sabato 2 luglio 2016

Faccio quello che dico, dico quello che faccio", la rivoluzione di Pierre Rabhi

Il Furibondo


Contadino, scrittore, filosofo, pioniere dell’agro-ecologia ed esperto nella lotta contro la desertificazione, francese, di origine algerina, Pierre Rabhi da 30 anni legge e descrive le contraddizioni e le conseguenze di una società che sembra aver dimenticato, di certo ignora, il ruolo della terra ed il nesso con l’abitarla da parte dell’essere umano.


Pierre Rabhi lavora per proporre un progetto di società ecologica ed umanista. Il suo primo libro tradotto in italiano è stato “Manifesto per la terra e per l’uomo”, l’ultimo “Parole di terra”.

Pierre Rabhi sa di terra (nel senso che ne è permeato, ne ha quasi l’odore) e ne sa, e come tutte le persone che hanno un rapporto intimistico, quasi ancestrale con la terra, sa molto anche di esseri umani. “ Il processo attuale e globale di urbanizzazione non può durare. Il 60% della biodiversità è già sparito e la problematica della sopravvivenza biologica degli uomini si pone oggi in termini estremamente gravi, si va verso un abisso, verso un disastro” racconta Pierre Rabhi.

Pierre Rabhi è il fondatore del Movimento Colibris, che ha l’ambizione di essere un acceleratore di transizione, facendo leva sulla capacità di ciascuno di cambiare ed incarnare il cambiamento in esperienze concrete e collettive. Il suo scopo è quello di favorire la nascita e la realizzazione di nuovi modelli di società basati sull’autonomia, l’ecologia e l’umanesimo. E’ il suo modo di fare politica, la politica della vita e non del denaro, offrendo uno spazio di espressione alla società civile. Le persone sono diventate esclusivamente consumatori, consumatori indispensabili per la macchina pseudo-economica,“ma non è una macchina economica, è una macchina di predazione e di accaparramento di risorse per una minoranza umana”.

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