venerdì 8 aprile 2016

La mafia è merda

Marazico
La mafia è merda
Nun è questione de punti de vista,
c'è modo e modo de fa er giornalista.
Ce stà chi giorno e notte è sotto scorta
e chi ospita la mafia a Porta a Porta.
Quello che è andato in onda è 'na vergogna.
LA MAFIA È MERDA, e resti nella fogna.
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C'era il figlio di un mafioso.
Non scrisse libri, ma fece una radio, dove tutti i giorni lo diceva ad alta voce:
LA MAFIA È MERDA!!!
Nessuno l'ha mai chiamato in televisione.
L'hanno ammazzato il 9 maggio 1978. Si chiamava Peppino Impastato.
P.S.
Pensavo che dopo aver dato la parola ai Casamonica avesse toccato il fondo. Mi sbagliavo. Riesce sempre a sorprendere.
A forza di scavare il fondo dovrebbe essere quasi arrivato dall'altra parte, in Nuova Zelanda.
Cambiano governi, ma sta sempre a galla. Come la mafia, o come quell'altra cosa.
Che poi, come ha insegnato Peppino, sono la stessa cosa.


La mafia è merda (parte seconda)
Evaporata un po' l'indignazione
ce stà da fà quest'altra riflessione.
In quel programma pe' decerebrati
nel corso de quest'anni so' passati
corrotti e mascalzoni di ogni fatta
che portano la giacca e la cravatta.
A tutti quanti, untuoso e sorridente,
ha dato spazio, complice acquiescente.
Politici, ruffiani, industriali,
cronisti prezzolati, generali.
La mafia che comanda, quella vera,
la ospita da sempre ed ogni sera.

giovedì 7 aprile 2016

Incontro Pubblico con la dott.ssa Patrizia Gentilini e la dott.ssa Rosanna Palazzi. Allarmante quadro nazionale e riscontro nella valle del Sacco.

 RIFIUTIAMOLI! BASTA INCENERITORI!

Sabato 2 aprile scorso si è svolto, presso la Sala Aldo Ripari in Via degli Esplosivi a Colleferro, l'incontro pubblico dal titolo “Ambiente, Inquinamento, Salute: non c’è più tempo da perdere”, con la dott.ssa Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, membro del Comitato Scientifico dell'Isde (Medici per l’Ambiente Italia) e la dott.ssa Rosanna Palazzi, Pediatra di base della ASL Roma G.
L'evento era collegato alla prossima manifestazione del 9 aprile control'ammodernamento degli inceneritori di Colleferro.

La manifestazione ha di mira la decisione della Regione Lazio che, con una recente Delibera, ha deciso di prolungare l'estensione dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) di questi ecomostri per i prossimi anni.

Nel suo prezioso intervento la dott.ssa Rosanna Palazzi, unico medico locale presente in sala, nonostante l'invito esteso a tutti i medici di base, ha fatto il punto sulla drammatica situazione sanitaria della valle, è partita dalla problematica della realtà orografica della stessa, ha ripercorso il vissuto industriale di Colleferro, causa dell'avvelenamento del fiume Sacco e delle falde acquifere, terminando con una panoramica sui risultati degli studi epidemiologici (studio Eras, Sentieri, ecc) sul nostro SIN (Sito di Interesse Nazionale).

L'intervento della dott.ssa Gentilini ha messo in evidenza l'importanza dell'ambiente sulla salute dell'uomo e la necessità di nuovi approcci precauzionali per la salvaguardarla, soprattutto nei bambini. Attraverso studi internazionali, ha inteso dimostrare come l'infanzia di oggi sia seriamente danneggiata da centinaia di sostanze tossiche che, inalate e ingerite, stanno provocando ciò che ha definito una transizione epidemiological'aumento cioè di patologie degenerative che stanno riducendo di fatto la speranza di vita di un bambino anche di 10 anni.
Si calcola che il 33% delle malattie infantili siano derivate da fattori ambientali modificabili.
Occorre rilevare per contro che i limiti di legge per la tossicità dei veleni vengono sempre stabiliti su un organismo adulto e che paradossalmente le Istituzioni sono sempre pronte a trovare un compromesso perché non siano le industrie a pagare il prezzo più alto. L'Italia, in base alle statistiche, risulta essere il Paese più malato rispetto all'Europa e agli USA, oltre a vantare il più alto indice di corruzione. 

La stima nel 2015 di malati di cancro è di 1 uomo su 2 e 1 donna su 3 con un'incidenza di cancro per i bambini del +2% contro l'1,1% dell'Europa e lo 0,6% degli USA. La stima per la fascia d'età 0/12 mesi è di un +3,2%.
Nelle zone più esposte a rischio inquinamento sono state trovate più di 300 sostanze chimiche nel cordone ombelicale come pesticidi, solventi, metalli pesanti, diossine, ecc., sostanze che danneggiano il cervello in via di sviluppo nel periodo prenatale causando la diminuzione del quoziente intellettivo, l'autismo e altre malattie degenerative.

L'Italia inoltre detiene il record europeo per morti ambientali per patologie legate al particolato prodotto dalle combustioni. Il particolato ultrafine (PM 10 e 2,5) penetra nei polmoni e apre a malattie anche neurologiche oltre che respiratorie, diabete, abortività e prematurità. Gli studi degli effetti sulla salute delle popolazioni che vivono vicino agli inceneritori hanno ampiamente dimostrato un incremento della mortalità soprattutto per cause respiratorie e cardiache e di cancro ai polmoni sul lungo periodo; nelle mamme un aumento della prematurità fino al 75%, dell'abortivita' spontanea fino al 30%; danni al cervello in via di sviluppo, un aumento sensibile dell'autismo, deficit cognitivi e disturbi comportamentali.

Questi dati, incontrovertibili, sono un preciso atto di accusa che dovrebbero orientare le scelte della politica nella direzione opposta.Invece, se nel 1994 un DM definiva gli “Inceneritori come industrie insalubri di classe I”, nel 2015 l'art.35 della Legge definita “Sblocca Italia” li definisce come "Insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente". 
La valle del Sacco come la terra dei fuochi?
Una domanda che spesso ci rivolgono e la risposta non è semplice; di certo si può dire che ci sono similitudini come con altri luoghi in Italia, vedi Taranto, Brescia e Bussi, in cui lo sviluppo industriale e la pratica indiscriminata del sotterramento di rifiuti ha evidenziato nel tempo ripercussioni sanitarie sulla popolazione. Tra i luoghi citati - i più menzionati sulle cronache nazionali -  esiste una relazione certa; chi ci vive ha più possibilità di contrarre tumori rispetto ad altri, di natura differente a seconda del contaminante sprigionato dalle attività industriali insistenti sia nel passato che nel presente. L'epidemiologia è una scienza dalle relazioni complesse: raccoglie ed organizza dati incontrovertibili che misurano l'impatto nei territori delle diverse patologie; permette di rilevare correlazioni tra patologie e determinati fattori di rischio presenti nell’ambiente, indirizzando la ricerca a scoprire gli effetti che gli inquinanti hanno sulla salute umana.
La storia dei siti inquinati ci racconta delle straordinarie resistenze opposte alla ricerca di queste catene causali, nonostante la relazioni tra inquinanti e patologie, spesso mortali, fosse stata evidenziata in modo incontrovertibile.
Siamo andati a fare un resoconto epidemiologico per la valle del Saccoriprendendo tutti gli studi finora effettuati e il risultato è estremamente allarmante. Le ricerche sono ben 8 e si sviluppano lungo tutto il corso del fiume, alcune di carattere generale a livello di area vasta, altre specifiche, localizzate su alcuni Comuni. 
I risultati del primo studio risalgono al 2006, un anno dopo l'istituzione del SIN. Le aree interessate erano circoscritte nei comuni di Colleferro, Segni, Gavignano e i risultati fornirono già allora una fotografia realistica di cosa stava subendo la popolazione. Tumori, ospedalizzazioni, ricoveri con numeri elevati superiori alla media regionale, solo per citarne alcuni.
In seguito lo studio iniziale è stato ampliato con quello sul betaesaclorocicloesano e successivamente con studi estrapolati sullo stato di salute della popolazione di Anagni e Ceccano, e quello specifico sui tumori infantili. Lo studio ERAS è uno studio a sè stante.
Tornando all’analisi della dott.ssa Gentilini ci preme sottolineare la situazione delleospedalizzazioni riguardo alle fasce di età 0/14 anni e 15/19anni, che riprende lo studio sui tumori infantili e ne mette in risalto le criticità descritte.
Per i 0/14 anni si evidenziano eccessi di ricoveri di un +40% (maschi e femmine) per tutte le cause rispetto alla regione Lazio per l’area 1, per intenderci, Colleferro-Segni-Gavignano, e del +18% (maschi) e +26% (femmine) per l’area 2 su Anagni-Sgurgola-Morolo-Paliano-Supino-Ferentino.
I dati ancor più gravi nello studio del DEP Lazio del novembre del 2011 sono il +281% (femmine) per il tumore all’encefalo e il +174% (maschi) per i tumori maligni del tessuto linfatico ed ematopoietico. Per i 15/19 anni l’incidenza è maggiore nell’area 2 con un +172% (maschi) per i tumori maligni, un +756% (maschi) per il tumore all’encefalo, e un +15% (femmine) per tutte le cause. Il tutto con un cluster concentrato nell’area di Anagni.
I dati illustrano una realtà che tutti noi conosciamo per esperienza diretta. Una realtà che richiede una adeguata struttura di assistenza sanitaria indispensabile per un’opera di prevenzione, per individuare e curare le diverse patologie, che ci accompagni dalla nascita alla vecchiaia.
Chiediamo che all'ospedale di Colleferro -ultimo presidio sanitario anche per l'alta Ciociaria, dove tutte le strutture esistenti sono state chiuse- siano destinate le risorse necessarie, provvedendo alla riapertura dei reparti smobilitati o in via di chiusura. Tuttavia il servizio sanitario non deve essere la somma di strutture, ma un sistema articolato nelle sue diverse funzioni e diffuso sul territorio. Tutte le decisione che hanno portato alla chiusura delle strutture sanitarie devono essere riviste e deve essere ridefinita la distribuzione dei servizi sul territorio.
Una battaglia molto difficile ma che deve essere combattuta poiché, dopo i disastri delle passate gestioni, ci scontriamo con scelte strategiche di spesa pubblica ed investimenti a dir poco discutibili: mentre la regione Lazio taglia l’assistenza sanitaria contemporaneamente prevede di investire decine di milioni di euro in nuovi inceneritori di cui il territorio non ha bisogno!

jazz fra improvvisazione universale e programma politco

Luciano Granieri

La settimana scorsa , presso la sede dell’associazione culturale “Oltre l’Occidente  si è conclusa la fase divulgativa, della storia sociale del jazz. Un viaggio iniziato nel dicembre dello scorso anno e giunto a termine in primavera. Ma cosa ne sarà del jazz una volta svincolato dalle radici afroamericane? E’ quanto approfondiremo venerdì prossimo 8 aprile dalle ore 16,00 sempre presso la sede di Oltre l’Occidente in Via Aonio Paleario,7 a Frosinone. Il tema è complesso per essere trattato con slide e narrazioni. Esiste un filmato che bene descrive quali vie il jazz, ma a questo punto è preferibile parlare di musica improvvisata, stia percorrendo. Sarà sorprendente scoprire come il nuovo linguaggio, oltre trasferire l’improvvisazione in una dimensione universale, possa costituire un vero e proprio manifesto politico. O meglio, fuori di ideologia, un programma di gestione del territorio a cui candidati sindaci o presidenti di Regione potrebbero tranquillamente ispirarsi. A seguire il progetto politico, proponiamo un altro video.  Un laboratorio di utopia, ovvero  l’improvvisazione popolare e  partecipata. In realtà anche questo potrebbe essere un manifesto sociale e politico  perché ha molto a che fare con la democrazia partecipata di  no-global memoria. Questa volta non mi va di rivelare più di tanto. Se volete saperne di più, ci vediamo domani , 8 aprile, dalle ore 16,00 presso la sede di Oltre l’Occidente in Via Aonio Palerario, 7.

mercoledì 6 aprile 2016

Due anni di tenda,la resistenza dei lavoratori la vergogna del sindaco

Luciano Granieri


Il 7 aprile di due anni fa la nostra città  ha acquisito un simbolo, e una vergogna . Il simbolo della lotta per il  diritto al lavoro e alla legalità,  la vergogna  della cattiva coscienza. Ci riferiamo alla tenda che i lavoratori della Multiservizi, società in-house, partecipata dal  Comune di Frosinone,dal Comune di Alatri, dalla Provincia e dalla Regione Lazio,  hanno installato davanti al Municipio del Capoluogo, per protestare contro la decisione unilaterale del primo cittadino frusinate  di barattare il loro sacrosanto diritto all’occupazione con interessi di bottega elettorale. Interessi la cui legittimità è  stata  condannata dai pronunciamenti della magistratura. 

E’ un simbolo la tenda. Qui da due  anni stanno soggiornando gli ex lavoratori della Multiservizi. E’  il vessillo della determinazione di chi non riesce ad  accettare di essere  esautorato dai principi costituzionali. Quei principi  per cui l’Italia è una Repubblica democratica  fondata sul lavoro e la  stessa Repubblica  riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro ,   promuove le condizioni che  rendano effettivo questo diritto.  Ottaviani è il sindaco di una città, che fino a prova contraria,  fa parte della Repubblica fondata sul lavoro e ha giurato su quella  Costituzione che impone di promuovere le condizioni che lo  rendano effettivo .   

Proprio per questo quella tenda è  contemporaneamente  una vergogna per la città. E’ l’icona della cattiva coscienza di un’amministrazione che preferisce sacrificare la dignità dei cittadini a biechi giochi di cassetta elettorale.  Tale   dignità   è calpestata da questo sindaco,   non  solo per  la sottrazione di lavoro, ma anche per  l’attentato alla salute dei  propri  amministrati. La firma di  un atto aziendale della Asl, che assicura un numero di posti letto inferiore  a quanto stabilito dalla legge, l’autorizzazione  alla costruzione di un impianto a biomasse nella città più inquinata d’Italia,  sanciscono irrimediabilmente la vergogna di un sindaco  attento esclusivamente a salvaguardare i propri interessi di bottega. 

Per tornare alla tenda ci piace rimarcare come la sua ingombrante presenza, di fronte al Comune, sia un  forte esempio di lotta. Anzi dalla forza di quei lavoratori  sarebbe necessario prendere  esempio per condurre e rilanciare conflitti epocali per altri diritti che stanno venendo meno nella nostra Provincia: il diritto alla salute pubblica, messo a repentaglio da una sciagurata gestione della Asl locale, e il diritto  all’accesso a beni e servizi indispensabili  per la vita delle persone come l’acqua. Un elemento naturale che la sciagurate  gestione di Acea, tesa a realizzare il massimo del profitto sull’erogazione idrica, nonostante un  referendum abbia stabilito il contrario, ha reso quasi inaccessibile per i cittadini della Provincia. 

Dunque oggi  festeggeremo due anni di lotta esemplare per il diritto al lavoro, ma denunceremo al contempo  due anni di vergogna ed infamia con cui l’amministrazione Ottaviani ha gestito la città, ritenendo Frosinone non un ente da amministrare nell’interesse dei cittadini, ma un feudo di sua proprietà.

Ripercorriamo la storia della Multiservizi e lo stato comatoso della nostra provincia in due video tratti  da Cioce con le ali WEBTV, un nuovo canale sperimentale costruito in collaborazione con Oltre l'Occidente, Aut Frosinone ed altri compagni di viaggio.



Ecco chi sono i veri evasori fiscali

Luciano Granieri


L’evasione fiscale in Italia ammonta a circa 122 miliardi l’anno circa. La lotta a questa piaga  è terreno su cui si sono cimentati e si cimentano i governi fin qui  succedutisi negli ultimi decenni alla guida del Paese, ma mai nessuno è riuscito nell’impresa di sconfiggere tale conclamata ruberia ed ingiustizia. 

La difficoltà maggiore è individuare gli evasori, soggetti smaliziati e sfuggenti. Ebbene noi di Aut, siamo riusciti finalmente a smascherare questi maramaldi. Potrà sorprendervi ma gli evasori più incalliti non sono gli speculatori finanziari, né coloro i quali redigono dichiarazioni dei redditi smaccatamente false. Non sono i mega imprenditori che denunciano dei guadagni nettamente inferiori ai propri dipendenti, né coloro i quali allocano le loro ingenti accumulazioni nei paradisi fiscali. 

Udite udite!  I veri evasori fiscali, i più spietati sono i disoccupati. O meglio i licenziati che hanno percepito il sussidio di disoccupazione. Questi sciamannati non si preoccupano se le prestazioni contributive loro erogate dall’Inps,  siano sufficienti a completare il recupero delle ritenute fiscali. Se ne fregano,  incuranti del fatto che,  a causa di tale  imperdonabile e colpevole manchevolezza l’evasione fiscale è arrivata al 7,5% del Pil. 

Fortunatamente l’istituto guidato da Boeri ha l’occhio vigile, meglio della pur scrupolosa guardia di finanza, per cui questi delinquenti sono stati smascherati. Siamo in grado di produrre la documentazione per cui uno spietato contribuente, sconosciuto al mondo del lavoro, ma  non al fisco, per l’anno 2014 è riuscito ad evadere somme stratosferiche esattamente:  0,08 euro di Irpef, 0,01 euro di addizionale regionale.  Ancora il gaglioffo ha evaso 29,62 euro di saldo per l’addizionale comunale e 23,69 euro relative all’acconto addizionale  comunale per il 2015. Anche se il fellone nel 2015 non ha percepito più il sussidio di disoccupazione, e dunque non era materialmente in possesso di un reddito per versare qualsivoglia acconto, il dovere di contribuente doveva essere assolto, magari andando a chiedere l’elemosina, rilasciando la fattura all’occasionale benefattore, s’intende.  Si sa l’elemosina a nero è reato. 

Sembra una boutade ma quanto descritto  non è uno scherzo, è crudelmente vero  e la documentazione che segue lo dimostra. Questa vergognosa vicenda fa emergere la spietatezza, la cattiveria con cui la classe dominante, composta  dagli speculatori e dai loro fedeli scudieri politici, tratta i più poveri e i più deboli. E’ profondamente immorale contare i peli sul culo ai disoccupati che stanno  percependo un misero  sussidio di disoccupazione,  raschiando il barile per ricavarne pochi spiccioli, e nel contempo, aumentare la quota d’uso del denaro contante da 1.000 a 3.000, non considerare punibile penalmente chi commette reati fiscali per un importo inferiore al 3% dell’imponibile. In realtà questa è la legge del più forte. La legge dei paladini dell’accumulazione finanziaria , vincitori della lotta di classe, i quali non fanno prigionieri, ma vogliono umiliare e sterminare defintivamente l’orrendo nemico.  














































martedì 5 aprile 2016

CAMPAGNA RIFIUTIAMOLI! SABATO 9 APRILE 2016 MANIFESTAZIONE A COLLEFERRO CONTRO GLI INCENERITOR

Associazioni e Comitati aderenti alla Campagna RIFIUTIAMOLI!

Da diversi mesi, comitati di quartiere, associazioni e singoli cittadini si stanno mobilitando in risposta alla decisione della giunta regionale di estendere l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A) ai due impianti di incenerimento siti nel comune di Colleferro.

Contro tale provvedimento, che prolungherebbe per molti anni il loro funzionamento, l’amministrazione comunale di Colleferro, insieme a diverse associazioni e comitati
del territorio, hanno intrapreso un ricorso al tribunale amministrativo regionale (T.A.R.) del Lazio, contestando l’illegittimità del procedimento di autorizzazione seguito dalla regione e per impedirne l'approvazione.
Si sta concretizzando, inoltre, la possibilità che i due inceneritori, attivi dal 2002 e collocati nel quartiere di Colleferro Scalo, vengano comprati da Ama-Acea e vadano in contro al "revamping" (cioè ammodernamento) così da poter essere mantenuti in attività per altri anni, anche decine.

Questa eventualità diventa sempre più concreta anche grazie ad una politica nazionale sconsiderata che, con l’art. 35 dello Sblocca Italia, incentiva la costruzione di nuovi impianti di incenerimento, a cui viene attribuito una funzione strategica, al fine di far venir meno il principio di autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale. Secondo questo criterio scellerato, a Colleferro, continueremo a bruciare rifiuti provenienti da altrove, mantenendo lo stesso ciclo dei rifiuti al quale ci siamo sempre opposti.

Tutto questo accade all’interno del perimetro Sito di bonifica di Interesse Nazionale (SIN) Valle del Sacco, tra i più estesi d’Italia, nel territorio che ha visto i responsabili dell’ex Consorzio Gaia S.P.A. protagonisti di un processo penale per smaltimento illecito di rifiuti.
Un territorio tristemente noto anche per l'allarmante fotografia tracciata dalla ricerca epidemiologica. Sono ben 8 gli studi epidemiologici condotti, tra cui Sentieri ed
ERAS (peraltro finanziata dalla stessa regione Lazio) che imputano agli inceneritori l'aumento in numero dei ricoveri ospedalieri per malattie polmonari e bronco polmonari cronico ostruttive.

Per questo territorio tremendamente vessato dal punto di vista ambientalechiediamo una moratoria delle emissioni e la chiusura immediata di questi impianti antieconomici ed obsoleti, in favore di una politica ambientale più sostenibile e priva di impatti sul territorio e soprattutto a tutela della salute dei cittadini e dell’intero ecosistema nel quale vivono.

Per questo, Sabato 9 Aprile, daremo vita ad una grande manifestazione, che partirà alle ore 14:30 dal piazzale di Colleferro Scalo e si muoverà per tutta la città,  far capire a chi, dall’alto, prende le decisioni per questa valle che noi non siamo disposti a cedere.

Scendiamo in piazza per un futuro migliore, scendiamo in
piazza per poter consegnare ai nostri figli un territorio diverso, che traendo insegnamento dal passato, si riscatti.