sabato 5 agosto 2017

Venezuela, il Papa e la Costituzione guerrafondaia.

Luciano Granieri


Ieri  la costituente  venezuelana, composta da 545 deputati si è insediata nel Palacio Federal e ha iniziato i suoi  lavori. Provo a riassumere gli obbiettivi che l’organo eletto da più di ottomilioni di cittadini si propone di ottenere, così come emerge dalle poche note di stampa non asservite all’imperialismo.  

Si vuole accelerare  il  percorso, già in atto, verso un tipo di economia indipendente dal petrolio, utile a soddisfare i bisogni del popolo venezuelano. Questo  cammino parte da lontano, da quando cioè, agli inizi degli anni duemila, Chavez si propose di investire i proventi petroliferi verso il settore agroalimentare, per progredire nell’indipendenza economica. Individuò come consulente per lo sviluppo rurale il Movimento Sem Terra (Mst)  del Brasile,  nel quadro di una collaborazione Sud-Sud che ben presto diventerà un sistema di cooperazione economica  fra i paesi dell’alleanza Alba: Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Ecuador.

 I rapporti di solidarietà internazionale sviluppatesi nel quadro Sud Sud, sono progrediti. Dal 2005 la brigata internazionalista Apolònio de Carvalho - una  delle tante brigate di lavoro dell’Mst, che operano anche in molti paesi africani e in contesti di crisi (Haiti, Palestina) -  aiuta i contadini venezuelani fornendo loro formazione,  organizzando insieme le produzioni agricole. Nel 2013 la brigata si occupò di sviluppare un progetto nell’Unità di produzione sociale agricola (Upsa). Dopo quattro anni di attività, dall’inizio del programma, si legge sul sito dell’Mst : “Abbiamo coinvolto collettivi, consigli delle comunas (unità organizzative di base  ndr), movimenti rurali, nella formazione tecnica e politica, nell’ottica di sviluppare anche una cultura dell’agricoltura”. 

Oltre a implementare  le coltivazioni  per il consumo interno, ci si è concentrati sulla produzioni di sementi autoctone - dal settore orticolo, ai cereali e alla soia - lo scopo è quello di raggiungere l’indipendenza alimentare, con sommo sconcerto di certe multinazionali come la Monsanto. L’agricoltura sta conoscendo uno sviluppo anche a livello urbano. Qualche anno fa è stato creato il ministero dell’agricoltura urbana che ha portato alla nascita di migliaia di piccolissimi orti urbani. 

Uno dei problemi più grandi, però, rimane quello di fronteggiare il piano di destabilizzazione capeggiato dagli Stati Uniti che prevede: da una parte un'azione sul mercato, con l’accaparramento dei prodotti e la distruzione de centri di immagazzinamento e trasporto, così da creare scarsità di prodotto con il consegnate aumento del prezzo, dall’altra le azioni terroristiche, con assedi di aree agricole, uccisioni e saccheggi. 

Altri obiettivi della costituente riguardano la preservazione della vita sulla terra con l’attenzione verso una maggiore salvaguardia della bio diversità e la diffusione di una coscienza ecologica. Inoltre si porrà attenzione  al “ consolidamento della democrazia partecipativa” con la costituzionalizzazione del potere deliberativo dei consigli comunali e delle “comunas” .  Infine un altro importante obiettivo sarà  quello di lottare contro l’oppressione straniera e la borghesia nazionale. Non mi pare che questo sia il programma di un regime dittatoriale. Certo oltre che alle multinazionali del petrolio si provocano scompensi  anche alle gradi company chimico-agrarie  a cui proprio non va giù la preservazione e l’utilizzo di sementi autoctone e l’autonoma produzione di fertilizzanti naturali. 

Quello che appare misterioso è il motivo per cui Papa Francesco, diventato ormai un’icona di certa sinistra italiana venerata più del Che, ha esortato il governo venezuelano a bloccare questo percorso.  La sospensione del processo costituente, invocata dal Pontefice, sarebbe funzionale al mantenimento della pace. Dunque il consolidamento della democrazia partecipativa, la definizione di  una politica agro-alimentare autoctona, eco sostenibile,  necessaria a diversificare un’economia basata sul petrolio, sarebbero atti di guerra? 

Il problema è che il buon Bergoglio spesso predica bene e razzola male. La potente conferenza episcopale venezuelana è legata alle oligarchie e alle consorterie private contrarie alla rivoluzione bolivariana. I vescovi Venezuelani sono troppo influenti per non avere l’appoggio del Papa. Tornando  alla pace tanto invocata, ricordiamo che l’arcivescovo di Caracas, cardinal  Jorge Urosa Savino è noto per aver benedetto il colpo di Stato del 2002 che destituì, momentaneamente Hugo Chavez. Un capo dei Vescovi così è una vera e propria garanzia per il mantenimento della pace e la promozione della non violenza. Non è vero Papa Francesco?

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