giovedì 13 luglio 2017

Cos'è più di sinistra sovvenzionare le banche o aiutare i poveri?

Luciano Granieri



E’ in pieno svolgimento  il dibattito sulla possibilità  di costituire un movimento politico alla sinistra del Pd, una discussione non certo originale. Ci si concentra sul numero di soggetti  in campo,  se  debba esistere una lista unitaria o più liste. In particolare, il movimento dei civici, costituito per volontà di Anna Falcone  e Tomaso Montanari, straordinari animatori della battaglia referendaria contro la riforma costituzionale renziana, si sta confrontando con il raggruppamento che si  è raccolto attorno all’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Da un lato ci sono le forze che hanno  animato il contrasto alla riforma costituzionale sul piano dei contenuti,  difendendo lo spirito di tutela sociale della Carta,   dall’altro i fuori usciti dal Pd renziano, Bersani, Gotor e Massimo D’Alema rientrato prepotentemente nei giochi come novello paladino della sinistra. 

Il confronto, a volte anche qualitativamente elevato, riguarda  contenuti più o meno comuni (rivalutazione del lavoro, superamento delle diseguaglianze)  ma spesso si impantana su questioni di alchimia elettorale, di rivalutazione o meno delle politiche del prodiano centro-sinistra che fu, a proposito anche il professore bolognese è entrato nel dibattito. 

 Se  la piega che ha preso la discussione  è questa,  l’obbiettivo dichiarato da entrambi i movimenti di riportare alle urne i delusi di sinistra sarà completamente disatteso e si rischierà di rinnovare l’ennesima esperienza fallimentare già vissuta con le liste Arcobaleno, la lista Ingroia  e altre alchimie simili . 

Per fare chiarezza sulle finalità dell’operazione che si vuole tentare è sufficiente aprire i giornali di oggi e soffermarsi su due notizie. La prima riguarda il rapporto dell’Istat sulla povertà . In base a quanto riportato dall’istituto di statistica nel 2016 vivono, si fa per dire, in Italia quasi 5milioni di individui  in povertà assoluta, il 12,5% dei quali sono bambini. La seconda dà conto dell’approvazione alla Camera del decreto che regala gli asset  remunerativi  delle banche venete ad Intesa San Paolo. Attenzione, un decreto inemendabile così come imposto da la stessa Intesa San Paolo, pena il ritiro dall’affare dell’Istituto Piemontese. A parte la bestemmia istituzionale  per cui il Parlamento si fa dettare contenuti, tempi e modi di approvazione delle leggi da una banca, quella votata per decreto da Montecitorio è una delle più grandi operazione di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite mai pianificate. 

Per l’acquisizione delle parti buone delle banche venete Intesa San Paolo, si fa regalare dallo Stato, quindi dalla collettività,    5miliardi e due per la riorganizzazione degli istituti acquisiti , in più lo Stato, sempre la collettività,  si accolla i crediti deteriorati mettendo disposizione risorse fino a 17miliardi. Ciò che è stato approvato ieri alla Camera,  determina che noi cittadini perdiamo la bellezza di 22miliardi di euro,  mentre (secondo le stime di Medio Banca Securities) Intesa San Paolo, già oggi,  può assicurare ai propri azionisti un aumento dell’utile  per ogni azione pari al   6% . Tutto ciò in barba ai quasi 5milioni di poveri,  di cui il 12,5% sono bambini, i quali  con misure sociali pari a 22miliardi di euro un po’ meno poveri potrebbero diventare. 

Ora il ragionamento per capire come definire una lista di sinistra  è molto semplice: si preferisce spendere 22miliardi per le banche o sarebbe meglio destinare questi fondi  a misure per combattere la povertà? La risposta, se si parla di “sinistra”, dovrebbe essere scontata, ma non  lo è. Contro il decreto” arricchisci San Paolo” hanno votato i 13 deputati di Sinistra Italiana, ma  a favore si sono espressi 17 deputati di Mdp-Articolo 1 (cioè i bersaniani , dalemiani, gotoriani)  quelli che stanno con Pisapia. 

Domanda:  una lista unica con tali soggetti ,per chi si professa  di sinistra, può avere un futuro? Bisogna dirle queste cose. Se no non si uscirà mai dagli equivoci. Anzi proprio a partire da queste vicende è necessario che un movimento finalizzato alla lotta alle diseguaglianze, la redistribuzione del reddito - e  che si ponga l’obbiettivo di  ridare rappresentanza a quel popolo di sinistra che non va più a votare -sia per la nazionalizzazione delle banche e delle aziende che chiudono  per andare a fare profitti all’estero.  

Cioè tale  movimento deve porre al centro della sua politica una lotta aspra e dura al capitalismo.  Questo dovrebbe essere un obbiettivo imprescindibile e la condizione base   per vedere chi ci stà e chi no.

Nessun commento:

Posta un commento