Ieri siamo andati direttamente a casa del nemico, quell’ACEA S.p.A. che è il vero padrone del servizio idrico dalla Toscana, all’Umbria, al Lazio e fino in Campania; quell’ACEA S.p.A. che ha il 97% delle azioni di ACEA ATO 5 S.p.A. e decide cosa debbano fare questa banda di rubagalline che il senatore Scalia ci ha fatto ritrovare.
Con i ragazzi (che gioia l’abbassamento dell’età media!) del Comitato Romano e di Roma Comune già in mattinata si era occupato simbolicamente un edificio con relativo giardino, vuoto ed inutilizzato da anni, di proprietà di Acea S.p.A. distante qualche decina di metri dalla sede centrale della società, per denunciare lo spreco di risorse e del patrimonio fatto dal managemet privatizzatore della società con i soldi delle bollette.
Ma l’occupazione simbolica era rivolta anche a sollecitare l’amministrazione del Comune di Roma, che detiene il 51% del pacchetto azionario di ACEA S.p.A. , ad aprire un’interlocuzione con i comitati ed i territori che, non solo a Roma, ma anche e soprattutto nel centro e sud Italia subiscono da anni ed anni le logiche di profitto di un management agli ordini dei soci privati della società, la francese Suez e Caltagirone, il palazzinaro proprietario anche de Il Messaggero.
Non è più tollerabile che il Comune di Roma, fino a ieri nelle mani di quegli stessi partiti di centro-sinistra e centro-destra che ora in casa nostra fanno l’ammuina sulla risoluzione del contratto e sui suoi costi, continui in questo assordante silenzio senza far valere nell’assemblea dei soci di ACEA S.p.A. la sua quota di maggioranza.
E ieri l’apertura c’è stata.
Alle 15.00 del pomeriggio è arrivata la comunicazione formale che un rappresentante del Comune sarebbe stato presente al Consiglio Popolare dinanzi ai cancelli di ACEA S.p.A. e così è stato.
Il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma ha ascoltato gli interventi dei rappresentanti del Comitato Romano Acqua Pubblico, del Comitato dell’Ato Sarnese -Vesuviano della Campania, del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone e del Comitato dei lavoratori di Pubbliacqua di Firenze ed ha preso l’impegno di convocare per la prossima settimana un tavolo con i rappresentanti dei comitati, assicurando la presenza dell’assessore alle partecipate della giunta Raggi.
E’ un primo risultato, importante ma minimo.
Andremo al tavolo con delle richieste precise riassumibili nell’obiettivo che l’azione dell’amministrazione Raggi mostri un reale segnale di discontinuità col passato.
In primo luogo il management privatizzatore, quello tanto voluto e tanto caro ai soci privati, Suez e Caltagirone, se ne deve andare e devono essere immediatamente fermate le politiche di fusione e nuove acquisizioni.
Non è pensabile che la prima delle cinque stelle, quella dell’acqua pubblica, possa essere sacrificata sull’altare delle turbolenze del mercato finanziario.
Quello di ieri è un primo risultato, ma gli interessi che andiamo a mettere in discussione sono enormi come enormi sono i poteri che vengono disturbati e c’è la necessità che le persone, i cittadini si facciano sentire e si facciano vedere.
Ieri abbiamo fatto un pulmann.
Ce ne vorrebbero tanti.
Ma ieri era giorno infrasettimanale ed in tanti hanno avuto i loro impegni (olive comprese).
Però c’è sempre chi decide che il bene comune viene prima, c’è sempre chi arriva a prendere un permesso non retribuito al lavoro per partecipare e c’è sempre chi, a 93 anni, arriva, sale sul pulmann e partecipa per il bene comune.
Grazie Alberto, sei il più giovane di tutti noi.
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