Il- 4 dicembre
prossimo si voterà per questo benedetto , o maledetto, referendum costituzionale.
Lo ha deciso il consiglio dei ministri
nella serata di ieri. Le opposizioni si sono scandalizzate per non essere state
consultate. Una lamentazione del tutto inutile. Dovrebbe essere ormai chiaro che tutta le vicenda relativa
alla riforma costituzionale è cosa "loro", del Governo , del Presidente del
Consiglio e delle lobby finanziarie, compresa la data del referendum. Renzi aveva
stabilito il giorno della votazione già da tempo.
Ha preparato l’annuncio con estrema puntigliosità mediatica, facendo precedere la sospirata
decisione con il colpo ad effetto della presentazione
della scheda referendaria in televisione. Nella trasmissione otto e mezzo davanti alla Gruber e a Marco Travaglio il “bomba”
ha tirato fuori un fake bello e buono, lo
slogan per il si trasformato nel quesito referendario. E’ l’ennesima
mistificazione, l’ultimo strappo di una
storia che è costellata di forzature procedurali, dalla sostituzione dei membri
contrari alla riforma in commissione
affari costituzionali al Senato, al super canguro per evitare la discussione in
aula. Ora è il momento della scheda fake.
Un fake come la legge elettorale. Quella legge che tutti ci invidiano,
ma che oggi appare, anche a colori i quali l’hanno imposta a colpi di fiducia, una brutta copia del porcellum bocciato dalla
Corte Costituzionale. Un fake è stato anche il proposito sbandierato dal
Presidente del Consiglio di ritirarsi dalla vita politica in caso di vittoria
del No al referendum. Non è tutto. La campagna sul Fertility Day promossa maldestramente dalla ministra della salute Lorenzin è un altro grossolano fake . Come il jobs act che ha regalato milioni alle grandi aziende con ricadute risibili, se non nulle, sull’occupazione. Un altro fake clamoroso è l’algoritmo
della buona scuola che spedisce un
professore di Canicattì ad insegnare a
Cividale del Friuli. Non c’è da meravigliarsi perché lo stesso Governo è un
fake colossale. E’ il prodotto di un Parlamento fake in quanto eletto con una legge elettorale bocciata dalla
Corte Costituzionale. La situazione è chiara. Il 4 dicembre dovremmo votare su una scheda elettorale
fake per approvare, o bocciare, una riforma costituzionale fake, scritta da un
Governo fake espressione di un Parlamento fake. Votare No al referendum è dunque vitaòe per togliere di mezzo
un po’ di fake e ripristinare una serie di verità. La prima, la più grande è
quella scritta nella Costituzione Italiana antifascista del ’48.
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