Non c’è niente di meglio, se vuoi chiarirti
le idee sulla campagna elettorale di
Frosinone, che una passeggiata dall'edicolante per comprare il giornale.
Soprattutto di giovedì. La camminata verso il giornalaio è una
sana abitudine mattutina, ma in particolare - da quando mi hanno portato il
mercato sotto casa, perché la sede originaria intralciava i lavori del nuovo
stadio - il giovedì o vai a piedi o ti blocchi con la macchina appena fuori dal
cancello.
Stamattina un sole splendente e un piacevole tepore, sollecitava vieppiù
l’ameno passeggio. Certo respirare gli
scarichi delle macchine ferme in fila non era molto igienico , ma per i miei
polmoni, così come per quelli di tutti i
cittadini frusinati, abituati ad inglobare PM10 in quantità industriali, l’aria di stamattina era più che salubre.
Ad un certo
punto mi trovo davanti la solita vela elettorale, per giunta parcheggiata in
seconda fila così da ostruire parte della carreggiata. Mi indigno. Non si fa, proprio non si fa. Un aspirante
sindaco non può intralciare il traffico contravvenendo alla regole del codice
della strada. Poi, vedendo che il faccione ritratto nella vela era quello del dott. Fabrizio Cristofari, capisco
la strategia. Il presidente dell’ordine dei medici per la provincia di Frosinone
è il candidato del Pd.
Nell’ultima consiliatura targata Pd, quella a guida
Marini, il bilancio previsionale del 2012 metteva all’attivo l’imponente somma di un milione e mezzo di euro. Soldi procacciati dalle multe che i cittadini avrebbero pagato
per infrazioni al codice della strada. Cioè
gli assessori contabili, erano già in grado di prevedere l’entità
delle contravvenzioni che sarebbero
entrate nel 2012, anzi più infrazioni
avrebbe accertato la municipale, e meglio sarebbe stato per la salute
del bilancio.
Una riflessione nasce spontanea. Dunque il cittadino virtuoso non è quello
che evita di parcheggiare in doppia fila per non intralciare il traffico, ma è
colui il quale, grazie alla fermata selvaggia, provvede, pagando la conseguente
multa, a foraggiare le esangui casse
comunali, altro che fondi europei! Quindi il parcheggio della vela di Cristofari,
candidato sindaco del Pd, era un esempio su come il cittadino dovrà
comportarsi per
rendere un servigio alle casse asfittiche dell’Ente, qualora il cardiologo dem frusinate dovesse vincere le elezioni.
Impicciato in questi pensieri, entro dal
giornalaio. Anche l’edicolante mi fa notare il disinvolto parcheggio del furgoncino elettorale. Poi sconsolato aggiunge che da quando è
iniziata la campagna per le comunali è
assediato da candidati che gli chiedono
insistentemente il voto. “Uno è arrivato a dire che se lo voto, e
viene eletto, il prossimo anno non mi fa
pagare la tassa sull’occupazione di suolo dell’edicola” aggiunge sconsolato
il tapino. “Si così l’anno dopo la tassa
la paghi raddoppiata, anzi triplicata” rispondo io. Lui conviene, ma un
dubbio lo assale:”E però fra tanti
candidati chi posso scegliere? Non ci
sto capendo niente”. “E’ difficile–
ribatto io - negli ultimi vent’anni la logica del governo cittadino, espressa sia dalle
giunte di centro sinistra, che di
centro destra, supina al volere dei
palazzinari, ha portato la città allo sfascio”.
Il mio amico giornalaio mi guarda smarrito. “Ma qualcuno dovrò pur votare…..!”
Ci pensa su un po’ poi sbotta: “Vabbè
vorrà dire che voterò la sorella di mio cognato almeno rimane tutto in famiglia”.
E’ proprio vero una passeggiata mattutina nelle vie del mercato di Frosinone diventa illuminate
per capire le nuove (vecchie) strategie
elettorali, pianificate dal nuovo (vecchio)
esercito di arrembanti, aspiranti, sindaci , consiglieri,
assessori . Vot’ Antonio…..Vot’ Antonio…..Vot’Antonio.
Preciso a scanso di equivoci. Antonio, non è altri che
Antonio La Trippa il candidato impersonato
da Totò nello spassoso film di Corbucci “Gli Onorevoli”. Non credo ci sia
un Antonio La Trippa fra i seicento e passa candidati a Frosinone. Qualora
ci fosse, è chiaro che la mia non voleva essere campagna elettorale , ma un semplice ricordo
di quella formidabile figura comica interpretata da Totò. Qualsiasi riferimento
a fatti e persone è puramente casuale.
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