martedì 7 giugno 2016

Metalmeccanici: a suon di scioperi diamo il segnale che si ricomincia a fare sul serio!

Da: Scintilla, n. 70 – giugno 2016
Organo di Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Come era prevedibile si è giunti alla rottura nella vertenza per il contratto metalmeccanico.
Di fronte alla chiusura di Federmeccanica e Assistal, i sindacati FIOM-FIM-UILM hanno proclamato 12 ore di sciopero (4 ore a livello locale e lo sciopero di 8 ore con manifestazioni regionali il 9 e 10 giugno) e due sabati con il blocco degli straordinari e della flessibilità.
I padroni non ne vogliono sapere di aumenti decenti per tutti. Vogliono elargire una mancia solo per i lavoratori che stanno al di sotto dei minimi tabellari. Per gli altri operai rimarrebbe solo la contrattazione aziendale, che nelle concrete condizioni in cui versa oggi la massa operaia, significa di fatto nessun aumento oppure aumenti legati alla produttività e al “merito” individuale, ovvero ai profitti dei padroni.
Tutto questo non deve passare! Invitiamo tutti gli operai, nonostante la debolezza delle piattaforme sindacali e la politica dei vertici sindacali confederali collaborazionisti, a partecipare in massa a queste iniziative di lotta e rendere questa mobilitazione la più radicale e unitaria possibile, per sconfiggere il disegno dei padroni e del governo Renzi che vogliono cancellare il contratto nazionale collettivo.   
Non lasciamo gestire gli scioperi dai burocrati e dagli opportunisti! E’ necessario trasformarli in veri scioperi di massa, sviluppare una forte mobilitazione nelle fabbriche e nelle piazze, che veda la partecipazione delle altre categorie sotto attacco, dei disoccupati, fino a giungere a un vero sciopero generale nazionale (visto che l’attacco è a tutti i lavoratori e ai giovani disoccupati e precari).
Occorre dare una risposta di classe e rivoluzionaria a queste posizioni vergognose e arroganti dei padroni, sostenuti e spinti all’attacco da Renzi Occorre rivendicare veri CCNL che garantiscano adeguati aumenti salariali subito e per tutti, il blocco dei licenziamenti, l’abolizione del Jobs Act,  la riduzione dell’orario, dei ritmi e dei carichi di lavoro senza perdita di salario, la fine dei contratti precari, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la difesa dei diritti, delle libertà e delle agibilità sindacali.
Questa mobilitazione dovrà inserirsi, traendone le dovute lezioni, nella ripresa delle lotte operaie che stanno montando in queste settimane in Europa (Francia, Belgio, Grecia...).
E’ evidente che manca in Italia una vera opposizione politica e sindacale di classe all’attacco sferrato dal capitale.
Ma questo non significa che dobbiamo lasciare alla direzione dei riformisti e degli opportunisti le lotte contro i piani della borghesia. In ogni sciopero, in ogni protesta dobbiamo contrapporre la solidarietà e la lotta di classe alla linea di svendita.
Operai, è ora di ricominciare a lottare sul serio e ad organizzarci come si deve se non vogliamo arretrare ancora!
Compito dei comunisti e degli operai più avanzati e combattivi è lavorare per costruire il fronte unico di lotta del proletariato, unificare le lotte per i contratti e inserirle all’intero della più generale battaglia contro il sistema capitalista, collegare e sviluppare l’opposizione sindacale di classe dentro e fuori i sindacati.
Nelle lotte odierne va lanciata la formula del “Governo degli operai e degli altri lavoratori sfruttati” che riassume e sintetizza il contenuto e l’obiettivo politico delle lotte e delle rivendicazioni della classe operaia, ponendo ai larghi strati sfruttati e oppressi il problema del potere politico.
Il modo migliore per risalire la china e prepararci a battaglie decisive è stringere legami più stretti fra i migliori elementi del proletariato, lavorare per costruire un autentico Partito comunista, strumento indispensabile per dirigere la lotta di classe per il comunismo.

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