venerdì 16 settembre 2016

IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Comitato Acqua Pubblica Provincia Frosinone



Ci siamo.
Chi il diciotto febbraio sminuiva, dando credito alle panzane sulla regolarità del voto, il fatto che tredici anni dopo l’inizio della tragedia l’assemblea dei sindaci avesse messo finalmente in mora per la prima volta ACEA ATO 5 S.p.A., oggi spara a tutta pagina il fatto che il gestore si difende assumendo le sue asserite ragioni come verità di cui la parte pubblica viene chiamata a rispondere.
Di questa sedicente informazione fatta di mistificazione a senso unico non dovremmo semplicemente curarci se non fosse lo strumento utile e necessario alla politica locale per giungere all’ennesimo misfatto predisposto dietro le risse da pollaio tra Partito Democratico e Forza Italia.
Cerchiamo allora di fare un minimo di chiarezza.
Che ACEA ATO 5 S.p.A. presentasse le proprie controdeduzioni era ovvio e scontato (tutti hanno il diritto di difendersi).
Il fatto che le abbia presentate non significa affatto che siano fondate.
Per fare questo è necessario prendere le contestazioni fatte dall’Autorità d’Ambito, confrontarle con le controdeduzioni presentate dal gestore ed esaminare la documentazione comprovante le affermazioni della parti.
Dunque, allo stato, nulla è mutato rispetto a 48 ore fa e solo dopo la procedura appena accennata sarà possibile valutare il reale stato dell’arte della vicenda “messa in mora”.
Pubblicare a tutta pagina come dirimenti gli scritti difensivi del gestore può servire solo a pilotare la gestione della vicenda verso la soluzione gradita al privato, togliendo peraltro le castagne dal fuoco ad una Segreteria Tecnica e ad una Consulta dei Sindaci – dove siedono oltre a Pompeo gli stessi sindaci che in Assemblea dei Sindaci innalzano gli stendardi della propria parte politica (Partito Democratico e Forza Italia!), e che in questi sei mesi tutto hanno fatto meno che agire nell’interesse dei cittadini.
Infatti, qualora ACEA ATO 5 S.p.A. si dovesse trovare in condizioni di potersi considerare “adempiente” rispetto alla messa in mora, Segreteria Tecnica e Consulta dei Sindaci dovrebbero essere chiamati a rispondere di quanto segue:
Come comitato, senza utilizzare la demagogia di qualche supporter di precise parti politiche, uso a fare cagnara e da claque e nelle riunioni, abbiamo fatto presente, anche con documenti formalmente trasmessi come:
- la messa in mora decisa il 18 febbraio doveva venire integrata con le ulteriori e storiche inadempienze del gestore, non legate alla questione degli investimenti (foglia di fico con cui i sindaci si sono giustificati per aver fatto passare le tariffe folli che subiamo senza attivare prima la procedura ex art. 34), ma legate ai normali costi operativi che il gestore ha sempre incassato e che sono facilmente desumibili nella convenzione di gestione, ovvero il famoso contratto che ci incatena sino al 2032.
- il comportamento del gestore doveva essere regolato in modo che cessassero le vessazioni degli utenti attraverso la modifica della Carta dei Servizi (che non deve essere concordata col gestore!), e con l’Otuc che aveva formalmente approvato la proposta di modifica in tal senso.
In questi sei mesi nulla in questo senso è stato fatto, anzi, l’unica cosa su cui si è esercitata la Segreteria Tecnica è stata quella di predisporre una proposta di tariffa per il 2016 che di fatto individuava in ACEA ATO 5 S.p.A. il miglior gestore possibile e riconosceva, posticipandone solo l’incasso, gli ulteriori conguagli pretesi dal gestore.
A questo punto è evidente come l’attendibilità e la buona fede dei tecnici della Segreteria Tecnica non sono ulteriormente riconoscibili e non ci fideremo delle relative valutazioni sulla vicenda.
Se i tecnici, gli amministratori e le parti politiche, pensano di fare i compari al banchetto delle tre carte e la pallina è già sotto il bicchiere di ACEA, sappiano che i cittadini non abbasseranno la testa

usi a tacer pagando”

e con, l’acqua, si riprenderanno la propria vita.

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