martedì 28 novembre 2017

Frosinone, parte la sinistra unitaria, verso quali lidi?

Luciano Granieri




Domenica 26 novembre si è svolta a Frosinone l’assemblea   per la designazione  dei delegati provinciali  di Mdp-Si-Possibile   che  il 3   dicembre prossimo prenderanno parte    alla  “Grande Assemblea Popolare” che, dal Pala Atlantico di Roma,  lancerà la lista unitaria alla sinistra del Pd.  Grande entusiasmo è tracimato sui  social network da parte dei partecipanti all’assise ciociara .  Fra i vari interventi voglio citarne uno  che su FB enfaticamente così si esprimeva  :” Con la spinta di MDP, Sinistra Italiana e Possibile oggi è nata una Sinistra unitaria anche a Frosinone. Valutatela.  Non sottovalutatela”. Accolgo volentieri l’invito e azzardo una valutazione che si deve inevitabilmente allargare  al quadro nazionale. 

In tutta Italia si sono svolte  158 assemblee della stessa natura di quella di Frosinone, sono state coinvolte oltre 42 mila persone.  Il risultato delle designazioni  è ancora parziale perché sono in svolgimento  e si concluderanno  nelle prossime  ore gli incontri  di  Bologna, Messina, Ragusa, Salerno e Avellino.  I delegati designati    alla plenaria nazionale del 3 dicembre saranno 1.500, la distribuzione  numerica è  determinata proporzionalmente al  numero degli abitanti delle varie Province  e in base alla seguente  ripartizione di schieramento : 50% dei delegati ad Mdp, il 35% a Sinistra Italiana, il 15% a Possibile. 

Risulta evidente come a farla da padroni siano  i seguaci di Bersani  e Speranza, quelli cioè che hanno votato Il Jobs Act, la Buona Scuola, la riforma costituzionale Renzi - Boschi, per poi schierarsi al referendum contro il  dispositivo che loro stessi avevano votato. In buona sostanza, Mdp ha contribuito ad approvare  tutte quelle norme che la   costituenda lista unitaria della sinistra si propone di abolire. Segnalo ai militanti di Possibile, fortemente    impegnati  l’anno scorso nel  referendum contro le trivelle che i loro maggiori azionisti nella lista unitaria si sono distinti  insieme a Renzi in un’opera massiccia di boicottaggio della consultazione contro la trivellazione dei fondali marini. 

Se i convitati di Frosinone sono di bocca buona non altrettanto si può dire per i loro sodali a livello nazionale.  Sinistra Italiana registra defezioni importanti  di dirigenti e militanti da Firenze, Ancona, Cosenza, Chieti. Polemiche e ,in qualche caso,  tessere stracciate, hanno caratterizzato lo scenario nazionale  del Partito di Fratoianni . Molti   gli iscritti  di Si e Possibile in uscita,   delusi dal fallimento del percorso assembleare aperto,  avviato dall’appello del Brancaccio di Falcone e Montanari,  sposato dai diasporati del Pd, e abortito nella culla in nome degli interessi oligarchici di  formazioni partitiche  francamente irrilevanti.  

Fra i 1.500 delegati figurano  di diritto, quindi non designati dalle assemblee, consiglieri regionali, senatori e deputati. In questo caso i numeri dovrebbero essere certi ma non è così. Infatti alla Camera si aspetta il voto sulla finanziaria per verificare quanti deputati di Mdp  aderiranno al gruppo di Pisapia  ormai pronto ad un accordo con Renzi.  E meno male che una delle pregiudiziali doveva essere quella che escludeva ogni tipo di abboccamento  con l’ex presidente del consiglio. 

Ricordo che il famoso percorso unitario della sinistra alternativa al Pd è nato dall’appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari, i quali hanno constatato  come  il cosiddetto popolo della sinistra non diserta le urne quando è chiamato ad esprimersi sapendo che il proprio voto potrà realmente incidere e quando la proposta politica è credibile e chiaramente orientata, così come è accaduto  per il referendum costituzionale. 

Proprio l’esperienza referendaria veniva richiamata dall’avvocata e dal  critico d’arte, nell’appello del  Brancaccio,  come base su cui costruire un programma condiviso, basato sullo spirito costituzionale. Una proposta attorno alla quale comporre un’aggregazione unitaria, i cui programmi e  organismi dirigenti venissero decisi da  assemblee locali , partecipate, in cui membri di partiti già costituiti, movimenti e cittadini godessero  di  pari dignità. Come si vede ciò che sta per nascere è il frutto di un processo assolutamente avulso, estraneo a queste dinamiche, tanto che “quelli del Brancaccio” se ne sono tirati fuori. Troppo tardi forse, non valutando tempestivamente   il grande errore di fidarsi di gente che li voleva usare per ricostruirsi una verginità politica. 

Auguri all’assemblea di Frosinone i cui partecipanti si dicono orgogliosi di aver fatto nascere una sinistra unitaria. Auguri perché il destino di un gruppuscolo destinato si e no ad un 6% di consensi, nel contesto della legge elettorale vigente, sarà quello, o di perdersi  o, più realisticamente, di consentire a quei quattro cinque soliti noti di riciclarsi nel mercato delle vacche da poltrona e rivendersi  al nuovo (vecchio) padrone: il Pd di Matteo Renzi, con buona pace della lotta all’astensionismo di sinistra.

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