mercoledì 11 ottobre 2017

Il colpo di mano sulla legge elettorale e la decomposizione del parlamento borghese

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia


Per un’astensione attiva, di lotta e di programma del proletariato

Il colpo di mano del governo Gentiloni  sulla legge elettorale e l’intesa sottobanco Renzi-Berlusconi-Salvini  esprimono la crisi profonda della democrazia borghese, preludono a un parlamento di nominati e di trasformisti, aprono la strada a un governo di tipo neocentrista imposto dall’oligarchia finanziaria. Servirà a liquidare le libertà dei lavoratori e ad avanzare nella trasformazione reazionaria dello Stato borghese.
La campagna elettorale in atto, costruita sulla pelle dei lavoratori, specialmente quelli immigrati, fa capire quello che si prepara.
Il parlamento è uno degli elementi più controrivoluzionari dell’apparato statale borghese, un organo in decomposizione, che serve unicamente a coprire la dittatura dei monopoli e ingannare milioni di lavoratori.
Noi comunisti non siamo astensionisti per principio. Se adottiamo una tattica astensionista non è certo per una forma di apoliticismo e neutralismo, ma per il suo esatto contrario: un  astensionismo attivo, di lotta e di programma, per aiutare il passaggio delle forze proletarie dalla sfiducia alla ripresa della lotta per la conquista del potere politico.
Pertanto oggi è anche sul fronte dell’astensione attiva che chiamiamo a realizzare l’unità nella lotta contro lo sfruttamento e la miseria, la reazione politica e la politica di guerra, contro il potere della borghesia, per l’alternativa rivoluzionaria di potere! 
Contro ogni illusionismo riformista e socialdemocratico oggi l’astensionismo costituisce un indispensabile strumento di preparazione ideologica delle masse alla battaglia rivoluzionaria.
Leghiamo l’astensione a un programma d’azione proletario, sul quale continuare a lottare nella campagna elettorale rifiutando qualsiasi tregua!
Rifiutiamo il voto alle elezioni-farsa per affermare un programma d’azione in 10 punti:

• Lavoro regolare e stabile per tutti, NO ai licenziamenti per i profitti, NO al precariato! Nessuno deve perdere il posto di lavoro, nessuno stabilimento deve essere chiuso.

• Riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali senza decurtazioni di salario, riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro,    aumento delle pause.

• Aumento immediati di salari, stipendi e pensioni per tutti i lavoratori, maggiori per i livelli più bassi; si alla completa detassazione di salario e pensioni fino a 1300 euro. Basta con le discriminazioni salariali nei confronti di migranti, giovani e donne.

• Abolizione delle controriforme delle pensioni e del sistema contributivo, ripristino del retributivo e delle pensioni di anzianità: 35 anni di contributi e 60 anni di anzianità per andare in pensione.

• NO alle limitazione alla libertà di sciopero e di rappresentanza sindacale, di manifestazione per i lavoratori. NO alla trasformazione reazionaria e autoritaria dello Stato.

• Tassazione fortemente progressiva su profitti, rendite, interessi, redditi. Colpire le gradi imprese, i grandi patrimoni, le transazioni finanziarie, i consumi di lusso. Confisca dei capitali e delle proprietà dei grandi evasori e frodatori, dei mafiosi, dei ladri e dei corrotti. Abolizione di tutti i privilegi, fiscali e non, degli stipendi, dei vitalizi, delle rendite e delle pensioni d'oro di manager, parlamentari, amministratori e preti.

• Disconoscimento e non pagamento del debito pubblico posseduto da monopoli, banche, assicurazioni, istituzioni finanziarie italiani e esteri;  abolizione  del Fiscal compact e del pareggio di bilancio.

• Basta con i tagli alla sanità, all’istruzione, ai servizi e ai trasporti pubblici, agli enti locali. Casa, istruzione, sanità e trasporti garantiti per le famiglie dei lavoratori e dei disoccupati.

• Per una politica di accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti dei migranti.

• Stop alla politica di guerra al servizio degli USA e della NATO, per il ritiro immediato di tutte le truppe inviate all’estero e la drastica riduzione delle spese militari a favore di quelle sociali e per i disoccupati. Per uscire dalla NATO, dall’UE e dall’euro, per la chiusura di tutte le basi USA e NATO esistenti in Italia, basta con le servitù militari.

Questo è il programma d'azione dell’astensionismo attivo proletario! Nessun partito borghese e piccolo borghese può portare avanti queste rivendicazioni vitali e urgenti per le masse lavoratrici. Anche su questa base si deve costruire un fronte proletario che troverà nel rifiuto del voto (o nel voto nullo) la sua forma di espressione sul terreno della lotta elettorale.
Ciò deve accompagnarsi alla costruzione di organismi operai e popolari di unità e di lotta contro il regime capitalistico, nei quali le masse sfruttate e oppresse possono riacquistare la loro forza e il loro peso nella lotta politica, preparandosi a creare un nuovo tipo di Stato.
Uno Stato generato dall’esperienza associativa della classe proletaria, che sorga dal suo movimento rivoluzionario in sostituzione del corrotto e oppressore Stato democratico-parlamentare borghese.
Sì, uno Stato  e un Governo operai, una società socialista, sono possibili, necessari e urgenti per uscire dal degrado in cui la borghesia ci trascina, per tirare fuori il paese dal vicolo cieco del capitalismo e avviarci verso un futuro in cui lo scopo della produzione non sarà più il profitto, ma il benessere delle masse lavoratrici.

11 ottobre 2017

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