sabato 23 dicembre 2017

Contro le crisi occupazionali, riportiamo il conflitto dentro le fabbriche.

Luciano Granieri


Foto di Paolo Ceccano



Antivigilia di Natale, gli operai dell’Ideal Standard di Roccasecca, non gradiscono il regalo che la multinazionale di Orcenico ha gentilmente loro recapitato. Dopo che le maestranze hanno sostenuto sacrifici per salvare  la produzione dello stabilimento ciociaro - rinunciando a parte dello stipendio - dopo che, grazie all’eccellenza dei manufatti realizzati ,  l’azienda ha sempre ottenuto commesse e realizzato profitti, i lavoratori , insieme al premio di produzione,  si sono visti recapitare la lettera di licenziamento. 

E’ l’ennesima devastazione  di una macelleria sociale che sta flagellando il nostro territorio. Dopo il mancato rinnovo del contratto a 530 addetti della Fca di Piedimonte San Germano, arriva la mannaia su ulteriori 500 famiglie sacrificate in nome del maggior profitto realizzabile trasferendo all’estero la produzione. 

Non basta ricordare agli amministratori pubblici del nostro territorio che sotto la loro ineffabile gestione in soli due mesi si sono persi più di mille posti di lavoro. Non basta sottolineare che i  Tavoli di Lavoro e Sviluppo per la Ciociaria, aperti in Regione per risolvere la crisi occupazionale,  si sono rivelati una presa in giro, oltre che la scusa per elargire ulteriori  regalie ai padroni. 

Bisogna che la lotta torni ad essere il primo obiettivo delle forze che concretamente vogliono opporsi all’inesorabile declino  del nostro territorio. E’ necessario riaprire il conflitto dentro le fabbriche, rimettere al centro della lotta nei  luoghi del lavoro negato. E’ ineludibile  riaffermare con forza, che causa della  continua precarizzazione delle vite di coloro che non hanno voce in capitolo è il capitalismo. Se non ci si libera di questa dittatura, che in nome del profitto ferisce a morte la dignità  delle  persone, non sarà possibile ipotizzare un futuro decente, né aprire prospettive politiche  di ampio respiro. 

Questo  bisogna cominciare a gridarlo  davanti alle fabbriche, spiegando agli operai che, col capo chino, gravato dalla precarietà delle proprie esistenze, escono dai capannoni , come un futuro dignitoso  possa diventare orizzonte possibile , ma  si potrà  realizzare  solo con una forte e ferma lotta al capitalismo e al potere della finanza. 

La fiaccolata di ieri sera a Roccasecca, organizzata da movimenti politici, sindacali, associazioni,  in solidarietà con gli operai Ideal Standard, deve andare oltre gli aspetti solidaristici pure importanti. Deve costituire l’inizio di un conflitto permanente. 

E visto che si avvicinano le elezioni per rinnovare il consiglio regionale, l’impegno della lotta per il lavoro dovrebbe essere al centro dei programmi di quelle forze, intenzionate a candidarsi, che si definiscono anticapitaliste. 


O si è sinistra anticapitalista, o non si è sinistra.


P.S. Un plauso va alla federazione Provinciale di Rifondazione Comunista che continua imperterrita  a lottare insieme ai lavoratori licenziati o a rischio licenziamento nel nostro territorio.  

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