venerdì 7 aprile 2017

Saxophone Girl

Lawrence J. Klumas






 Stava seduta comodamente con le gambe incrociate
 su uno sgabello
appena fuori  la sala prove di uno studio
per lenire il calore dei cocenti raggi di sole del tardo pomeriggio
sotto un ombroso albero di jacaranda.
Il suo spartito di esercizi era sostenuto da un alto cavalletto
il sassofono dorato scintillava
con un delicato movimento delle dita
i muscoli rilassati nelle sue guance
non sbagliava una nota
Anche dopo  che faticose ripetizioni
avevano fiaccato le sue labbra
le sue scale sinuose e rilassate
restarono autenticamente dorate.
Una deliziosa esibizione
di perseveralnza e maestria.

traduzione di Luciano Granieri

Good Vibrations with Melissa Aldana

Brasile Il 28 aprile paralizziamo il Paese

Dichiarazione del Pstu
(sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)



Image and video hosting by TinyPic



Le centrali sindacali hanno deciso la convocazione di uno sciopero generale contro le controriforme delle pensioni e del lavoro e contro il progetto di terziarizzazione approvato dalla Camera dei deputati. La convocazione di questa giornata, fortemente voluta dalla Csp Conlutas [sindacato di base in cui svolge un ruolo dirigente il Pstu, ndt], è una vittoria del movimento di massa che rafforza lo sviluppo della lotta e la mobilitazione dal basso.
Le gigantesche manifestazioni e i blocchi del 15 di marzo, così come le manifestazioni dell'8 marzo per la Giornata internazionale di lotta delle donne, dimostrano che la classe lavoratrice vuole lottare contro le controriforme. La disponibilità alla lotta della classe lavoratrice è grande e il ripudio del governo Temer e del parlamento corrotto è ancora maggiore.
Lo sciopero generale è all'ordine del giorno come obiettivo di massa. La sua realizzazione è possibile. Ovunque, oltre all'appoggio generalizzato alla lotta, è possibile sentir ripetere: "Bisogna bloccare tutto!". Lo sciopero generale è voluto e acclamato nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, alle fermate degli autobus, nelle manifestazioni.
Il governo ha sentito la forza delle mobilitazioni. Il presunto passo indietro in relazione alle misure sul pubblico impiego nella controriforma pensionistica è solo una manovra per cercare di indebolire la lotta e scaricare sui governi statali [il Brasile è una federazione di Stati, ndt] l'attuazione delle misure. Se i governi statali non realizzano la controriforma in pochi mesi, entreranno in vigore le misure federali. Al contempo il governo ha cercato di accontentare il padronato favorendo l'approvazione del progetto di legge sulla terziarizzazione, cogliendo di sorpresa le stesse burocrazie sindacali.

Costruire ovunque i Consigli popolari
Per questo, per battere realmente i progetti di controriforma le centrali sindacali devono condurre la lotta fino in fondo. Non possono vacillare né possono negoziare i nostri diritti e accettare o proporre semplici emendamenti alla controriforma del lavoro e delle pensioni. Negoziare qualsiasi cosa con il governo Temer e con il parlamento significa rinunciare a diritti storici della classe lavoratrice.
Le principali direzioni burocratiche, che già nell'ultimo periodo stavano negoziando le controriforme, cercano ora di usare la forza delle manifestazioni di massa per rafforzare i loro negoziati col governo.
Per questo è necessario denunciarle e rivendicare la chiusura dei negoziati col governo e difendere e impegnarsi a fondo realmente nell'organizzazione dello sciopero generale, così come ha fatto da sempre la Csp Conlutas.
E' arrivato il momento di alzare la testa, di organizzare dalla base tutti i settori dei lavoratori e rivendicare che sindacati, associazioni degli inquilini, associazioni studentesche ecc. facciano assemblee per preparare lo sciopero generale.
E' ora di organizzare comitati di lotta contro le controriforme e per lo sciopero generale. Organizziamo la mobilitazione dal basso per non permettere che le burocrazie negozino in nostro nome. Organizziamoci dal basso per battere Temer e le sue politiche.
E' necessario organizzare comitati in ogni fabbrica, in ogni quartiere, in ogni scuola, nelle occupazioni di terra del movimento popolare, nelle organizzazioni dei lavoratori disoccupati, ecc.
Servono comitati che unifichino i lavoratori e i giovani che vogliono lottare e costruire strumenti per questa lotta, che scavalchino le direzioni burocratiche laddove esse cerchino di negoziare col governo o retrocedano nell'appello allo sciopero che deve paralizzare il Brasile.
La via per sconfiggere le controriforme del governo Temer e del parlamento è la lotta e non le elezioni. La soluzione non è il ritorno di Lula nel 2018 come sostiene il Pt.
Non c'è da attendere: l'ora della lotta e della vittoria è adesso!
Ciò di cui i lavoratori hanno bisogno è di costruire lo sciopero generale e mantenere una mobilitazione di massa permanente contro qualsiasi attacco.
L'alternativa politica per i lavoratori non è il ritorno di un altro governo Lula, che già ha dimostrato di essere alleato con banchieri, industriali e corrotti, garantendo quando ha governato i più alti profitti per il padronato. Una simile prospettiva non garantirebbe il pieno impiego e le pensioni, non verrebbero confiscati i beni di corrotti e corruttori.
La soluzione è che siano i lavoratori a governare attraverso consigli popolari.
La soluzione è far pagare ai banchieri, alle multinazionali e ai corrotti il conto della crisi che hanno creato, iniziando dalla sospensione del pagamento del debito pubblico che assorbe quasi la metà del bilancio del Brasile.
Serve un governo socialista dei lavoratori, che nazionalizzi e ponga sotto controllo dei lavoratori il sistema finanziario e industriale, che espropri le multinazionali.
Non otterremo tutto ciò con elezioni: possiamo ottenerlo solo con la mobilitazione dei lavoratori.

Territorio compatto in Regione contro rinnovo autorizzazione inceneritore pneumatici ad Anagni

COMITATO OSTERIA DELLA FONTANA
RETUVASA
ANAGNI VIVA

Alla Conferenza dei Servizi, almeno sulla carta decisoria, era presente oggi in Regione, compatto, il territorio.
Prima di tutto il popolo di Anagni e in particolare di Osteria della Fontana, rappresentato da circa duecento cittadini, molti dei quali per la seconda volta (considerato il rinvio della CDS del 28 marzo) hanno dovuto chiedere, per essere presenti, un giorno di permesso o rinunciare alla loro attività di libera professione.

Presenti poi le associazioni ambientaliste e i comitati cittadini. Il sindaco di Anagni, Fausto Bassetta. Il vescovo di Anagni, Lorenzo Loppa, e i parroci di Osteria della Fontana, della cattedrale di Anagni e di Serrone.

Anche questa volta il carattere decisorio della CDS si è rivelato solo presunto. Il parere dell’organo tecnico regionale, ARPA, ha rilevato che i dati tecnici dell’impianto presentati dal proponente non consentono di accertare se il quantitativo di pneumatici fuori uso che sarebbero inceneriti giornalmente rientri nel limite delle 3 tonnellate, e dunque se l’autorizzazione possa essere soggetta all’attuale procedura ordinaria, richiedendosi altrimenti l’avvio di una procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale. Prendiamo atto di tale rilievo tecnico, che ci sembra del tutto giustificato, aprendo peraltro, eventualmente, a una procedura ben più rigorosa.

Va accolta con grande soddisfazione, oltre alla presenza delle autorità religiose del territorio, quella del sindaco di Anagni. Il Comune ha ribadito con grande determinazione il proprio parere negativo, già ben esposto e argomentato. Da sottolineare l’importante annuncio del sindaco circa l’intenzione di stralciare l’area industriale sita in località “Quattro Strade” dal PUCG; sebbene l’impatto di tale non breve azione per il presente procedimento non sia scontato, indubbiamente ciò potrebbe preludere a un futuro con maggiori tutele ambientali e sanitarie per i residenti. Vogliamo però sia chiaro che il nostro apprezzamento, totale e senza riserve nella questione in oggetto per l’operato del sindaco, non significa in alcun modo un qualsiasi sconto su eventuali posizioni non congruenti dell’ente in relazione all’iter autorizzativo di altri impianti con importanti impatti ambientali nel territorio anagnino, benché sia difficile che qualcuno di essi possa reggere il confronto con l’inceneritore della Marangoni SpA.

Stupisce il fatto che la Provincia e la ASL non abbiano ancora espresso il proprio parere tecnico, senza alcuna motivazione. La prima sorprende soprattutto in quanto il suo presidente è uno degli alfieri della moratoria dei sindaci nei confronti di impianti ad alto impatto ambientale nella Valle del Sacco. La seconda in quanto non può sottrarsi in alcun modo a tale impegno, considerata la straordinaria partecipazione di medici di base al recente convegno di Anagni, in cui sono stati rappresentati con crudezza i dati epidemiologici più recenti relativi alla popolazione dell’area, .
Invitiamo dunque entrambi gli enti a considerare in tempi ragionevoli lo spessore delle ragioni tecniche ostative al rilascio dell’autorizzazione in oggetto, destinando a tal fine adeguate risorse umane ed energie.

Il popolo di Anagni e della Valle del Sacco resta vigile e la mobilitazione continua e cresce. Appuntamento tra 30-60 giorni in Regione. Ma non solo.

giovedì 6 aprile 2017

Frosinone: Domenica terza edizione della Passione di Cristo.....e dei cittadini.

Luciano Granieri




Domenica prossima 9 aprile dalle 20 alle 24 andrà in scena la Passione di  Cristo nel centro storico di Frosinone.  Nelle canoniche quattro piazze (VI dicembre, Vittorio Veneto, Santa Maria, Valchera) 300 figuranti , una corale di 40 elementi,  e trenta soldati romani a cavallo, rievocheranno le drammatiche  ultime ore del Cristo Redentore. Costo stimato 10mila euro da parte del Comune, più 2.500euro da parte degli sponsor.  Questa è la terza edizione della Passione Vivente  . La  prima storica rievocazione andò in scena nel 2015. Da allora ad oggi il Comune di Frosinone ha speso circa 37mila euro per la sacra rappresentazione. E pensare che il museo archeologico va avanti con  un  misero  finanziamento di 12mila euro l’anno.  Ma, assicura l’assessore al centro storico Rossella Testa,  bisogna risparmiare, dunque non ci saranno spese pazze per ingaggiare le star del 2015. Non  si esibiranno  la senatrice Maria Spilabotte  , l’ex Presidente della Provincia Giuseppe  Patrizi  gli assessori   Ombretta Ceccarelli , Rossella Testa e  Riccarso Mastrangeli.  Mancherà anche   l’implacabile   Nicola “Erode” Ottaviani, sindaco spietato. Le personalità citate furono le  stelle    che tre anni or sono  offrirono un eccellente saggio della loro arte. Si spera che  risparmiando sul cachet degli eroi da red carpet, il costo sia  più contenuto, a meno che il grande regista, nonché ex sindaco, nonché suocero del primo cittadino, Ottaviani, Giuseppe Marsinano,  non pretenda un cospicuo aumento dei suoi emolumenti, vista la sua impagabile maestria nel guidare gli attori in scena. Aspettiamo fiduciosi questa terza edizione della big rievochescion, coscienti che difficilmente si potrà raggiungere le alte vette di drammaturgia espresse nel 2015.  

Di seguito alcuni momenti di quella Passione  di Cristo. 

K-Flex, stop ai licenziamenti per i profitti!

Piattaforma Comunista


La vicenda K-Flex di Roncello, azienda del settore degli isolanti termici, offre un crudo e veritiero spaccato dell’infamia del capitalismo italiano e della pochezza dei “nostri” dirigenti politici e sindacali.
I lavoratori scioperano e presidiano dallo scorso 24 gennaio la fabbrica contro i 187 licenziamenti.
Si potrebbe dire semplicemente: siamo alle solite, i padroni prima ci spremono come limoni, poi ci gettano per strada. Ma in questo caso non basta.
Il fatto sempre meno incredibile, perché ormai “di moda” anche nel nostro paese, è che la fabbrica non solo non è in crisi, ma il padrone se ne scappa all’estero con i soldi pubblici: 12 milioni di finanziamenti statali e altri 24 dalla Cassa depositi e prestiti per il mantenimento della produzione in Italia, intascati per scappare all’estero e fare profitti più alti con costi di produzione inferiori.
Gli incontri al ministero dello “Sviluppo economico” sono falliti, dimostrando ancora una volta l’osceno connubio dello Stato con i padroni. 
I sindacati complici da parte loro ben si guardano dal lanciare la lotta generale, limitandosi a lanciare una colletta (pagina facebook «esuberi Kflex») e chiedere prepensionamenti.
Gli operai, che stanno ricevendo la solidarietà dei lavoratori e del territorio, ribadiscono che rimarranno in presidio “fino alla fine”.
Diamo tutto l’appoggio e la solidarietà di classe agli operai K-Flex, recentemente aggrediti dalle ”forze dell’ordine capitalista”.
Bisogna impedire i  licenziamenti per i profitti, ai licenziamenti di borsa  e quelli per “giustificato motivo oggettivo” deciso dall’impresa.
Esigiamo il ritiro immediato dei licenzimenti e il recupero dei finanziamenti dati ai padroni che delocalizzano.
Esproprio senza indennizzo delle aziende che chiudono e delocalizzano.
Esigiamo il ripristino dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Basta con la passività e le illusioni sul conto dello Stato borghese. 
Riprendiamo fiducia nella nostra forza: ogni licenziato, ogni disoccupato, una barricata!
Chiamiamo tutti gli sfruttati alla costruzione del fronte unico proletario dal basso, per difenderci di fronte all’offensiva padronale e ai cedimenti sindacali.

Ambiente: non un vertice, ma la base del nostro Futuro!

 PERSONE E TERRITORI CONTRO IL G7 AMBIENTE



Dal 10 al 12 Giugno Bologna ospiterà il G7 sull’Ambiente, evento in continuità con i summit del G20 ad Amburgo e del G7 a Taormina, e con i diversi appuntamenti del G7 in Italia Roma e Torino Bari, Milano e Bergamo solo per citarne alcuni.
Il G7 ambiente ospiterà posizioni e personalità dichiaratamente negazioniste del cambiamento climatico ed altre ancora sostenitrici di un modello dannoso ed estrattivo proprio nei confronti dell’Ambiente, rivelando una contraddizione tipica del tentativo di green washing. Analogamente la candidatura di Bologna, come capitale “green” d’Europa per il 2019, marca le contraddizioni di Bologna su questo terreno: I livelli d’inquinamento dell’aria sono gravi, si allarga a 18 corsie l’asse tangenziale-autostrada che corre a 2 Km dal centro, si avviano grandi edificazioni private che consumano suolo socialmente fruibile.
Intanto, la crisi del modello economico che viviamo fa crescere una opposizione netta e radicale ad una élite che condiziona le sorti del pianeta. Il nostro Paese è attraversato da centinaia di conflitti ambientali, da persone che si mettono in gioco per difendere i territori, che lottano per il diritto alla salute, all’autodeterminazione, alla partecipazione, e rifiutano il ricatto tra lavoro e vita. Battaglie di democrazia e dignità per rivendicare il diritto di partecipare al governo dei propri territori spesso, come per la TAP in Puglia e per Standing Rock nei territori Sioux, traditi da decisioni prese sulle spalle delle comunità.
In decine di migliaia di posti in tutto il mondo, milioni di persone combattono contro i cambiamenti climatici e la devastazione dei loro territori da cui spesso dipendono le loro vite. Alcuni per sfuggire alla siccità, alle carestie, alla sottrazione delle terre alle guerre per l’approvvigionamento delle risorse idriche ed energetiche intraprendono percorsi migratori e trovano le porte sbarrate della fortezza Europa. Un Europa che continua a ragionare in gruppi chiusi di accordi commerciali che ignorano l’impatto sulla salute e sull’ambiente.
In questo contesto risulta necessario un cambio di paradigma, un system change che ci porti sulla strada che limita l’aumento di temperatura, dando impulso alle fonti rinnovabili, che preservi le risorse e i territori in primis acqua e suolo, in una logica di tutela e di governo partecipato dei beni comuni. Vogliamo raccogliere la grande sfida che questo evento porta con sé; riuscire a dare un messaggio che esca dai recinti dell’invisibilità e affermi che l’alternativa esiste e bisogna solo praticarla; coinvolgere esperienze nazionali e internazionali che con le loro azioni difendono, sostengono progettano una sana relazione tra il mondo e chi lo abita; arrivare ad essere migliaia di persone a sollevare un problema non più rimandabile o riformabile imponendo una svolta non più rinviabile a livello globale.
Per fare tutto questo e farlo insieme invitiamo tutti i comitati, le associazioni, gli spazi sociali e i liberi\e cittadini\e ad incontrarsi Domenica 23 Aprile a Bologna per avviare quel processo partecipato che disegnerà le 3 giornate che si daranno a Bologna durante il G7.

Perché il tempo di domani appartiene all’agire di oggi!


mercoledì 5 aprile 2017

Un'altra interessante puntata della telenovela rifiuti a Frosinone

Luciano Granieri 




Nel luglio 2016, l’Osservatorio Peppino Impastato e l’associazione culturale  Oltre l’Occidente, hanno iniziato l’ennesima battaglia contro la mala gestione dei servizi nella nostra città . Nel caso specifico l’attenzione si è concentrata sul capitolo rifiuti. 

Come qualcuno ricorderà, nel leggere  il capitolato speciale d’appalto, redatto  nel 2014  e replicato identico nel 2016 dal Comune di Frosinone, per l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto di rifiuti urbani, rilevammo che molte prescrizioni   non erano  state rispettate dalla Sangalli società vincitrice dell’appalto.      

 In particolare ponemmo l’attenzione sulle quote di raccolta differenziata fissate nell’accordo. Sangalli sottoscriveva l’impegno a raggiungere un obbiettivo minimo del 50% entro il primo anno di attività, 2016 , 60% per il 2017 e 65% per il 2018. Sempre nello stesso capitolato si legge che il gestore, in caso di mancato raggiungimento dell’obbiettivo, si sarebbe impegnato a pagare una penale pari a 20mila euro per ogni punto differenziale fra il risultato raggiunto e l’obbiettivo dichiarato. 

 Per dovere di cronaca, giova ricordare che ad oggi Sangalli non è più titolare del mandato. A  seguito di ricorso al Tar di Latina presentato  e vinto da  Devizia,   società concorrente di  Sangalli  nell’acquisizione dell’appalto frusinate , la compagnia monzese ha dovuto cedere il servizio, oggi   svolto  propria da Devizia.   Ciò  per il venir meno dei requisiti necessari  a concorrere. Sangalli, in conseguenza  di alcune sentenze  a lei avverse passate in giudicato, non avrebbe potuto rispondere al bando. 

Ma ciò che interessa in questo frangente riguarda l’inadempienza manifesta sugli obiettivi di differenziata dichiarati e non raggiunti nel 2016, ma anche nei periodi precedenti relativi al primo appalto aggiudicato a Sangalli. Come è noto (dati Legambient), la percentuale di differenziata raggiunta nel capoluogo è al 18%, ben lontana dal 50% prefissato. Ciò avrebbe dovuto comportare, intanto il pagamento  da parte del gestore di una penale pari a 640mila euro, ma soprattutto la possibilità per i  cittadini di avvalersi delle tutele , sancite dall’art.24 de regolamento comunale per l’applicazione sulla tassa dei rifiuti. Tale articolo prevede che in caso di comprovate inadempienze da parte del gestore, nel svolgere correttamente il suo servizio, il cittadino deve un tributo pari solo al 20% dell’intera tariffa. 

Su queste basi, abbiamo  presentato al Comune istanza di accesso agli atti per verificare se i termini dell’attuale capitolato d’appalto fossero identici a quelli del 2014, in modo da far valere quanto sancito dell’art. 24 del regolamento comunale. A tale richiesta l’ufficio gestione risorse dell’ente rispondeva, affermando che il capitolato d’appalto non ha forza di legge, per cui non è una difformità  su questo documento che sancisce il pagamento  del  20% del tributo   ma, l’eventuali inosservanza  dal d.lgs n. 152/2006. Cioè la norma che regola la disciplina dei rifiuti a cui il Comune di Frosinone si attiene.  

Siamo andati a leggere il dispositivo  e abbiamo scoperto cose molto interessanti.  Nell’art 205 recante  “misure per incrementare la raccolta differenziata”,si stabilisce che i Comuni avrebbero dovuto raggiungere già nel 2006 il 35%, per poi passare al 45% entro il 2008, e posizionarsi al 65% nel 2012. Il mancato ottenimento di tali obbiettivi  avrebbe comportato una maggiorazione tariffaria del 20% a carico dei cittadini.   Come detto  ancora nel 2016 la performance di Frosinone era ben al di sotto di quanto stabilito dalla legge , per non parlare dei risultati del tutto insufficienti ottenuti sin dal 2006. 

Dunque  se, come afferma il Comune, dobbiamo basarci sulla legge 152/2006, non solo sussistono le condizioni  per corrispondere il 20% del tributo di quest’anno, ma  si aggiungono motivate ragioni per richiedere i rimborsi sui tributi pagati negli anni precedenti.  Inoltre, a seguito del  mancato adempimento della direttiva 152/2006, è possibile portare in giudizio innanzi   alla Corte dei Conti  sindaci e amministratori che nell’esercizio delle loro funzioni non hanno vigilato sul corretto svolgimento del servizio di raccolta differenziata. 

Nella sentenza n.83 del maggio 2013, la sezione Liguria della Corte dei Conti condanna  i sindaci e gli assessori all’ambiente   del Comune di Recco, succedutisi fra gli anni 2006-2010, al risarcimento  di 1.171.000 euro  a favore del Comune    e di 81.771 euro  a favore dello Stato. Ciò proprio a causa del mancato rispetto del d.lgs 152/2006. In particolare nella sentenza si legge: “Il mancato rispetto delle suddette disposizioni da parte dell’appaltatore (Nel caso specifico la società A.M.I.U spa ndr)  del servizio, con realizzazione della raccolta differenziata in misure significativamente inferiori a quelle previste dalla legge e la mancata assunzione da parte degli amministratori di idonei e specifici provvedimenti volti a ricondurre la gestione nell’ambito delle previsioni di legge, ha arrecato al Comune di Recco, secondo la stessa Procura, un danno patrimoniale pari ai maggiori costi sostenuti per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata. Detti oneri sono stati, in particolare sostenuti a titolo di “tariffa smaltimento rifiuti”, tributo speciale ex art. 3, comma 24 della legge n. 545/1995, addizionale del 20% al tributo speciale prevista dall’art. 205, comma 3, del D. Lgs. N. 152/2006 (la legge a cui rimanda il Comune di Frosinoine ndr) , introdotta con l’art. 5 della L.R. n. 23/2007, onere ex art. 40 L.R. n. 18/1999 e dal 1 luglio 2009 onere di pretrattamento dei rifiuti da introdurre in discarica”. 

Dunque la legittimità delle nostre richieste è  stata corroborata ancora di più proprio dall’indicazione del Comune di Frosinone.  Il settore finanze, nel  rispondere alla nostra istanza, ha tirato in ballo una norma , che  anziché migliorare, peggiora la posizione  dell’ente nei riguardi dei cittadini, portando addirittura ad un coinvolgimento delle giunte precedenti. Invitiamo quindi tutti i frusinati, non solo a non pagare il tributo per intero, ma a chiedere il rimborso per gli anni passati, periodi in cui il mancato adempimento del servizio da parte del gestore è continuato senza alcun controllo di sindaci e assessori. La battaglia non finisce qui. Vi terremo informati sui prossimi sviluppi.




M5S FROSINONE “IL 12 APRILE PRESENTEREMO IL NOSTRO PROGRAMMA ELETTORALE. SIETE TUTTI INVITATI”

MoVimento 5 Stelle Frosinone

“Mentre i nostri avversari fingono di essere quello che non sono, facendo credere ai cittadini di essere un progetto civico, e poi si apparentano e si mischiano con questo o quel partito per racimolare consenso, noi continuiamo il nostro percorso solitario ma felice.” – Lo dichiara il MoVimento 5 Stelle Frosinone che a breve presenterà il suo programma elettorale – “Siamo infatti pronti a presentare il nostro programma elettorale e lo faremo come primo “debutto” tramite una conferenza stampa aperta al pubblico, prevista per il giorno 12 aprile alle ore 10.30 presso il Lebò Club in via Alcide De Gasperi, 10. A seguito di questo appuntamento ce ne saranno altri che avranno come focus i punti fondamentali del nostro programma elettorale, come ad esempio la questione rifiuti e il tema dell’acqua. Proporremo inoltre alla cittadinanza un ulteriore approfondimento sulla questione immigrazione, quest’ultimo in parte affrontato nell’incontro riguardante la politica estera avvenuto domenica scorsa, ha destato particolare interesse nei cittadini e per questo motivo abbiamo accolto la richiesta di organizzare un evento ad hoc spiegando nel dettaglio le proposte del MoVimento 5 Stelle.” – e concludono –“Il calendario è in fase di ultimazione e potrete trovare tutti gli aggiornamenti sulla pagina facebook Movimento 5 Stelle Frosinone e sulla pagina del nostro candidato Sindaco Christian Bellincampi. Seguiteci!”


martedì 4 aprile 2017

Spoleto echi dal congresso nazionale di Rifondazione Comunista

Ufficio Stampa PRC Provincia di Frosinone




Il neo segretario del partito Maurizio Acerbo con il segretario Provinciale Paolo Ceccano

Si è chiuso  domenica 2 aprile  il X Congresso Nazionale del Partito di Rifondazione Comunista, durato dal 31 marzo al 2 aprile presso Spoleto e quindi nelle zone terremotate. 
Non a caso è stata scelta questa terra, proprio per dare un aiuto ed un segnale di rinascita per le popolazioni colpite dal sisma dove purtroppo ce ne è ancora tanto bisogno.
Sono stati giorni davvero emozionanti, dove si è discusso di alta politica, dagli scenari mondiali a quelli delle piccole realtà locali compresa la nostra Provincia.
La linea politica è quella di continuare a combattere il neoliberismo, a collaborare con le forze politiche più vicine a noi, alle libere associazioni, ai centri sociali costruendo un " terzo polo " alternativo al PD e contrario ai movimenti populisti e fascisti.
Durante le giornate hanno preso parola e partecipato i vari ambasciatori e rappresentati politici di ogni parte del Mondo, dal Sud America, a Cuba, alla stato di Palestina, alla Spagna, la Francia e la Grecia, è stato inoltre nominato il nuovo Segretario del Partito, l'abruzzese Maurizio Acerbo, da sempre impegnato nelle cause - lotte sociali e ambientali.
Un ringraziamento all'altro Segretario uscente, Paolo Ferrero, persona umile ed intelligente, che ha saputo tenere,  ricostruire e rilanciare questo Partito in momenti non certo facili.
Come Federazione di Frosinone abbiamo anche riportato a casa un bellissimo risultato, come la nomina al comitato politico nazionale del nostro Segretario Provinciale Paolo Ceccano.
Per la delegazione della nostra federazione è  stato un piacere ed un onore aver potuto partecipare attivamente in tutto questo provando a rappresentare anche tutti gli altri compagni.
Hasta la Victoria Siempre !!!

IMG_20170402_WA0014_1
 


 
La delegazione di Frosinone

lunedì 3 aprile 2017

Quale socialismo?

Da “Scintilla” n. 79, aprile 2017


Otto anni di crisi e di stagnazione, di attacco ai lavoratori sfruttati, di misera dilagante, hanno riportato all’ordine del giorno della riflessione e del dibattito politico la questione del socialismo, della sua attualità.
Noi comunisti incoraggiamo e aiutiamo le tendenze socialiste oneste e sincere che si sviluppano fra organizzazioni e singole personalità.
I fatti però ci dicono che oltre a queste tendenze più o meno spontanee vi sono settori borghesi, filoimperialisti e riformisti, che parlano di socialismo per far passare ideologie e punti di vista che nulla hanno a che vedere con la prima fase della società comunista.
Vediamo tre tendenze all’opera: una tendenza “utopista ragionevole”, idealista, che all’atto pratico non va oltre la critica del neoliberismo e la riforma del capitalismo; una kautskyana che predica il passaggio graduale al socialismo;  e una “cinese” che sostiene il cosiddetto socialismo di mercato.
Tutte e tre sono di chiara derivazione socialdemocratica e revisionista. Negano la funzione autonoma e il movimento politico del proletariato, protagonista principale della rivoluzione socialista; la necessità della rivoluzione per strappare il potere politico alla borghesia; la socializzazione dei mezzi di produzione, con la quale si elimina lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; la dittatura del proletariato, senza la quale non si può sconfiggere la resistenza accanita delle classi sfruttatrici e costruire la nuova società; la necessità del partito comunista (marxista-leninista), chiamato a elevare la coscienza, a organizzare, unificare, mobilitare e dirigere nella lotta la classe più rivoluzionaria e i suoi alleati alla conquista del socialismo.
Senza queste caratteristiche non si può parlare di socialismo scientifico, proletario. Chi le disconosce, denigra o nasconde dimostra di essere un esponente dell’ideologia piccolo borghese, che avversa il ruolo storico della classe operaia e del suo partito di avanguardia.
Contro tutte le concezioni confuse, calunniose o “ben intenzionate”, che servono a rendere inservibili la rivoluzione e il socialismo per i compiti storici del proletariato, va condotta una lotta permanente e intransigente. Il socialismo proletario è uno solo!
Nell’anno del centenario dell’Ottobre, segnaliamo l’importanza di partecipare attivamente in questo dibattito, puntualizzando ciò che è la rivoluzione socialista, per aiutare la separazione netta e definitiva con l’opportunismo e il riformismo di ogni tipo e compiere decisi passi avanti verso il Partito Comunista.

domenica 2 aprile 2017

Poesia dedicata a Buddy Rich

 Michael Keshigian
Rich at 100



In un jazz club abbandonato,
dove una volta debuttai,
solo ragni e topi
stavano  dietro i pannelli acustici
che una volta risuonarono  in un sogno,
vedo la mia immagine distorta
riflessa su uno sfregiato  piatto ride
di uno sconclusionato drumset,
sento come un intruso,
dirompente un riff di Buddy Rich
quando si esibì qui
qualche decade fa
arruolando   il mio talento
dalla vicina scuola di jazz,
aggiungendo i colori del sassofono
ai suoni sepolti
fra le tue mura
infilati nei tuoi angoli
quando noi precipitammo la sua furia
verso il picchiettar del piede,
la gamba ondeggiante in una gita  percussiva
fuggì  da una dimensione alternata,
Cammino su  questo palco,
sforzandomi per sentire quei preziosi timbri
 che gli ultimi giorni hanno iniziato a nascondere,
gli assoli da piogge di anni
sono stati  lavati via,
umettate perdute si ricrearono indiscernibilmente
attraverso le  labbra contratte
dalla mia affaticata imboccatura
facendo scivolare le mie  unghie
sul  martoriato piatto
spero  che il fantasma di Buddy suonerà.

Traduzione di Luciano Granieri







La svolta maccartista in Italia al servizio del sionismo e dell'imperialismo

Vincenzo Brandi

Succedono in Italia cose che sembrano riportarci ai tempi oscuri del fascismo o del maccartismo, o forse nell’Ucraina nazista o nell’Arabia Saudita dei fanatici wahabiti.


Non bastava il progetto di legge bipartizan (sono firmatarie anche un paio di parlamentari del PD, una ex 5 Stelle e vari parlamentari di Forza Italia) per colpire con pene detentive e multe salatissime chi diffonde nella rete notizie che le autorità considerano “controverse” (ma senza colpire i grandi giornali e le TV nazionali che possono continuare a dire tutte le bugie che vogliono).

Ora esiste (già dal 2015) anche un Disegno di Legge N. 2043 diretto esplicitamente contro il movimento pacifico di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni che si oppone alla politica discriminatoria e persecutoria dello stato colonialista israeliano nei riguardi della popolazione originaria della Palestina. Sono firmatari di questo incredibile progetto liberticida anche due parlamentari del PD (Fattorini e Corsini). Nel disegno l’antisionismo viene ovviamente equiparato all’antisemitismo e quindi al razzismo; Israele viene definito come stato confessionale “ebraico” e sono previsti fino a 4 anni di galera a chi partecipa a movimenti che invitano al boicottaggio dell’entità sionista, e fino a 6 anni per gli organizzatori.

Nessun accenno viene fatto per ricordare che il boicottaggio - una pratica politica del tutto pacifica come indicato nel bel libro di Alfredo Tradardi e Diana Carminati sull’argomento (1) - fu uno dei mezzi usati per far cessare la politica dell’apartheid in Sudafrica. Seguendo le indicazioni dell’ex presidente Napolitano e dell’ex presidente del consiglio Renzi, si finge di ignorare che il sionismo è un’ideologia fascistoide, razzista e colonialista, il cui nucleo centrale consiste nel fatto di riconoscere ad un gruppo religioso particolare il diritto di andare a colonizzare una terra abitata da un’altra popolazione, che va quindi repressa e scacciata dalle proprie sedi.

L’equiparazione tra apartheid e sionismo è del tutto lecita e giustifica ampiamente tutte le azioni di boicottaggio. Israele nel 1948 scacciò con la forza oltre la metà della popolazione della Palestina e non ha mai attuato la risoluzione dell'ONU N. 194 del dicembre 1948 che riconosceva il diritto dei profughi di tornare alle loro case ed essere ricompensati per i danni subiti. Nel 1967 Israele occupò anche le terre palestinesi risparmiate nel ’48 (Cisgiordania e Gaza) e rifiutò di ottemperare alla risoluzione 242 dell’ONU che gli prescriveva il ritiro dalle zone occupate. La costruzione continua di colonie illegali all'interno dei territori occupati rende ormai impossibile la nascita di uno stato palestinese, come previsto dagli accordi di Oslo del 1993. Il sequestro illegale di tutte le fonti d'acqua della Cisgiordania crea enormi difficoltà alla popolazione palestinese, specie per l'agricoltura e la pastorizia. Il taglio illegale di milioni di ulivi in Cisgiordania, principale ricchezza dei territori palestinesi, si accompagna all’espulsione continua di Arabi e Beduini da numerose zone occupate per presunte ragioni di "sicurezza" e per la costruzione di nuove colonie. I processi frequenti di fronte a tribunali israeliani di Palestinesi che si oppongono all'occupazione, cui sono comminate condanne pesantissime, fanno sì che la popolazione carceraria palestinese sia una delle più alte del mondo. Frequente è l’uccisione da parte degli occupanti di gente che protesta.

Ultimamente abbiamo assistito all’annessione illegale della parte Est di Gerusalemme, per cui gli abitanti palestinesi di questa zona ora sono all'interno dello stato d'Israele, ma senza diritto di cittadinanza, e quindi non come persone di pari diritti. Nonostante la risoluzione 2334 del 27.12.2016 del Consiglio di sicurezza dell’ONU dichiari le colonie illegali, Israele nel febbraio scorso ha promulgato una legge che dichiara legali retroattivamente altri 4000 alloggi per ebrei costruiti recentemente nei territori occupati.

Il disegno di legge si accompagna ad una serie impressionante di divieti che autorità politiche e locali e dirigenze universitarie, e persino associazioni pseudo-democratiche, hanno recentemente imposto ad una serie di manifestazioni culturali e pacifiche indette in relazione al dramma della Palestina. Ricordiamo il divieto di tenere un convegno in Campidoglio a Roma dopo il voltafaccia del consigliere Stefano Fassina, il divieto di rappresentare tre film palestinesi ed uno spettacolo in ricordo di Rachel Corrie al cinema Aquila a Roma su richiesta di consiglieri locali del PD, il divieto di rappresentare un altro film al cinema Palladium e di tenere un convegno all’università La Sapienza, un analogo episodio avvenuto a Biella in una sede dell’ANPI. Tutti questi episodi avvengono su pressioni dell’ambasciata israeliana e di gruppi sionisti italiani cui tutte le autorità italiane obbediscono vilmente. L’ultimo episodio è una grottesca lettera del vice-ambasciatore d’Israele pubblicata, con grande rilievo, in prima pagina, dal compiacente direttore del Mattino di Napoli in seguito ad un convegno sulla Palestina programmato in quella città , in cui il diplomatico afferma incredibilmente che l’occupazione israeliana della Palestina ha fatto ottenere ai Palestinesi “l’indipendenza”! Evidentemente i sionisti considerano quei pochi limitati nuclei di Palestina amministrati dall’Autorità Nazionale Palestinese sotto la continua minaccia dell’esercito israeliano come uno stato palestinese già esistente.

Una prima risposta pubblica a questo giro di vite maccartista e alle ingerenze di uno stato colonialista straniero, protetto dagli USA e dalla NATO, nel nostro paese sarà data il 25 Aprile, giorno della Liberazione e della resistenza dei popoli, con la partecipazione di uno spezzone per la libertà della Palestina al corteo indetto dall’ANPI. Sarebbe opportuno che i sostenitori della causa palestinese e della liberazione di tutti i popoli oppressi intervengano numerosi e decisi a non farsi strappare l’occasione di inneggiare alla Palestina Libera.

(1) D. Carminati, A. Tradardi, “Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni, una pratica non violenta”, ed. Derive/Approdi.