sabato 17 settembre 2016

Il Capitalismo uccide e distrugge! Operai e lavoratori sovvertiamo la società dei padroni, costruiamo la rivoluzione socialista!

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)






Per farla finita con il capitalismo dobbiamo costruire il socialismo. 
Gli operai e i lavoratori che alimentano la resistenza contro i padroni, quelli che hanno la bandiera rossa nel cuore, quelli che non sono rassegnati, quelli che remano contro la corrente del senso comune delle “libertà di mercato” e dei “legittimi interessi dei padroni” possono e devono contribuire alla costruzione della rivoluzione socialista. Noi ci rivolgiamo principalmente a loro. I padroni non hanno riguardi e sempre meno ne avranno. Noi abbiamo da perdere solo le catene e abbiamo un mondo da conquistare. Usiamo ogni lotta di resistenza, ogni battaglia e ogni mobilitazione per costruire un nuovo sistema economico e sociale, organizzato e gestito dai lavoratori.

Abd Elsalam Ahmed Eldanf è stato ucciso
schiacciato da un TIR che ha forzato un picchetto durante uno sciopero alla GLS di Piacenza, sotto gli occhi “distratti” delle forze di polizia (presenti per difendere gli interessi dei padroni) e con i dirigenti dell’azienda che aizzavano l’autista. E’ l’emblema dello stato in cui versano il paese e la società. Dimostra concretamente come e quanto gli apparati e le istituzioni dello Stato sono al servizio della borghesia e dei padroni.

“Nessuna protesta”
dice la Procura di Piacenza: “al momento dell’omicidio non era in corso alcuno sciopero, si è trattato di un incidente stradale”. Nella migliore tradizione delle cosche mafiose lancia un messaggio trasversale, col sangue di un operaio in lotta ancora in terra, a tutti gli operai, a tutti i lavoratori a tutte le masse popolari: “Abd Elsalam è stato ucciso perché scioperava, ma noi non abbiamo visto niente, Abd Elsalam è morto per una fatalità”.
Ecco la dimostrazione che non esiste (e non può esistere nella società borghese) lo Stato al di sopra delle classi, ma esiste lo stato borghese come strumento della lotta di classe: non esistono “i cittadini”, “l’interesse comune”, “la legge al di sopra delle parti”; esiste lo Stato borghese, esistono i suoi apparati, le sue istituzioni ed esiste la sua legge (in certi casi applicata, in altri aggirata, in altri ancora violata a seconda di chi si trova a giudicare) che sono uno strumento in mano ai ricchi, ai padroni, ai capitalisti e al clero per combattere la loro guerra contro gli operai e le masse popolari.

Abd Elsalam è stato ucciso 
perché pretendeva il rispetto di accordi che i padroni stavano violando, il rispetto di condizioni di lavoro e del diritto a un lavoro dignitoso. E’ stato ucciso mentre il Jobs Act di Renzi e Marchionne mostra i suoi frutti (licenziamenti, precarietà diffusa, ricatti); mentre è in corso la battaglia contro la riforma della Costituzione e per l’applicazione delle sue parti progressiste che i vertici della Repubblica Pontificia hanno sempre e sistematicamente violato; mentre è in corso una battaglia decisiva per difendere quanto rimane del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e per estenderlo a tutte le categorie (nella logistica è ordinaria amministrazione che non sia applicato).  Abd Elsalam è stato ucciso e la sua morte si aggiunge alle migliaia di chi muore per “incidenti” sul lavoro, per il terremoto, per i continui disastri ambientali, per la malasanità, ecc. Questi morti sono gli effetti della sottomissione del nostro Paese alla Comunità Internazionale degli imperialisti e ai suoi agenti locali (Renzi & C.), artefici delle speculazioni su lavoro, ambiente e territori, dello smantellamento della scuola e della sanità pubblica, delle privatizzazioni e smantellamento dei servizi e delle speculazioni immobiliari che stanno portando alla rovina milioni di persone. Per ognuna di queste “emergenze” , si accendono altrettanti focolai di ribellione e di lotta in tutto il paese, cresce il distacco e il disprezzo delle masse popolari contro i padroni e le loro istituzioni.
Chiedere o pretendere che qualche anima pia della classe dominante (il Papa o uno “più a sinistra” di Renzi) inverta il corso delle cose significa illudersi che il boia possa essere clemente.

L’omicidio di Abd Elsalam è uno squarcio che deve fare riflettere.
Per prima cosa sul fatto che il suo omicidio e i tentativi di insabbiamento della procura di Piacenza non sono una dimostrazione di forza, ma di vigliaccheria e debolezza della classe dominante. Il governo dà mano libera a padroni grandi e piccoli e i padroni non si fanno scrupoli ad alzare il livello dello scontro: Marchionne ha aperto la strada alla FIAT (ora FCA) e a ruota tutti lo seguono. Ma alzare il livello dello scontro, scendere nel campo della criminalità aperta e conclamata (preludio al terrorismo organizzato dei padroni contro gli operai e le masse popolari) è una strada rischiosa per la classe dominante. Scelse quella via agli inizi del secolo scorso con il fascismo, ma l’impresa si è trasformata, nel giro di pochi anni, in una disfatta che ha rischiato di costargli tutto.
In secondo luogo, nella lotta fra le classi, qualunque classe dominante (storicamente superata)  opprime la classe che prenderà il suo posto alla direzione della società. E’ successo alle forze feudali che hanno represso, oppresso e perseguitato la borghesia dalla quale sono state soppiantate con le rivoluzioni borghesi; succede con la borghesia imperialista che perseguita, opprime e reprime la classe operaia che la soppianterà con la rivoluzione socialista. I tempi che viviamo sono quelli in cui la classe operaia è chiamata a sovvertire l’ordine borghese, imporre un suo ordine e costruire una società nuova e superiore. O questa strada si schiude, e i comunisti hanno il compito di schiuderla, perseguirla, percorrerla farla percorrere agli operai e al resto delle masse popolari organizzate, oppure la classe dominante porterà il paese alla guerra: guerra fra poveri e guerra fra stati e paesi.
In terzo luogo, le lotte per rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro sono legittime, giuste e necessarie, ma dobbiamo considerare che i loro risultati sono parziali e transitori: se gli operai non instaurano il socialismo i padroni torneranno sistematicamente alla carica per riprendersi quello che avevano dovuto cedere, per riprendersi anche gli interessi. Questa è la storia delle lotte rivendicative e della lotta di classe in Italia negli ultimi 50 anni, l’inversione di rotta fu inaugurata ufficialmente da Giorgio Benvenuto (segretario generale della UIL) negli anni ’70 del secolo scorso “è arrivato il momento in cui gli operai devono restituire una parte di quello che hanno conquistato”.

Costruire l’alternativa al capitalismo, il socialismo. 
Onore a Abd Elsalam, assassinato mentre difendeva, praticandoli, i diritti conquistati con le lotte dei decenni passati. Per onorare il suo contributo alla lotta di classe, per combattere la stessa lotta, operai e lavoratori in tutte le parti d’Italia e di diverse organizzazioni sindacali si sono mobilitati, si stanno mobilitando e continueranno a farlo. La sua generosità e la sua solidarietà siano di esempio affinché in ogni azienda privata si costituiscano organizzazioni operaie che si occupano dell’azienda (con lotte rivendicative e imparando a gestire senza il padrone i processi di produzione) e che escono dall’azienda (lotta politica, far valere l’organizzazione, l’esperienza di lotta, il prestigio e il peso della classe operaia anche fuori) per costruire, indipendentemente dalle tessere sindacali, una rete di solidarietà e iniziativa comune con le mille forme di organizzazione che le masse popolari promuovono nei territori.
Occuparsi dell’azienda e uscire dall’azienda è il primo passo nel processo di costruzione dal basso del nuovo potere per far valere ciò che è legittimo per gli interessi delle masse popolari, anche se per le autorità e le istituzioni della classe dominante è illegale. E’ la base materiale per imporre ai vertici della Repubblica Pontificia un governo di emergenza della classe operaia e delle masse popolari organizzate (il Governo di Blocco Popolare) e avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista.

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