mercoledì 14 settembre 2016

In...TTIP veritas

Luciano Granieri



E’  istruttivo constatare come i "giornaloni" filo governativi abbiano giudicato  inopportuna
 l’esternazione dell’ambasciatore Usa in Italia, John Philips,  a supporto del Si al referendum costituzionale  . Non sfiora minimamente ai media asserviti  al capital - riformismo che la  sovranità appartiene al popolo, come sancito dall’art.1 della Costituzione. Prescrizione fondante della prima parte della Carta,  che  i nuovi cialtroni costituzionalisti giurano di non voler modificare, ma che alle ragioni del liberismo finanziario internazionale possono sacrificare ben volentieri . 

Ciò che si contesta all’ambasciatore americano non è il merito della dichiarazione ,   ma  la schiettezza  con cui descrive gli impedimenti che deriverebbero dalla vittoria del No al  pieno dispiegamento degli interessi dell’imperialismo americano e della comunità speculativo-finanziaria mondiale. Norma basilare del riformismo post-moderno è quella secondo cui, dietro un effimero impegno per la promozione sociale e civile  della gente comune, si cela la difesa degli interessi del capitalismo finanziario. Per cui se si afferma, sic et simpliciter , la verità, cioè  che la vittoria del No potrebbe costituire  un impedimento agli interessi dell’imperialismo americano e della speculazione finanziaria  in Italia, si fa un danno alla causa.  Molto più produttivo, in termini di  comunicazione, asservire alle ragioni  del Si  il solenne invito a cena che il presidente  americano uscente Obama ha rivolto al Blair “de noantri” Matteo Renzi.  

Scherzi del destino hanno voluto che alle esternazioni temerarie dell’ambasciatore americano si siano associate la valutazione dell’agenzia di rating Fitch,   secondo cui l’affermazione del No “potrebbe determinare uno shock negativo per l’economia e l’affidabilità del debito italiano”.  Dunque le dichiarazioni  dell’ambasciatore Usa, unite a quelle di Fitch, sommate a quanto già espresso da J.P. Morgn e da Goldman Sachs, includendo i favori di Confindustria e Marchionne,  mostrano una mappa precisa di quale sia la natura dell’endorsement a favore delle riforme costituzionali, partorite dalla  triade Renzi-Boschi-Verdini. Se a queste aggiungiamo il gradimento  della Germania e delle Nazioni interessate a imporre gli interessi economici del capitalismo europeo,  il quadro diventa ancora più chiaro. 

Risultano evidenti gli interessi dell’imperialismo americano scottato   del fallimento del TTIP causato dal governo tedesco.   La Germania ,  a differenza  dell’Italia,  in nome della supremazia atlantica non è disposta   a sottomettere le proprie risorse produttive  ai diktat delle multinazionali USA.  Se non è possibile imporre  la supremazia  sovranazionale degli interessi  delle mega lobby sui diritti umani, civili e sociali delle popolazioni europee, così come stabilito nel TTIP, almeno che gli ordinamenti dei singoli Stati si liberino di quei lacci e lacciuoli inseriti   nelle CostiTuzioni antifasciste  che consentono una pur  minima ingerenza democratica al pieno sviluppo della speculazione finanziaria. 

E’ ciò che si intende perseguire con l’approvazione di  una riforma costituzionale che assegna al  Governo  il potere legislativo, esautorando da questa  prerogativa sancita nella Costituzione antifascista,  il Parlamento,   espressione (si fa per dire) della sovranità popolare.

Posso dare ragione a chi mi accusa di essere troppo ideologicamente schierato  Ma non posso fare a meno di ricordare che    agenzie di rating come Fitch,  banche d’affari  come Goldman Sachs, J.P. Morgan, oggi indebitamente schierate a favore della riforma Renzi-Boschi-Verdini,  sono state protagoniste della devastante crisi finanziaria del 2008 cresciuta a colpi di bolle speculativei, mutui subprime, derivati e titoli tossici. Una sciagura epocale  le cui conseguenze sono  ancora oggi pagate a caro prezzo dalle popolazioni europee. Senza contare che i  rimedi   basati  sull’iniezione di ulteriori dosi di ultraliberismo, anziché curare, hanno peggiorato la situazione aumentando le disuguaglianze sociali. Né posso esimermi dal ricordare che la stessa Troika, congiuntamente alla Germania e ai suoi alleati  nord europei , favorevoli  alla riforma Renzi-Boschi-Verdini , sono stati  responsabile del feroce depauperamento dei cittadini Greci, ai quali non è rimasto più nulla. 

Dunque lo schieramento a chiaro. A favore del Si gli organismi speculativi finanziari, le grandi banche d’affari, l’imperialismo americano che necessita di  uno Stato zerbino per far rientrare, dalla finestra  dello  sfaldamento delle prerogative democratiche susseguenti alla  deforma costituzionale,   una versione soft del TTIP. A favore del No chi vuole difendere il pieno sviluppo della persona umana, contro il  pieno sviluppo della speculazione finanziaria.  

E’ inutile  prendersela con l’ambasciatore John Philips, anzi bisogna ringraziarlo perché la sua maldestra esternazione ha contribuito, ove fosse ancora necessario, a identificare il nauseante coacervo di forze speculative, lobby finanziarie, e grandi multinazionali  che propugnano  la vittoria del Si e la definitiva abdicazione democratica della nostra collettività. E’ dunque altrettanto chiaro che votare No alla riforma costituzionale va oltre la semplice bocciatura di un dispositivo confuso e pasticciato, tutt’altro che condiviso, ma significa  fermare gli sporchi giochi speculativi che il mondo della finanza e delle multinazionali metterà in atto sulla nostra pelle.  

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