La
riforma Renzi-Boschi non c’entra nulla con la Costituzione, è un corpo estraneo
che cerca di violentare e infettare come un virus la Carta del ’48. La
Costituzione Repubblicana è un
dispositivo che identifica un sistema di convivenza civile, basato su rapporti
sociali definiti e condivisi. E’ altresì un elemento identificativo dell’appartenenza ad una comunità , è l’enunciazione degli elementi che identificano un cittadino
come parte integrante della Repubblica Democratica fondata sul lavoro.
Il nostro edificio comune ci rende cittadini perché
assicura il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione gratuita per tutti. Ma
soprattutto nella casa comune è stabilito che ogni abitante non debba subire
impedimenti di carattere economico e sociale che, limitando la libertà e l’eguaglianza, impediscano
il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica economica e sociale
del Paese.
La riforma Renzi-Boschi è altra cosa. Si
tratta molto semplicemente di uno strumento finalizzato all'esercizio del potere. Il principio della velocizzazione dei
processi legislativi, della sburocratizzazione (sotto cui si cela la devastazione dei sistemi democratici), della stabilità di governo, non hanno niente a che vedere con la
condivisione sociale, con il rafforzamento del principio di comunità, sono
altro. Si tratta di un dispositivo che aborrisce la partecipazione alla vita politica
e sociale, perché la catena di comando prevede la semplice investitura dal
parte del popolo, non l’esercizio della
sovranità popolare.
La riforma Renzi –Boschi non è condivisa. E’ stata imposta a colpi di "canguro" ed esautoramenti di membri contrari nelle commissioni parlamentari.
Alcune regole sono figlie della peggiore correntizzazione all’interno del partito di Renzi. L’art.57
sull’elezione dei Senatori ne è un esempio.
All’inizio del testo è stabilito che i senatori sono eletti dai consigli regionali e dai consigli delle Province autonome
di Trento e Bolzano. Andando avanti nella formulazione del medesimo
articolo si legge anche che i senatori sono eletti dagli organi istituzionali territoriali (i
consigli regionali di cui sopra) in conformità alle scelte espresse dagli
elettori per i candidati consiglieri in occasione del loro rinnovo. Una palese contraddizione.
Delle due l’una. O i senatori sono eletti dal
popolo, o dai consiglieri regionali. Entrambe le cose insieme, come appare
evidente anche ai più sciocchi, non sono realizzabili. In realtà la seconda
parte dell’art.57 è stata aggiunta per
dare un contentino alla minoranza del Pd che mal digeriva il Senato non
elettivo e che per questo non avrebbe votato la riforma in Parlamento. Che poi la stessa minoranza si sia accontentata di un principio malamente enunciato e irrealizzabile, è un vero e proprio mistero,
ma tant’è.
Sta di fatto che è stato partorito un articolo fortemente
contradditorio, in parte non attuabile , solo per accontentare una propria corrente di
partito. Un atteggiamento lontano anni luce dallo spirito dei Costituenti.
Dunque occorre respingere la riforma costituzionale Renzi-Boschi perché di costituzionale non ha nulla. E’ un'altra cosa,
completamente aliena dallo spirito della Costituzione del ’48. E’ un vero e proprio attentato ai principi di
convivenza civile e condivisione sociale scritti nella Carta. Quindi urge
disinnescare questo ordigno . Il 4 dicembre votiamo No
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