giovedì 24 novembre 2016

I sindaci-cittadini hanno deciso per la rescissione del contratto con Acea e la ripubblicizzazione dell'acqua

Luciano Granieri


Giovedì  24 novembre 2016, presso il Salone di rappresentanza della Provincia di Frosinone, i cittadini della Valle del Sacco e i rappresentanti dei loro Comuni si sono riuniti  nella prima Assemblea dei comuni dell’Ambito di Bacino Idrografico “Sacco”.
L’Ambito, che interessa 45 comuni e 350 mila abitanti, è stato così definito autonomamente dai cittadini in applicazione della Legge Regionale n. 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque, vista l’inerzia della Regione Lazio nel dare attuazione a tale norma rivoluzionaria, coerente con l’esito del Referendum del 2011 sull’acqua.
La legge  propone, in sostituzione degli attuali ATO, la costituzione degli Ambiti di Bacino Idrografico (ABI), quali territori in cui effettuare il governo della risorsa acqua e la gestione del servizio idrico integrato.
Il bacino del Sacco è un territorio che, per conformazione idrogeologica e morfologica, per ragioni storiche e condizioni socio-economiche, quindi per ragioni ecologiche, ha tutte le caratteristiche per poter essere definito quale ABI autonomo.
L’assemblea ha approvato tutti i punti all’ordine del giorno e cioè: 
- Risoluzione del contratto con il gestore Acea Ato5 S.p.A. e revoca dell’incarico alla Segreteria Tecnica Operativa; 
- Avvio del processo di ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato; 
- Costituzione di una Società di diritto pubblico (Azienda speciale) per l’ABI “Sacco” e reperimento dei finanziamenti necessari alla gestione;
- Rapporti e solidarietà con l’ABI “Liri-Garigliano”, che interessa la parte restante della provincia di Frosinone. 
All’assemblea hanno partecipato cittadini autoproclamatisi sindaci, e non quelli eletti. Sui beni comuni, come l’acqua , non esiste alcun Ato, o gestore privato.  Nessuna segretaria tecnica operativa può determinare costi o conguagli, non esiste remunerazione del capitale o consulte d’ambito che approvano piani industriali e tariffe vessatorie. Gli unici deputati a gestire i beni comuni e l’erogazione idrica sono i cittadini.
Nessuno gli ha eletti sinaci? Pazienza neanche il presidente del consiglio Matteo Renzi   è stato eletto eppure si permette, attraverso il decreto sblocca Italia, i decreti Madia e la DEFORMA costituzionale di rendere l’accesso all’acqua e ai beni comuni fonte di profitto per le multinazionali private. Per questo i cittadini-sindaci devono lottare per la ripubblicizzazione  dell’acqua, impegnandosi affinchè i decreti Madia non vengano approvati e la riforma costituzionale venga bocciata, votando No al prossimo referendum costituzionale. L’acqua è fonte di vita, non di profitto.


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