lunedì 9 gennaio 2017

NON SI MUORE DI FREDDO MA DI ABBANDONO SOCIALE

 Agenzia Stampa CARC



Esistono norme di prevenzione e sicurezza per le calamità naturali e le emergenze climatiche del paese (piani di intervento in occasione di terremoti e frane, per ripulire dalla neve paesi e strade e soccorrere le zone più impervie e meno raggiungibili, piani territoriali di prevenzione del dissesto idrogeologico ecc) che non vengono applicate e seguite. Solo nella regione Toscana sono 400 mila gli alloggi vuoti, che si aggiungono ai centinaia di migliaia nelle altre regioni, che potrebbero essere utilizzati da un governo per mettere mano all’emergenza abitativa.
I senza-tetto morti per il freddo, così come gli enormi disagi di viabilità e i danni causati dal maltempo, le problematiche che quest’ultimo provoca alle popolazioni colpite dal terremoto (per via delle strutture poco idonee a resistere al freddo, soccorsi allo sbando, le attività dei piccoli produttori come l’allevamento non tutelate ecc) non sono effetti di eventi imprevedibili e straordinari: sono l’effetto della mala gestione del paese da parte di una classe dominante che non ha interesse e non trova profitto dal fare ciò che è necessario e negli interessi delle masse popolari. Basti guardare alla celerità con cui vengono stanziati miliardi per salvare i debiti di banche e speculatori finanziari (ultimo è il caso MPS!) e alle briciole che vengono destinate agli sfollati dei terremoti degli scorsi mesi, alla tutela del territorio, delle infrastrutture, all’emergenza abitativa e così via. Morti, disagi, sofferenze fanno tutti parte della guerra di sterminio non dichiarata che la classe dominante promuove a danno delle masse popolari, mentre sventola come spauracchio la paura del terrorismo. Nel frattempo i morti in casa nostra aumentano giorno dopo giorno: quelli per il freddo si aggiungono a quelli sul posto di lavoro, per la malasanità, la disoccupazione. Il vero terrorista, nel nostro paese, è la classe dominante che si lava la coscienza con l’elemosina del clero, piangendo lacrime di coccodrillo sulle disgrazie evitabili, con le passerelle televisive, le promesse di un futuro migliore che non può garantire mentre a mani basse approfitta e sfrutta, ruba e specula, inquina e devasta.
Sta alla classe operaia e alle masse popolari quindi prendere in mano le redini del paese, sta a tutti quegli organismi operai e popolari che già oggi resistono a questa guerra (esempio su scala nazionale sono le Brigate di Solidarietà Attiva, il Movimento NO TAV ecc), e che devono rivoltarla contro la borghesia stessa costruendo un proprio governo, un governo d’emergenza popolare che si occupi da subito dello stato d’emergenza in cui versa il paese.

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