martedì 10 gennaio 2017

Frosinone: gaudio e giubilo dei dirigenti Pd per la straordinaria vittoria elettorale.

Luciano Granieri


foto tratta dal sito perteonline.it


Straordinaria affermazione elettorale del Pd nella Provincia di Frosinone. Alle ultime elezioni il Partito Democratico ciociaro ha ottenuto una maggioranza schiacciante. Sei consiglieri su dodici sono  di provenienza dem,   così come il  presidente Antonio Pompeo . Il resto dell’assise è composto da  quattro consiglieri del centro destra ,un consigliere per i  centristi e uno della coalizione composta da socialsti-sinistra italiana-possibile-comunisti fiancheggiatori. 

Esulta il segretario del Pd locale Simone Costanzo definendo  stratosferico il risultato della tornata elettorale. “Abbiamo sgombrato il campo da equivoci e   divisioni presentando un partito unito dalla chiara identità politica” è la dichiarazione di Sara Battisti, presidente dei democratici frusinati. “Siamo pronti a ricostruire il centro sinistra” è la valutazione  comune a tutta la dirigenza dem.  

Ma anche Mauro Abruzzese consigliere regionale di Forza Italia  esulta per il risultato del centro destra definito ottimo: “Siamo pronti a fare proposte  ed a far valere  le nostre posizioni per il bene di questo territorio”. Andrea Amata, dei centristi è estremamente  soddisfatto del risultato ottenuto dalla sua lista, che  si schiererà, manco a dirlo, affianco del Pd. Contenti  anche i “diversamente sinistri”. La consigliera regionale, Daniela Bianchi, Sinistra Italiana,  è entusiasta  dell’ingresso in consiglio di Luigi Vacana e offre, senza indugi ,la collaborazione di tutto lo schieramento per lavorare a proposte utili per il territorio.  Insomma a partire dai comunisti fiancheggiatori, fino ad arrivare ai fascisti xenofobi, passando per i dem, hanno vinto tutti . 

Ma allora chi ha perso?  E’ chiaro, sconfitti ne sono usciti gli elettori che non hanno potuto votare. Risulterà evidente, a questo punto, che stiamo parlando del risultato delle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale di Frosinone. Contesa elettorale  in cui votano consiglieri comunali e sindaci,  ma non i cittadini .   Sono escluse proprio   le persone in carne ed ossa  che comunque dovranno subire sulla loro pelle  le decisioni di questi allegri dopolavoristi.  

Neanche l’elezione della presidenza di una  scalcinata bocciofila, avrebbe potuto essere più misera della pastetta provinciale.  Del consiglio precedente sono stati confermati otto consiglieri su dodici, tutto è rimasto com’era. Se la sono cantata e se la sono suonata, come era prevedibile, non avendo in mezzo alle scatole quei rompicoglioni di elettori. Non è un caso che il Pd torni  a vincere  una contesa elettorale, dopo le sberle prese alle amministrative, e soprattutto  al referendum, proprio quando il voto è “cosa loro”.  

Questa squallida vicenda valorizza ancora di più il risultato del referendum costituzionale. La grande affermazione del no ha evitato che un’allegra e più agguerrita  masnada di dopolavoristi,stile consiglio provinciale,  andasse a bivaccare in Senato, in spregio alla sovranità popolare.  Proprio il risultato referendario dovrebbe far riflettere sull’evidenza che la gente , vuole scegliere i propri rappresentanti sia a livello nazionale che  a livelli locale, consigli provinciali compresi. 

Ma in un contesto sociale politico ed economico in cui bisogna assicurare gli interessi dei potentati finanziari il popolo non deve disturbare. Meno si esprime e meglio è.  Si dimentica che un caposaldo delle dinamiche democratiche è la partecipazione. Questa, oltre ad esigere la prerogativa,  del voto prevede la possibilità di disturbare quel manovratore che non si adoperasse  per gli interessi della collettività.  Da tali  semplici rivendicazioni dovrebbe partire e procedere l’azione politica di quei movimenti che così efficacemente hanno difeso la Costituzione dall’assalto renziano pidduista. Potrebbe essere una buona base di partenza.

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