Chi sta con chi? A Pochi giorni dal referendum
costituzionale, è partito l’ennesimo tormentone. Parliamo delle compagnie impresentabili. Quelli del Si
sostengono che il fronte avverso è composto da un’accozzaglia comprendente Bersani,
D’Alema, Grillo, Berlusconi, Salvini, fascisti variamente declinati (Fratelli d’Italia
Casapound). Allo stesso modo chi vota No denuncia la presenza di un’altrettanta eterogenea
compagine sotto i vessilli del Si, da
Verdini, ad Alfano, fino a Casini passando da ex comunisti quali Migliore, oltre
a tutta la nuovelle vague piduista che fa capo a Renzi.
E' insopportabile constatare che le accozzaglie dei comitati elettorali, variamente assemblate, di qua come di la, usano la Costituzione per regolare
conti interni, per rivalersi contro avversari ex capobastone e infami traditori.
Questo ulteriore scempio la nostra Carta non lo merita.
Tuttavia anch’io, oltre
che votare No perché ritengo la riforma Renzi-Boschi una iattura per la tenuta democratica del paese, lego il mio rifiuto ad una accozzaglia
tifosissima della Deforma. Dopo una rapida ricognizione emerge che sono a favore del Si: Marchionne, Confindustria (i padroni
dunque) banche d’affari come J.P.Morgan, agenzie di rating, quali Moody’s, il
98% dei manager di grosse aziende e
fondi d’investimento. Ce n’è abbastanza per decidere che se lor signori votano Si io convintamente voterò No.
Le ragioni, al di la del merito della
riforma, sono sostanzialmente due. La prima, da sempre per un comunista come il
sottoscritto, ma anche per chi si professa socialista, padroni, banche e
manager sono stati personaggi da combattere. Sono le figure tipiche di quel
capitalismo neoliberista che ha ridotto i lavoratori da entità fondanti della
Repubblica a merce che si vende per poco. E quando sei fuori dalle richieste del mercato, rimani a casa, o al massimo ti vendi in tabaccheria con
voucher.
La seconda, i suddetti personaggi sono stati la rovina
dell’economia reale, arrecando povertà alla maggior parte dei cittadini del sud Europa.
J.P. Morgan, insieme a Goldmann Sachs sono state le prime responsabili della
grande crisi del 2008. Hanno riempito con i loro titoli tossici, anche le casse di alcuni Stati,
portandoli alla bancarotta. La Grecia ne è l’esempio più eclatante.
I manager sono un’altra categoria malsana. Parliamo di
quelle persone, dagli stipendi milionari, che vedono un’azienda non come unità
produttiva, ma come fonte di dividendi per azionisti sempre più ricchi e famelici.
Spesso questi personaggi portano al fallimento le società che guidano, e anziché
essere licenziati, ricevono una lauta liquidazione, dall’impresa che hanno
dissanguato, poi vanno a fare danni da un'altra parte con retribuzioni sempre
più principesche, lasciando sul terreno, disoccupazione e precarietà.
In buona
sostanza se i principali colpevoli della crisi economica più grave de dopoguerra e i maggiori artefici
di devastazioni produttive immani votano Si è chiaro che, anche solo per un
istinto di sopravvivenza, devo votare No.
Di seguito il video dell’intervento di Giorgio Cremaschi all’assemblea
sulla riforma Costituzionale organizzata ad Isola Liri il 23 novembre scorso
dal comitato per il No di Isola Liri. Incontro che ha visto protagonisti anche
la giornalista Luisella Costamagna e l’avvocato esperto di diritto
costituzionale Carla Corsetti.
video di Giuseppe Guerra.
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