venerdì 14 luglio 2017

fiano romano

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato Provinciale di Frosinone


A prescindere dalle simpatie, che nel caso dell'On. Fiano ci risultano politicamente piuttosto distanti, l'ignominioso insulto rivoltogli da un signore che così chiarisce quanto sia ormai logoro il significato del termine "onorevole" ci provoca incontenibili stimoli di ribrezzo.
D'altro canto, si dovrà pur riflettere sul come mai certi figuri possano sedere il Parlamento, dove ormai non c'è più limite alla vergogna. E altrettanto si deve cercare di capire come mai certe notizie diventino di grande e generale interesse quando la vittima è un personaggio in vista, mentre passano in ultima di cronaca, se va bene, quando atti anche più gravi ledono persone e luoghi non così illustri.
Detto questo, ci sembra che ancora una volta si debba fare il punto anche sulle reazioni che vengono da ogni dove, volte o ad enfatizzare la cosa distorcendone la qualità (si tratta di fascismo razzista ed antisemita,non di semplice anche se grave insulto o di attacco al faticoso lavoro del parlamentare della Repubblica) o, viceversa ma omologamente, a minimizzarla (Sallustri ha definito "un cretino" l'autore del post offensivo, mentre egli è più pericolosamente un intollerante ed un sovversivo).
Qui, infatti, non si tratta di buona educazione o di quoziente intellettivo (soltanto), ma di concezione del sistema di relazioni che definiamo democrazia, che si esplica nel riconoscimento della libertà e della dignità altrui. Sapendo che è un altrui, e che quindi non ci è omologo. 
E questo, che se considerato superficialmente può essere derubricato a sofisma per pignoli, conduce invece a conseguenze molto, molto gravi per il corretto funzionamento del dibattito politico e per i suoi risultati.
L'uscita geniale del detrattore di Fiano, infatti ormai impedisce di valutare seriamente e serenamente la sua proposta di legge sul contrasto all'apologia di fascismo, perché l'occhio si è spostato inevitabilmente dal merito della questione alla difesa o al vilipendio della dignità dell'On. Fiano.
Dunque, nell'esprimere la massima solidarietà umana e politica all'On. Emanuele Fiano, e nel sollecitarlo a continuare la lotta per l'affermazione democratica dei suoi convincimenti che non condividiamo se non in modesta parte, invitiamo lui, il suo partito e le forze disposte a ragionare seriamente sul tema della civiltà democratica a riflettere seriamente, magari, se non è chiedere troppo, insieme a noi che di questo tema facciamo la ragione di esistere politicamente.
Riflettere, ad esempio, se sia stato utile, da parte di forze comunque democratiche ed antifasciste, tentare di dividere (senza riuscirci, per fortuna, ma questo è un altro tema) il corte del 25 Aprile a Roma, o di assalire la Costituzione facendola sembrare più vulnerabile di quello che è, e facendola percepire come un arredo disponibile per qualsiasi ristrutturazione da parte dell'affittuario di turno, o di tentare, in quel contesto, di dividere l'ANPI e le forze antifasciste coem se questo potesse in qualche modo essere un vantaggio per il sistema democratico.
O se sia ancora da sopportare il fatto che Prefetti, Governo, gestori vari dell'ordine pubblico e delle condizioni di agibilità democratica del nostro Paese sfuggano così spesso (non sempre, ma spessissimo) ai loro precisi doveri, ed evitino di disturbare i manipoli di facinorosi che insidiano le Istituzioni stesse e soprattutto le norme di convivenza sociale e civile, accampando scuse puerili e inconsistenti come il non voler dare loro visibilità o la mancanza di norme al riguardo.
Voglia crederci, l'On Fiano e tutto il suo partito ed il Governo: moltissimo c'è da fare, e i fronti educativo, formativo e repressivo non sono in contrasto se ben guidati e messi al servizio del bene civile. Vogliamo dire che considerare il fascismo come una opzione politica quando invece è delinquenza che soffoca la politica, è molto vicino al favoreggiamento, e comunque è complicità almeno politica.
Pertanto chi come l'On Fiano, il PD ed il governo sono assai lontani dal simpatizzare per le dittature e per la politica ridotta a scorribanda ripensi agli errori commessi in decenni e decenni di mancato intervento, all'oblio cui è stata condannata la storia più recente e più nobile del nostro popolo, a ciò che abbiamo chiamato già dagli anni '60 del secolo scorso "democrazia bloccata", "resistenza tradita",  Costituzione incompiuta", e facciano tutto ciò che oggi (del passato non hanno colpa, ma il futuro dipende da loro) è in loro potere e dovere per rimettere il treno sui binari, per ridare cioè alla stragrande parte del popolo italiano le condizioni per sentirsi davvero cittadini di una Nazione fondata sulla civiltà e non prigionieri dell'inefficienza dello Stato e dell'arbitrio di indisturbati corsari.

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