Nel libro “Le città invisibili” Italo Calvino fa descrivere da Marco Polo al’imperatore dei Tartari, Kublai Kan, una città che il
mercante veneziano aveva visitato nei
suoi innumerevoli ed avventurosi viaggi. Si tratta di Fedora. Una metropoli di pietra
grigia, nel cui centro sorge un palazzo di metallo con una sfera di vetro in
ogni stanza. Nelle sfere si vedono modelli che riproducono altre conformazioni
di Fedora. Sono forme ideali che la metropoli
avrebbe potuto prendere se non fosse diventata, per una ragione o per
l’altra, come è oggi. Il palazzo di metallo è un museo. Ogni abitante
lo visita e sceglie la città che corrisponde ai suoi desideri. Mi viene da associare la descrizione di Fedora a Frosinone . In occasione di ogni tornata
elettorale i partiti e i movimenti che supportano i candidati sindaci, sono
prolifici nel promettere trasformazioni salvifiche della città.
Cambiamenti epocali che puntualmente il
giorno dopo le elezioni finiscono nelle sfere di vetro. Infatti Frosinone , per motivi ben conosciuti e immutabili , puntualmente rimane così come è sempre stata , un
asfissiante agglomerato di pietra
grigia. Le città promesse vanno ad
adornare le stanze del museo di metallo racchiuse nelle sfere di vetro. A differenza degli abitanti di Fedora
però , i cittadini frusinati , nel visitare l'esposizione, non possono scegliere il modello urbano che corrisponde ai propri desideri, perché la sfera scelta,
immediatamente si frantuma, e il malcapitato visitatore rimane in balia della solita metropoli
di pietra grigia. Sarebbe bello che le città promesse prima delle elezioni, si realizzassero senza finire in
un blocco di cristallo esposto in un museo. Sarebbe ancora più desiderabile
che ogni cittadino facesse uscire la sua idea di città dalla sfera di vetro in cui è rinchiusa, e la trasformasse nella proposta per una Frosinone più umana . Una
Frosinone che non rimanesse sempre e comunque una città di pietra grigia. E’ auspicabile quindi che in occasione delle prossime elezioni i cittadini disintegrino finalmente le sfere di cristallo , si battano per un Capoluogo di pietre
colorate, preziose per la dignità di
tutti gli abitanti. Sarebbe oltremodo salutare che gli stessi Frusinati controllino che la
città ideale si liberi dalla prigione di vetro e diventi reale.
Di seguito una clip
composta da alcune foto d’epoca che illustrano la mobilità a Frosinone
dagli inizi del secolo scorso fino agli anni ’50. Allora c’era il trenino delle
Vicinali, oggi c’è l’ascensore inclinato che non funziona mai. I trasporti e la
mobilità urbana possono essere un primo
elemento per progettare quella città non destinata a
finire in una sfera di cristallo.
Nessun commento:
Posta un commento