venerdì 28 luglio 2017

Vertenza Frusinate: accordo regionale mobilità in deroga

Di Pede Giuseppe,  Resp.  Lavoro Prc - Se





Un sospiro di sollievo per l’accordo regionale sulla mobilità in deroga per le zone di Frosinone e Rieti. E’ questo il nostro giudizio.

E’ un accordo necessario, ma che non risolve del tutto la  situazione alquanto complicata del nostro territorio, maglia nera  tra le province Lazio per i dati occupazionali, la cui situazione di recessione da anni, è indecente e preoccupante.

Finalmente si inizia a parlare di politiche attive. D’altronde non esistono altre strade dato che gli ammortizzatori sociali senza politiche attive non servono a nulla, anzi, rischiano di essere controproducenti in quanto possono indurre il lavoratore ad adagiarsi e perdere il senso della dignità che solo il lavoro può conferire.

Profondo apprezzamento per il Comitato dei disoccupati: la loro battaglia è stata importante per raggiungere lo scopo. Non hanno mai mollato e con caparbietà e determinazione sono riusciti a rimettere il lavoro al centro dell’agenda politica.

Rifondazione è stata sempre al fianco del comitato con tutte le proprie energie, rispettandone sempre l’autonomia e l’autorevolezza dei temi che da anni propongono.

Non ci fermiamo adesso, diamo continuità agli sforzi fatti e insieme a tutte le forze interessate costruiamo un grande fronte a sostegno di una legge regionale per il reddito minimo.
 Rifondazione Comunista è a disposizione e risponde favorevolmente agli appelli di “Uno e Tre” e del “Comitato dei disoccupati”.

Bisogna riformulare radicalmente le politiche per il lavoro per questa provincia, così non và bene, sono ormai troppi anni che si và avanti con proroghe e ammortizzatori in deroga che non hanno certo migliorato la situazione.

Si stanno perdendo antichi mestieri, l’artigianato continua a scomparire dopo la fagocitazione subita da parte di una facile e illusoria industrializzazione cresciuta negli anni ’70 e subito morta nei ’90; l’agricoltura è un lontano ricordo ai limiti del folklore;  le aziende chiudono o se va bene sono in cassa integrazione; per i giovani il lavoro è un miraggio: oltre il 50% di loro non ne ha mai avuto, molti vanno via, molti sono costretti a sopravvivere ed hanno smesso di cercarlo, molti sono sfruttati in indegni lavori sottopagati; le pensioni dei nonni sono diventati per i  più un miserrimo ammortizzatore sociale.
Quanti di questi giovani, ad esempio, potrebbero essere coinvolti in uno sviluppo del turismo nel nostro territorio? Una provincia, la nostra che non ha mai considerato seriamente il turismo come risorsa economica: abbiamo posti incantevoli, bellezze artistiche, storiche e naturalistiche incomparabili, borghi bellissimi, insomma un territorio da proporre quale meta di un turismo che possa valorizzare il territorio creando occupazione e reddito.

E intanto la situazione degli ammortizzatori sociali in Italia è a un vero e proprio tracollo: la riforma Fornero prima e il Jobs Act dopo, hanno smantellato un importante impianto di sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro.

La cancellazione della mobilità ordinaria e della CIGS per cessazione di attività, è stato un crimine verso chi perde il lavoro; l’istituzione della naspi in sostituzioni di detti ammortizzatori assomiglia ad una carità dello stato verso chi perde il lavoro.

I questa situazione l’allungamento dell’età pensionistica determina quanto c’è di peggio in termini di destrutturazione sociale del paese.

Queste sono le scelte passate attraverso il voto in parlamento e l’avallo dell’azione del governo a guida PD da parte di MdP (D’Alema – Bersani-Speranza) che, insieme a tutte le altre forze neoliberiste, hanno raccontato che tali interventi li chiedeva l’Europa e che sarebbero stati necessari al fine di far ripartire il paese.

Dove sono finiti quei risparmi dovuti ai tagli a senso unico? Su cosa si è puntato per riavviare la crescita? Era proprio questo che chiedeva L’Europa? Oppure imponeva di non risparmiare risorse per salvare pezzi del sistema bancario condotto da una classe dirigente truffaldina?

Noi sappiamo che ad arricchirsi in questi anni sono state le banche e gli speculatori, e che le ricchezze sono concentrate nelle casse di poche famiglie straricche!!!

Dato questo stato delle cose, Rifondazione Comunista non è interessata a stringere accordi con forze politiche che ne sono responsabili, ma piuttosto è interessata a riprogettare e a ricostruire in termini di programma politico a breve e medio termine quanto perduto in tema di diritti del lavoro, di diritto al lavoro, di sviluppo economico ecocompatibile e con chi è seriamente interessato a perseguire questo orizzonte.


Nei prossimi mesi metteremo in campo una forte iniziativa, al fine di guardare dentro le piaghe della nostra provincia e del nostro paese, e rimettere al centro dell’attenzione le politiche sociali e del lavoro in una provincia che deve cambiare, che per farlo sappia riconoscere tutti i mezzi e le opportunità già disponibili. Qui ed ora.

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