma  sulla remunerazione del capitale investito, sonoramente bocciata dal referendum - il Governo Renzi è ad un passo dal realizzare l'impresa . Frosinone, Provincia pilota di tutte le brutture che vengono decise contro la popolazione , è stato il primo territorio a scoprire gli effetti nefasti della bolletta comprendente la remunerazione del capitale investito. Grazie ad Acea  che sin dal 2003 ha imperversato sul nostro territorio, imponendo prezzi per l’acqua pari al costo di un Barolo dell’82.  I cittadini Ciociari sono stati fra i primi a raccogliere le firme per i referendum, a condurre una strenua campagna referendaria e a gioire per il risultato. Non  avevamo capito,  quel 13 giugno del 2011,  che la battaglia non era vinta, non era neanche iniziata. Per ricordare quei momenti, pubblichiamo di seguito alcuni video che ripercorrono tutta la battaglia per l’acqua pubblica  andata in scena nella nostra Provincia. Battaglia, lo ricordiamo,  ancora non   vinta.  Sta a noi continuare la lotta, cominciando ad invocare il ritiro del decreto Madia sui servizi pubblici locali,attraverso la firma della petizione popolare che ne chiede l'annullamento. E’ una cavalcata interessante ma  un po’ lunga, dunque armatevi di pazienza.

Buona Visione.


Campagna raccolta firme

28 aprile 2011



La campagna referendaria.

4 giugno 2011.



10 giugno 2011




La vittoria

13 giugno 2011




Dopo il risultato referendario nulla accade

Manifestazione 8 ottobre 2011



Acea continua le vessazioni i cittadini protestano spalleggiati da alcuni politici locali.

27 ottobre 2011



Fra protese e lotte si arriva al marzo 2013. Il forum nazionale dei movimenti per l'acqua, dopo aver raccolto le firme, presenta  alla Regione Lazio una legge d'iniziativa popolare per  la gestione partecipata  del servizio idrico così come prescritto dal referendum.Un anno dopo la Regione Lazio, con sorpresa dei movimenti, approva all'unanimità,(legge 5 /2014) ma si attende la promulgazione dei decreti attuativi.

22 marzo 2014


Passa un anno. Acea continua a vessare i cittadini, non controllata dai sindaci componenti l'autorità d'ambito. La regione cincischia nell'approvare i decreti attuativi della legge 5/2014, intanto si cominciano a scoprire i giochi del Governo Renzi che non ha la minima intenzione di dare seguito alla deliberazione referendaria del giugno 2011.

13 marzo 2015


Estate del 2015. La Regione Lazio nonostante le promesse dell'assessore Refrigeri, ancora non approva i decreti attuativi della legge 5
I comitati per l'acqua pubblica irrompono per protesta nell'aula consiliare regionale.

02 luglio 2015


Siamo nel 2016, dopo 5 anni, non solo le deliberazioni del referendum non sono applicate,ma anzi rischiano di essere spazzate via del decreto Madia. La  legge regionale 5/2014, anch'essa espressione dei cittadini essendo una normativa d'iniziativa popolare, rimane inapplicata perchè la Regione Lazio ancora non ha approvato i decreti attuativi. Finalmente i sindaci dell'autorità d'ambito  della Provincia,  in odore di campagna elettorale, votano la messa in mora di Acea, primo atto della rescissione per colpa del contratto. Ma incombe ancora  il decreto Madia che se approvato esautora un qualsiasi tipo di autorità pubblica di controllo nel  deliberare contro i gestori privati. Intanto Acea incattvita dalla decisione dei sindaci affibbia ai cittadini un conguaglio di 75 milioni di differenze tariffarie, somma certificata dal Tar di Latina e dal Consiglio di Stato. I movimenti sono ancora in piazza, bruciano le bollette per chiedere la rescissione del contratto con Acea, il ritiro del decreto Madia sui servizi pubblici locali e l'approvazione dei decreti attuativi della legge regionale 5/2014.

27 maggio 2016


Siamo arrivati alla fine del video racconto. La lotta  invece  è ancora clamorosamente in corso. Nella narrazione mancano diverse tappe. In 5 anni conflittuali  e di rivendicazioni gli eventi sono stati molti. Abbiamo cercato con i nostri video di riassumere i momenti  salienti della vicenda. Ora si sta giocando forse la partita finale, perchè come ribadito più volte, se passa la legge sui servizi pubblici a rilevanza economica, il già citato decreto Madia, le multi-utility come Acea, Hera, A2A, sono pronte a spartirsi il territorio e fare profitto su una risorsa naturale fondamentale per la vita dei cittadini come l'acqua. Siamo all'epilogo? Arrendersi alla dittatura del profitto dipende solo da noi.

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