Le società capitalistiche si basano fondamentalmente sull’imbroglio.
Odiosi escamotage che, “usano li ricchi
per fregà li poveri" per citare Ettore Scola. Ci sono grossi imbrogli , quelli in cui eccellono le grandi banche e i fondi d'investimento , ma esistono anche sotterfugi più piccoli, di cui neanche ci accorgiamo perché accompagnano
quotidianamente la nostra vita. Sono quelle clausole e clausolette che si
nascondono nei contratti dei gestori telefonici, delle società che si occupano di energia, per non parlare delle vessazioni che Acea impone nel nostro territorio. Anche il settore
farmaceutico e sanitario prolifera di sistemi tesi ad aiutare i ricchi a fregare
i poveri. Pure il governo Renzi si diletta in questo sport. A parte il grande imbroglio della riforma costituzionale, l’ultima trovata è l'Ape . Una curiosa revisione pensionistica per cui se un
anziano vuole andare in pensione qualche anno prima si deve prestare i soldi da solo, ma pagare gli interessi alla banca, compresa l’assicurazione
che copre l’istituto finanziario nel
caso in cui il malcapitato dovesse
tirare le cuoia prima che siano trascorsi vent’anni dal prestito. Un prestito, sottolineo, costituito dai soldi che egli stesso ha versato in contributi. Prestarsi soldi da solo e
pagare gli interessi alle banche, non è male come sistema per fregare i poveri a vantaggio dei ricchi . Sto divagando. Come si intuisce dal
titolo, il testo dovrebbe occuparsi di musica. Ma l’introduzione non è fuori
luogo. Infatti anche all’epoca dei boppers nell’America degli anni quaranta e cinquanta , la borghesia ricca usava
sempre qualche trucchetto per aumentare i propri guadagni. Era uso, nei locali
dove si esibivano Charlie Parker, Dizzy Gillespie e soci, offrire agli
avventori noccioline salate, in modo da
indurli bere di più. I boppers , in
particolare Gillespie, per denunciare e porre in spregio questa abitudine un po’ truffaldina - come ogni manifestazione della borghesia
bianca- suonavano il brano Salt Peanuts
(noccioline salate ). L’esecuzione
fu un vero e proprio cavallo di battaglia di Dizzy Gillespie. Il
trombettista, durante il pezzo urlava in modo sarcastico “Salt Peanuts-Salt Peanuts”. Come
si vede l’attitudine al raggiro della
borghesia capitalista si perde nella notte dei tempi.
Propongo di seguito una versione di Salt Peanuts registrata nel 1970 dal
vivo a Newport. Insieme a Gillespie suonano: George Davis alla chitarra, Red
Mitchell al basso, David Lee alla batteria
Good Vibrations
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