mercoledì 26 luglio 2017

Meglio il dividendo che il tubo.

Luciano Granieri





Amici risparmiatori, investireste in azioni Acea?  La gestione della risorsa idrica che la multi utility romana sta portando avanti nel Lazio, e in particolare a Roma e Frosinone, attraverso le proprie controllate, Acea Ato2 e Acea Ato5 è assolutamente deficitaria. Com’è noto per evitare di lasciare la città di Roma a secco si sta svuotando il lago di Bracciano e, nonostante ciò, nella Capitale l’acqua è razionata. Le  fontanelle tipiche di Roma i cosiddetti “nasoni” sono state chiuse. 

La Regione ha vietato  ad Acea  la captazione idrica nel lago di Bracciano per non comprometterne definitivamente l’eco sistema  , la riposta della società di Via Ostiense è stata perentoria, senza l’acqua del lago Roma rimarrà definitivamente a secco. La ragione della mancanza di flusso idrico    è dovuta anche  alla notevole dispersione   determinata  da una  rete vecchia  di 30  e, in alcuni casi, di  50 anni. Il 40% dell’acqua di Roma finisce per le strade. La stessa situazione si verifica a Frosinone, anzi qui è peggio, la dispersione arriva al 70%. 

Dunque, l’acqua non arriva perché si disperde,    il lago di Bracciano rischia di scomparire  per i prelievi continui. Stiamo descrivendo un servizio inefficiente e dispendioso. Se una società incaricata di distribuire la risorsa idrica in città non riesce a svolgere il proprio compito, ma anzi crea disagi allagando le strade e prosciugando i laghi  significa che non è efficiente . Alla luce di quanto detto ripeto la domanda ai risparmiatori. Comprereste la Azioni di Acea? Una risposta esauriente arriva dalle maggiori banche d’affari i quali consigliano caldamente di investire nella multi utility romana . Come si giustifica questo invito ad acquisire quote di  un’azienda così inadempiente? E’ la finaziarizzazione dei servizi bellezza! Quello che si voleva evitare  con il referendum del 2011. 

Le cose stanno così. Per risolvere il problema, o iniziare a risolverlo, sarebbero necessari investimenti per il ripristino e l’ammodernamento della rete. Ma se ciò avvenisse calerebbero i dividendi degli azionisti. Acea attraverso la sua controllata Ato2 realizza a Roma un utile di 70 milioni di euro l’anno. Il 94% di tali utili non viene investito per aggiustare una rete colabrodo, ma finisce dritto nelle tasche dei soci azionisti.  E se proprio fosse necessario qualche soldo per manutenzione  Ato2, e le altre controllate, possono chiedere un finanziamento ad Acea-holding la finanziaria del gruppo, la quale concederà il prestito alla sua controllata (praticamente a se stessa) addebitando gli interessi sulla fattura degli utenti , cioè sulle spalle di tutti i cittadini. 

Tanti soldi in bolletta (compresi gli interessi di un eventuale  prestito)   poca acqua erogata, e pure male, ecco che il margine per gli azionisti diventa più che appetibile, mentre i cittadini devono fare i conti con rubinetti a secco e strade allagate. Se quei 70 milioni  di euro venissero reinvestiti nell’ammodernamento della rete e nel miglioramento del servizio, i cittadini ne godrebbero in termini di utilizzo dell’acqua e di risparmio nella tariffa, ma gli azionisti vedrebbero pochi soldi e ciò non va per niente bene. Gli advisor finanziari non consiglierebbero di investire in Acea, e si sa, bisogna sempre accontentare  gli investitori anche  a costo di costringere  la gente a morire di sete. 

Un altro fatto curioso e surreale è che per scongiurare il blocco dell’erogazione idrica a Roma - minacciato da Acea a seguito del divieto imposto dalla Regione Lazio di prelevare l’acqua dal lago di Bracciano - le parti  (Acea e Regione) sono state invitate dalla sindaca  di Roma Virginia Raggi in Campidoglio per un confronto finalizzato a far rientrare  l’emergenza. Ma Virginia Raggi, come sindaco di Roma, non è il maggior azionista di Acea con il 51%  delle quote? 

Non è un soggetto terzo, è, o dovrebbe essere, essa stessa  Acea. Eppure sono gli azionisti privati di minoranza a dettare le regole (GDF Suez e Caltagirone), come se il socio di maggioranza non esistesse. Che ci faceva la sindaca Raggi seduta fra le parti?  Sarebbe dovuta stare nel lato di Acea  come maggiore azionista ad esigere che i dividendi, pure  spettanti  al Comune di Roma, fossero investiti nel miglioramento del servizio. L’aveva detto in campagna elettorale( VEDI QUI).  Qualora fosse diventata sindaca, Virginia Raggi  avrebbe cambiato il management di Acea e avrebbe iniziato ad investire nel  miglioramento delle reti. Promesse da marinaio? Forse, promesse di un marinaio che governa una barca ormai in secca.

Le immagini del video che segue sono state riprese martedì lunedì scorso 25 luglio in Via Gianturco a Rona, vicino a Piazzale Flaminio.

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