sabato 1 luglio 2017

Un'emergenza idrica che fa acqua da tutte le parti


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Dalla gestione privatizzata a dieci esempi di progetti che incombono sul patrimonio idrico
italiano, la gestione pubblica e partecipata è l'unica strada


La cosiddetta “emergenza idrica” è provocata dalla cattiva gestione e dalla privatizzazione ma si continua a far finta di nulla e a insistere su progetti che rischiano di devastare quanto rimane del residuo patrimonio idrico italiano.
I dati che stanno circolando sui media in questi giorni (diminuzione della disponibilità d'acqua, crollo delle precipitazioni e delle portate di fiumi e sorgenti, aumento delle temperature medie) fanno emergere in tutta la sua drammatica realtà l'acuirsi di una crisi idrica che viene da lontano.
Purtroppo, anche in questa occasione, il dibattito che si è sviluppato nel paese viene piegato agli interessi delle grandi lobby economico-finanziarie che provano così a rilanciare la strategia volta alla definitiva mercificazione del bene acqua e addirittura a mettere sul banco degli imputati i referendum del 2011.
Per l'ennesima volta si prova a cancellare con un tratto di penna e a rimuovere dalla coscienza delle persone le reali cause di una crisi che, come scriveva V. Shiva nel 2003 nel libro "Le guerre dell'acqua", è una crisi ecologica che ha cause commerciali ma non soluzioni di mercato.
Addirittura si arriva a prospettare come cura esattamente la causa scatenante della malattia, ossia la sottomissione dell'acqua alle regole del mercato, del profitto e della concorrenza.
E', altresì, evidente come la crisi idrica che si sta palesando in questi giorni in Italia sia il risultato del matrimonio tra il ciclo dell’acqua e il ciclo economico, essa è dovuta principalmente alla scarsità di questa risorsa. Scarsità “man-made”, cioè prodotta dall’uomo, tramite: sovrasfruttamento degli acquiferi, inquinamento delle falde e del reticolo fluviale superficiale, urbanizzazione, con conseguente diminuzione della disponibilità, divisione tra consumo agricolo, industriale, uso civile.
E allora l'onestà intellettuale imporrebbe di fare marcia indietro rispetto a una serie di opere e progetti che da una parte tendono a valorizzare economicamente l'acqua e dall'altra considerano il suo depauperamento come un effetto collaterale ineluttabile. 
Ne elenchiamo solo dieci delle centinaia in cantiere in Italia:
  • pozzo di petrolio ENI di Carpignano Sesia, in area di ricarica della falda idropotabile di Novara, il Min.Ambiente ha appena approvato il progetto mettendo come prescrizione di "prevedere un approvvigionamento alternativo in caso di contaminazione";
  • gasdotto Sulmona-Foligno della SNAM, con il tragitto su ben tre crateri sismici con un tunnel appena dietro la più grande sorgente dell'Italia Centrale, quella del Pescara a Popoli, dalla portata di 6000 litri al secondo;
  • Centro Oli di Viggiano che incombe sul Lago del Pertusillo, che disseta 4 milioni di italiani in Puglia e Basilicata, sequestrato nel 2016 e oggi protagonista di un ingente sversamento di petrolio;
  • Sorgente Pertuso: aumento delle captazioni presso la sorgente del Pertuso che alimenta il fiume Aniene nel Lazio;
  • aumento delle captazioni ACEA presso il lago di Bracciano;
  • costruzione delle gallerie dell'autostrada Roma-Pescara, un progetto faraonico da 6,5 miliardi di euro che andrebbe a ledere le falde acquifere presenti nelle montagne carbonatiche tra Lazio e Abruzzo;
  • l'inquinamento prodotto dalla SOLVAY sulla costa toscana tra Rosignano Marittimo e Vada che si configura come una vera e propria “bomba ecologica” visto che anche l’Agenzia Ambientale Onu ha classificato questo tratto costiero come uno dei 15 più inquinanti d’Italia; 
  • progetti per uso idroelettrico nel bellunese come sull'intero arco alpino che vanno ad impattare fortemente sugli ecosistemi fluviali; 
  • costruzione di un impianto idroelettrico sul fiume Frido nel parco del Pollino con un devastante impatto sull'ecosistema fluviale;
  • l'inquinamento da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche potenzialmente pericolose per la salute umana) delle falde ad uso idropotabile nel Veneto tra le province di Padova, Vicenza e Verona.
D'altra parte si prova ad accreditare la tesi per cui i due referendum per l'acqua pubblica del 2011 siano stati la causa della situazione attuale avendo determinato un crollo degli investimenti per cui non sarebbe stato possibile l'ammodernamento delle reti idriche da parte dei gestori.
Una bugia dalle gambe cortissime.
Infatti, gli investimenti sono in decisa flessione sin da fine anni novanta (quindi ben prima dei referendum) nonostante le tariffe dell'acqua siano aumentate più di ogni altro servizio pubblico. 
Allora se le tariffe aumentano, gli investimenti diminuiscono e le perdite delle reti aumentano, appare evidente che c'è qualcosa che non torna.
La questione da porsi, che arbitrariamente viene elusa nel dibattito pubblico, è che il finanziamento del servizio idrico integrato ha dimostrato il suo fallimento dal momento in cui al principio del “full cost recovery”, ossia il costo totale del servizio deve essere interamente coperto dalla tariffa, si è associato l'affidamento a soggetti privati: entrate certe e anticipate a fronte di investimenti sempre più ridotti e dilazionati nel tempo. Con i risultati assolutamente inadeguati rispetto alle ingenti opere di cui il servizio idrico necessita.
Superato il concetto del “full cost recovery” ed esautorati i soggetti gestori di natura privatistica, per gli investimenti, occorre progettare, quindi, un sistema di finanziamento sia basato sul ruolo della leva tariffaria, anche su quello della finanza pubblica e della fiscalità generale.

Insomma, il giudizio di fallimento dell'attuale sistema di gestione dell'acqua in Italia è un dato di fatto ben difficilmente contestabile che dovrebbe portare ad un'inversione di rotta immediata soprattutto alla luce della pesante crisi idrica.
Diviene in sostanza irrinunciabile e urgente un cambiamento del sistema passando dalla pianificazione dell’offerta, alla pianificazione e gestione della domanda, rimettendo al centro la tutela e gestione partecipativa dell'acqua e dei beni comuni.

8 luglio 2017, salviamo una data nella nostra memoria

 Rete per la Tutela della Valle del Sacco



L’8 luglio ancora una volta saremo per le strade di Colleferro a manifestare la nostra contrarietà all’incenerimento, ancora una volta le ragioni del NO partono dalla base, a dimostrazione che la valle del Sacco non ne può più di essere la soluzione di ripiego a tutte le emergenze.

L’8 luglio lotteremo per la salvaguardia del nostro territorio, della nostra salute, del nostro futuro in questa valle. Lo faremo sapendo che tanti si riempiono la bocca di proclami, ma pochi sono realmente interessati a salvaguardarci. La principale responsabilità di questa situazione è da ascrivere sia alla Regione Lazio, con la delibera sul Fabbisogno impiantistico, che al Governo, con il decreto Sblocca Italia,  che impone il riavvio degli inceneritori di Colle Sughero. Decisione quella della Regione Lazio reiterata con parere positivo nella Conferenza Stato Regioni, specifica sul tema. La Regione a chiusura del ciclo ha stanziato a dicembre 2016 nel bilancio di previsione per il 2017, i fondi necessari alla ristrutturazione degli inceneritori attraverso la ricapitalizzazione di Lazio Ambiente SpA, di cui è proprietaria al 100%.  

L’amministrazione capitolina, a sua volta, sempre nel dicembre 2016, non si è distaccata da questa decisione ed ha completato il finanziamento della ristrutturazione tramite la società AMA, che è proprietaria del 40% di uno dei due inceneritori. L’ipotesi prospettata di un utilizzo a scalare per 10 anni dei due impianti è priva di senso, poiché la rimessa a pieno regime di impianti fatiscenti richiede l’investimento di decine di milioni di euro, da ammortizzare in almeno 20 anni di esercizio.

Nel settembre 2017 la società Lazio Ambiente spa sarà messa a gara e il cuore della vendita sono gli inceneritori di Colle Sughero, di conseguenza non è desumibile una chiusura a breve degli stessi. Tra i candidati ci sono società partecipate del Comune di Roma che già possiedono altri impianti di incenerimento. Incombe il ragionamento della convenienza economica dello smaltimento in impianti prossimi alla città eterna.

Di un fatto è necessario essere consapevoli -e noi lo siamo- è cioè che una svolta radicale e definitiva nella gestione del ciclo dei rifiuti non si realizza da un giorno all’altro in un singolo territorio o in una singola città per quanto grande. E’ una trasformazione che riguarda l’intero Paese, come ci insegna lo Sblocca Italia. A ciò si può pervenire se dalle realtà locali si affronterà un doppio percorso:
·       Pratiche virtuose e progettazione di sistemi miranti al recupero di ciò che oggi viene sepolto e bruciato
·       Battaglia a livello nazionale per imporre una strategia del recupero, del riciclo, del riuso secondo i principi dell’economia circolare
Una azione locale e nazionale che costruisce una coalizione coesa, avendo come alternativa quella di sottostare ad un perenne stato di necessità, dove le singole Amministrazioni soccombono ai ricatti del taglio delle risorse, della spesa pubblica e ai diktat che favoriscono quell’aggregato di interessi che da sempre domina lo smaltimento dei rifiuti.

Alle Amministrazioni locali, anche a quelle che si dichiarano contro gli inceneritori, segnaliamo il grave ritardo col quale affrontano oggi il tema della costruzione su un territorio ampio di un sistema integrato dei rifiuti, dalla raccolta agli impianti, per la definitiva chiusura del ciclo, cosa che non si realizza in sei mesi e con un pugno di Amministrazioni.

In ciò sta il motivo della mobilitazione dell’8 luglio che cerca di dare senso alla rabbia che sentiamo montare nei cittadini, sottraendola allo sconforto ed al qualunquismo. La rivolta nella valle del Sacco, dopo anni di analisi e proposte da parte delle associazioni, difende il territorio, rilancia le proposte e vuole creare quel fronte che è necessario per cambiare politica. La transizione sarà lunga, ma le direzioni che essa può prendere sono solo due e sono una opposta all’altra.

Ai professionisti dei comunicati a raffica e delle continue precisazioni, delle toppe che sono peggiori del buco che vogliono sanare, delle difese ad oltranza della propria parte politica e operato, diciamo loro che ci vuole un respiro lungo, uno sguardo strategico, una capacità di ascolto e di cooperazione.  Ci vuole l’umiltà di ascoltare chi da anni si batte e paga in prima persona ed infine ci vogliono scelte concrete: non ci lasceremo strumentalizzare o dividere e non pensino di venire a raccogliere voti o facili consensi.

Per Colleferro la scelta scellerata degli inceneritori e della discarica ha segnato un percorso di decadenza della città, ha annullato le possibilità di una trasformazione dopo la fine della grande industria, ha costretto le migliori energie ad emigrare ed ha lasciato inutilizzate straordinarie competenze. Una china discendente che si vuole perpetuare con il rilancio degli inceneritori. Noi diciamo che il senso profondo di questa lotta è riappropriarsi come comunità del proprio futuro e della capacità di costruirlo.

Chi vuole comprare gli inceneritori deve sapere che non sarà un investimento conveniente.

Gli effetti delle scelte sbagliate in campo ambientale le paghiamo tutti i giorni, sulla nostra salute, sulla salute dei nostri cari, in questa valle ormai chiamata “la valle dei veleni”. Adesso basta!

Il nostro non è un grido di disperazione ma è la rabbia di chi è disposto a tutto pur di invertire la rotta; è la rabbia di una valle che non resterà a guardare di fronte a scelte scellerate, un territorio che si è stancato di aspettare e vuole scegliere il proprio futuro.

L’ 8 IO LOTTO, VIENI ANCHE TU CON NOI PERCHE’ SIAMO TANTI!!!

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Le decisioni dell’assemblea delle associazioni, dei comitati e dei cittadini del 28 giugno 2017.

La sera del 28 Giugno si è svolta un’assemblea tra associazioni,  comitati  e cittadini del territorio per la mobilitazione contro il revamping degli impianti di incenerimento di Colleferro.

La data scelta è sabato 8 Luglio.

Dopo un confronto generale si è scelto di manifestare con un corteo che prevede il concentramento alle ore 16 da Piazza della Repubblica, attraverserà corso Filippo Turati, passerà per Piazza Aldo Moro, scorrerà su Corso Garibaldi, attraverserà via Sabotino e arriverà al piazzale di Colleferro Scalo, quartiere dove sorgono i due inceneritori. Al termine del corteo, una volta radunati tutti nel piazzale dello Scalo, degli interventi esplicheranno i contenuti di questa mobilitazione, vagliando i passi da intraprendere per arrivare a vincere la battaglia. Non sono previsti interventi di politici o di sindacati; potranno intervenire solo associazioni e comitati che si sono opposti al rilancio degli inceneritori e che nel territorio hanno combattuto contro tutte le forme di attentato alla salute e all’ambiente.

Il percorso indicato è stato confermato ed autorizzato dalla Questura.

Ci sarà inoltre la presenza di media nazionali, come Rai News e SkyTg24.

Il corteo sarà determinato, pacifico e civile.

Durante tutta l’iniziativa il confronto delle posizioni, a partire dalla condivisione dell’obiettivo della manifestazione, avverrà con la logica dell’ascolto reciproco.

L’organizzazione della manifestazione garantirà che tutto si svolga secondo questi criteri e invitiamo tutti ad osservarli.

Ci si raccomanda di non esporre bandiere di qualsivoglia partito o sindacato. Le uniche sigle che potranno essere esposte sono quelle civiche e quelle delle associazioni, comitati e cittadini, oltre a striscioni o quant’altro che esprimano gli obiettivi specifici della manifestazione e quelli generali della difesa della salute e dell’ambiente. Qualsiasi altra sigla, bandiera o simbolo che non rientri tra quelle appena indicate sarà prontamente rimossa.

La puntualità con cui si danno queste indicazioni nasce dalla consapevolezza del clima che si è creato attorno alla mobilitazione, dei goffi ed evidenti tentativi di strumentalizzarla e di dividere l’ampia coalizione civica che attorno ad essa si è creata.

A partire da questa manifestazione  si lotterà insieme per scongiurare la riattivazione degli inceneritori: sono quindi invitati a partecipare coloro che sono fermamente convinti della propria contrarietà al sistema di incenerimento dei rifiuti, a prescindere dalla propria fede politica.
L’otto luglio rappresenta il primo passo di una mobilitazione che non deve quietarsi, ma crescere esponenzialmente fino a intimorire chi pensa di aver già scritto il destino della Valle del Sacco.

Nei prossimi giorni continueranno i banchetti a Colleferro e nei paesi limitrofi per dare tutte le informazioni necessarie sulle modalità di svolgimento e sulle motivazioni della mobilitazione.

Realtà civiche che aderiscono all’iniziativa:
Coordinamento comitati di quartiere di Colleferro 
Associazione ambientalista UGI
Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa)
Comitato Residenti Colleferro
Associazione Culturale Gruppo Logos
Circolo Arci Montefortino
Comitato Rifiuti Zero Genazzano
Legambiente Lazio
Circolo Legambiente Anagni
Comitato Osteria della Fontana Anagni
Comitato Rifiuti zero Terracina
Associazione 14 Giugno
ANPI Colleferro "La Staffetta Partigiana “
Associazione Culturale Anagni Viva
Zero Waste Lazio
Gruppo Consulta le Donne di Colleferro
Coordinamento Interprovinciale Ambiente e Salute
D.A.S - Ass. Diritto alla Salute Anagni
Osservatorio della valle Galeria
A.M.A- Associazioni Mamme Colleferro
Consiglio dei Giovani di Paliano
Laboratorio Comune Alta Valle del Sacco
A Sud Onlus.
Associazione Popolo Libero di Labico
Centro per l'Infanzia Lo Scarabocchio

L’elenco delle associazioni e dei comitati aderenti è in continuo aggiornamento ed è pubblicato sulla pagina Facebook della manifestazione https://www.facebook.com/rifiutiamoli/

la manifestazione del 2012 a Colleferro sempre contro gli inceneritori
video di Luciano Granieri.




venerdì 30 giugno 2017

TARI. Il sindaco di Frosinone presenta il conto della camMagna elettorale

Luciano Granieri




Finita la festa gabbato lo santo. Nella primavera del 2017 sarebbe dovuta abbattersi, sui cittadini di Frosinone, la mannaia della tassa sui rifiuti (TARI). Nulla di tutto ciò è avvenuto. Benedetta primavera? No maledetta primavera elettorale. Infatti l’azzeccagarbugli sindaco uscente (ed entrante) si è guardato bene dall' inviare ai  cittadini una tassa aumentata del 20% con il rischio di perdere consensi. C’era la festa delle elezioni! 

Oggi la festa è finita. Estinte le libagioni di una  camMagna   elettorale  -che ha avuto il suo apice nella mega cena offerta della “cariatide addormenta”  assessore ai finanziamenti europei della giunta uscente -il nuovo  (vecchio) sindaco Nicola Ottaviani presenta ai cittadini  il conto della TARI. Personalmente  questo conto non me lo accollo , o meglio, pagherò  solo il  20%, considerato che secondo l’art.24 del regolamento comunale per l’applicazione sulla tassa dei rifiuti, in caso di comprovate inadempienze da parte del gestore  nel svolgere correttamente il suo servizio, il cittadino deve un tributo pari solo al 20% dell’intera tariffa. 

Il gestore (Sangalli in questo caso) è palesemente inadempiente perché in base al d.lgs n.156/2006 avrebbe dovuto  realizzare già nel 2012  il 65% di raccolta differenziata. Oggi, siamo al 18% . In realtà non solo è  sacrosanto pagare il 20% della tariffa, ma sarebbe cosa buona e giusta richiedere al vecchio/nuovo sindaco un   indennizzo per danno erariale per aver affidato il servizio ad una ditta palesemente inadempiente. 

La sentenza n.224/2016  del TAR di Latina, confermata dal pronunciamento n.3030/2017 della quinta sezione del Consiglio di Stato, pubblicata il 21/06/2017 -  oltre ad annullare la determina del 5 febbraio 2016 con il quale l’amministrazione  Ottaviani illegittimamente affida alla Sangalli l’incarico per lo smaltimento dei rifiuti - condanna il Comune al pagamento delle spese di giudizio pari a quattromila euro. Un’ inezia in termini economici, ma sintomatica di come l’amministrazione Ottaviani tratta la materia degli appalti.  

In base alla sentenza n.224/2016 del TAR di Latina, conseguente al ricorso presentato da De Vizia, società concorrente di Sangalli nella gara d’appalto, si rileva che il Comune di Frosinone ha omesso di eseguire la verifica della sostenibilità dell’offerta presentata dalla  stessa Sangalli,  scelta come affidataria del servizio. Infatti la società di Monza è risultata priva dei requisiti di moralità professionale ex articolo 38, lett. c,  d.lg. 12 aprile 2006 e dunque non avrebbe potuto  neanche partecipare alla gara. In particolare il socio di maggioranza della compagnia, in carica nel   2014, mansione poi trasferita alla propria  compagna, è  stato condannato alla pena di 4 anni e tre mesi per corruzione, turbata libertà degli incanti e falso. 

Inoltre il Comune di Frosinone nell’ aggiudicare l’appalto alla Sangalli ha accettato acriticamente elementi e dati la cui erroneità risulterebbe evidente. L’utile d’impresa dell’ 1,5% è palesemente insostenibile, il che avrebbe dovuto indurre il Comune ad  eseguire ulteriori approfondimenti. La Sangalli presenta costi del lavoro  molto più bassi rispetto alla concorrenza, insufficienti all’assolvimento del servizio , gli oneri  per automezzi e attrezzature sono sottostimati grazie a presunte condizioni di favore di cui la Sangalli godrebbe, non suffragati da alcun elemento concreto. Inoltre un’altra serie di costi, inerenti la fornitura di cassonetti, bidoni e contenitori, manca di un’idonea giustificazione. Non esiste una descrizione analitica dei costi necessari alla progettazione, messa in esercizio e manutenzione del previsto centro di raccolta. Oneri indicati per un importo che è la metà di quello minimamente necessario. Infatti tale centro non è stato mai realizzato. 

Si denuncia  la sottostima dei costi  necessari per  garantire   la sicurezza ai  lavoratori.  Manca  qualsiasi riscontro per la verifica dell’importo dichiarato a titolo di “spese generali”. In buona sostanza il TAR di Latina ci dice che, non solo il Comune di Frosinone ha affidato il servizio di smaltimento rifiuti ad un’impresa priva dei requisiti morali necessari per partecipare ad una qualsiasi gara d’appalto, (ditta, peraltro già indagata nell’inchiesta Clean City, per cui sono stati rinviati a giudizio   amministratori  della stessa società e l’ex vicesindaco di Frosinone Fulvio De Santis), ma non ha nemmeno approfondito i termini economici e realizzativi della proposta di Sangalli, del tutto incompatibili con il corretto svolgimento della raccolta rifiuti . Tant’è vero che proprio a seguito della sentenza 224/2016 del TAR di Latina, confermata dal pronunciamento 3030/2017 del Consiglio di Stato, il servizio è stato affidato alla ricorrente De Vizia. 

E’ del tutto evidente, quindi, che la TARI  pagata fino  oggi, e quella che dovremo corrispondere a luglio, andrà  a coprire un servizio per forza di cosa carente, in quanto svolto da un’azienda inadeguata, scelta in modo arbitrario dal Comune. Ciò dimostra l’assoluta disinvoltura con cui l’amministrazione Ottaviani, vecchia e nuova, gestisce gli affidamenti dei servizi, spesso effettuati con modalità diretta, o, viene il sospetto,  con l’indizione di gare d’appalto in odore di essere costruite apposta per certi affidatari. 

Nonostante ciò più del 70% dei frusinati ha scelto di nuovo, come sindaco, l’azzeccagarbugli difensore degli indagati per associazione di stampo mafioso e traffico di stupefacenti, arrestati al Casermone. Viene allora da dire:  Che paghino questi frusinati! Il sindaco se lo sono scelto ed è giusto che  ne subiscano le conseguenze. Del resto cosa potrà mai valere  una TARI aumentata del 20% di fronte alla promessa di un posto di lavoro o di un ruolo privilegiato nella nutrita casta di  professionisti, avvocati ,avvocaticchi, parafangari  del foro frusinate? 

C’è chi, come il sottoscritto,  non si è presentato alle elezioni, proprio perché  disgustato da una campagna elettorale dallo stampo smaccatamente clientelare. Ma non per questo ha  rinunciato a far politica e a denunciare le storture di un’amministrazione devastante per la dignità sociale della nostra città . 

Siamo sempre qui e non gli daremo tregua, tanto più che nei banchi dell’opposizione, questa volta,  siederanno tre consiglieri disposti, a quanto pare, a fare opposizione per davvero. Godranno del mio, del nostro, incondizionato appoggio, quello che viene dalla strada, dalle piazze. Sarà sufficiente? Lo ignoro ma so che il compito di chi sta fuori dal consiglio è quello di rendere consapevoli i cittadini che, piuttosto che eleggere qualcuno il quale    promette di pagarti la rata della TARI, è preferibile votare uno che s’impegnerà  ad abbassare, la TARI come le altre tariffe, per tutti i cittadini.


Sciopero Nazionale dei Vigili del Fuoco.




La Federazione di Frosinone del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea aderisce allo sciopero nazionale dei Vigili del Fuoco in detto dall’Organizzazione Sindacale USB.

Ricordiamo tutti le immagini del grande lavoro prestato dai vigili del fuoco nei terremoti, e nelle altre catastrofi naturali che si sono abbattute sul territorio Italiano, Donne e Uomini che sono sempre in prima fila, senza paura affrontano acqua, fuoco, neve, terremoti incidenti e qualunque altro disastro.

Sempre al servizio della popolazione, sottopagati e molto spesso con mezzi obsoleti e carenti di manutenzione.

Nelle rivendicazioni dello sciopero, sono citati a grandi lettere gli aumenti contrattuali fermi dal 2009,la richiesta della 14ma mensilità, il rispetto dell’orario di lavoro con annesso diritto al tempo libero, diritto alla mensa, riconoscimento della categoria come lavoro usurante, una vera riforma pensionistica, rispetto della sicurezza sul lavoro.

Servono più uomini, infatti, il corpo VVFF italiano e molto al di sotto delle normative europee che prevedono 1 vigile ogni 1000 abitanti, serve anche ridare una dignità pensionistica, reintroducendo i criteri di pensionamento all’età di 53 anni, oggi portato a 62.

Noi facciamo nostre queste richieste, e saremo completamente al loro fianco, sensibilizzeremo l’opinione pubblica affinché si capisca che queste Donne e questi Uomini sono degli eroi che ogni giorno fanno miracoli per proteggere la popolazione.

Bisogna che lo stato metta in moto un piano atto a prevenire le catastrofi, e non solo a gestirle, ad esempio un serio piano di riassetto e prevenzione idrogeologico in tutto il paese, questo in concreto porterebbe portare occupazione e sicurezza su tutto il territorio.

Ci risulta che a Frosinone ci sono problemi con i mezzi, che solo grazie ad un grande lavoro della manutenzione interna possono essere utilizzati, ci risultano anche problemi burocratici interni per usare mezzi nuovi, assurdo in una nazione civile.

Siamo indignati, e ci chiediamo come in un paese civile possa accadere tutto questo, in periodi di crisi e restrizioni economiche si pensa a tagliare solo e soltanto dove si dovrebbero indirizzare risorse per garantire sicurezza ai Cittadini e dignità alle Lavoratrici e ai Lavoratori del comparto.


Giuseppe di Pede  Res. Lavoro
Paolo Ceccano Seg Provinciale

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giovedì 29 giugno 2017

Brasile, 30 giugno Nuovo sciopero generale!

Partito D'Alternativa Comunista



Il 30 giugno in Brasile sará un'altra giornata di sciopero generale.
Dopo lo sciopero del 28 aprile (il più grande della storia del Brasile), dopo l'imponente manifestazione a Brasilia del 24 maggio, ora si prepara un altro giorno di lotta e mobilitazione generale.
I grandi sindacati burocratici (dalla Cut a Forza Sindacale), dopo aver cercato di ritirare lo sciopero in cambio dell'apertura di una trattativa col governo, ancora una volta hanno dovuto cedere alle pressioni della loro base e hanno alla fine dovuto accogliere l'appello della Csp Conlutas (unico sindacato che sosteneva il mantenimento dello sciopero) e confermare l'indizione dello sciopero per il 30 giugno.
È la dimostrazione che, quando la lotta di classe esplode, non c'è burocrazia che tenga.
Pieno appoggio allo sciopero generale del 30 giugno! Solidarietá internazionale!
 
Alternativa Comunista è impegnata da mesi in una campagna di iniziative, presidi, assemblee in tutta Italia, per rompere il muro del silenzio imposto dalla stampa borghese e sostenuto anche dalla stampa di sinistra: cerchiamo di contrastare la disinformazione, gli articoli che parlano di "golpe bianco", "onda reazionaria in America Latina" e altre falsità con cui la quasi totalità delle forze della sinistra, grandi e piccole (incluse quelle che si definiscono rivoluzionarie), cercano di occultare la reale portata dei fatti brasiliani e soprattutto il ruolo che in essi stanno svolgendo i rivoluzionari.

Siamo al fianco della Conlutas e dei nostri compagni del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale, in prima fila in questa lotta di immensa importanza per il proletariato di tutto il mondo.

Appello per una mobilitazione in Campidoglio


A Roma hanno acceso il fuoco dei razzismi ma i problemi della città non sono i migranti. E’ ora di riconoscere che nessuna persona è illegale.



Il prodotto interno lordo della città di Roma non cresce dando la caccia ai profughi, migranti e rom. Il taglio al trasporto pubblico locale, che isola le periferie ed i suoi abitanti, non è opera di rom e profughi. La carenza di case popolari, la perdita dei posti di lavoro e la crescente disuguaglianza sociale non sono dovuti alla presenza dei migranti. Neanche la cementificazione, l’inquinamento dell’aria e l’abbandono in cui vengono lasciate le periferie sono una loro responsabilità.

Scaricare le proprie inadeguatezze sui cosiddetti "diversi" è accendere il fuoco dei razzismi. Quando anche le istituzioni centrali e locali decidono di alimentare la decadenza ed il degrado culturale e tutto viene banalizzato senza pudore, ne fanno le spese la verità e la giustizia sociale.

Non possiamo restare prigionieri della vostra passione per la caccia alle streghe. Perché Roma è di fatto meticcia, anche se la vostra arretratezza vi condanna alla miopia politica.

Italiani e migranti, tutti romani di vecchia e di nuova generazione, abbiamo altri problemi ed è ora di cominciare a risolverli.

Mobilitazione in piazza del Campidoglio
Giovedì 13 luglio ore 17.30

Primi firmatari
Unione Sindacale di Base, Carovana delle Periferie, Decide Roma, Movimento per il diritto all’abitare, Cinecittà Bene Comune, Corto Circuito, Coordinamento Romano per l’Acqua pubblica, Piattaforma Eurostop, Resistenze Meticce, Lavoratori licenziati di Almaviva, Partito della Rifondazione Comunista….

mercoledì 28 giugno 2017

Odio di Classe.

Luciano Granieri






Concetta                                           Gualtiero
Sono Concetta ho perso il lavoro                      Sono Gualtiero la mia banca è fallita.
dopo quindici anni di che facevo                    dopo vent’anni in cui   ha prestato
pulizie dentro una birreria. Sono stata            soldi  a tanti industriali, politici e squali di borsa senza
mandata a casa perché l’azienda ha                  riavere indietro neanche un centesimo è accaduto
terzializzato il servizio di pulizie.                     l’inevitabile il fallimento.
Guadagnavo 800 euro al mese,                          Sono un obbligazionista senior di svariate banche.
anche mio marito è disoccupato.                       Il mio reddito annuale è di settemila, a volte
Non so come andare avanti sono                       ottomila euro, al mese . Fino a qualche tempo fa ho
in fila agli sportelli dell’Inps                              continuato a comprare debito, emesso dalla   
per vedere se la mia pratica per                         banca che sarebbe fallita, al 30% del suo  valore.
  riscuotere la Naspi, presentata sette                Banca Intesa ha rilevato la parte profittevole
mesi fa, è finalmente a posto.                            dell’istituto in fallimento. Le mie obbligazioni
L’impiegato mi dice che manca un                      non rientrano nel salvataggio di Banca Intesa
documento e il sussidio non mi sarà                  perché sono di difficile riscossione per questo le
dato. Mi arrabbio, urlo, che non ce la                 ho comprate così a poco prezzo. Lo stato però si    
faccio più a stare senza soldi. Sono                     farà carico della parte debitoria della banca fallita.
sette mesi che non prendo stipendio.                   Ha subito stanziato 17 miliardi. Che bello! non
Lo Stato non può trattare così la gente                 perderò nulla dei miei guadagni. E’ facile fare affari
rimasta senza lavoro e senza reddito.                   se lo Stato   si accolla tutti i rischi di noi investitori.
Sono disperata. Nella borsa ho due flaconi            Sono tranquillo e sereno è bello  vivere in
di alcol, adesso li tiro fuori e mi do fuoco.             una nazione talmente civile, da venire in soccorso
Mentre questi insani pensieri mi attraversano       immediatamente a chi ogni tanto sbaglia qualche
la mente sento due dietro di me che parlano         investimento. Apro un giornale e leggo che il
guadando fuori, rivolti verso un tizio elegante        popolino, si lamenta perchè  lo Stato dice di  
che sta passando li davanti. Uno fa all’altro            non avere mai i soldi per loro che sono lavoratori
“Guarda quel tizio che passa li fuori, un                  precari o disoccupati, mentre invece quando si tratta
mio cugino lavora a servizio nella sua villa.            di aiutare noi investitori i finanziamenti escono subito.
Mi ha detto che ha comprato 200milioni             Che stress questi straccioni sempre a piagnucolare!
  di obbligazioni di quella banca fallita,               Anzi devo ricordarmi di licenziare quel tizio che fa i servizi
  ma non perderà nulla perché lo Stato               alla villa, non vuole più essere pagato in voucher, quelli
  ha stanziato subito 17miliardi per  pagare           nuovi, che pretende!  Mica gli posso fare un contratto ci
  chi come lui ha investito nella stessa banca.          manca pure che mi metto a pagargli i contributi. Fuori
 Vedi come è contento! E noi qui a fare la fila       dalle scatole. E’ proprio una bella giornata finisco il
 per sapere se e quando ci daranno la                   prosecco e me ne vado in ufficio a piedi. Mentre sto
disoccupazione” Guardo anch’io fuori e il          passando davanti alla sede dell’Inps, una donna esce
viso sereno di quello speculatore mi fa salire        urlando come se fosse invasata. Mi assale, penso voglia
la rabbia al cervello. Prendo i flaconi d’alcol,          picchiarmi mi preparo a pigliarla a cazzoti, ma questa mi
corro fuori, comincio buttare il liquido addosso       spruzza addosso del liquido.  Mi sembra alcol, ho paura
al tipo e al grido di “a morte gli speculatori              Grida “a morte gli speculatori liberisti ecco
liberisti” prendo l’ accendino e gli do fuoco.              l’accendino  vai a fuoco delinquente predatore”.
I vestiti cominciano a bruciare, la fiamma                 I vestiti cominciano a bruciare, la fiamma aggredisce la
investe tutto il corpo dell’uomo che comincia        pelle, il dolore mi assale prendo ad urlare disperato
ad urlare……..”brucio brucio”. Si brucia sporco    bruciooo bruciooo!! aiutatemi.  Lei continua a urlare
capitalista affamatore di popolo bruciaaaaaa        brucia capitalista affamatore di popolo bruciaaaaa.

  

Questa storia non  è poi così di fantasia, il dramma è che Concetta, disgraziatamente  si è data fuoco veramente ennesima vittima di uno Stato che   non tollera chi pretende di campare con un minimo reddito, ma santifica chi fa soldi con i soldi. Eliminare le diseguaglianze, si diceva dalle parti del Brancaccio. E’ quanto mai sacrosanto, ma per farlo è necessario eliminare questo sistema economico ultraliberista marcio. Primo obbiettivo : nazionalizzare le banche e le imprese, senza indennizzo, che pur depredando  reddito da lavoro a favore del profitto,  riescono ugualmente  a fallire. 

PD sempre più la voce dei Padroni e della Finanza, sul diritto di sciopero meglio stare zitti!!!

Giuseppe Di Pede Res. Lavoro Paolo Ceccano Seg. Provinciale Rifondazione Comunista


Il PRC della provincia di Frosinone, plaude alle iniziative messe in campo dalle OO.SS. Italiane nelle giornate del 16 e 17 Giugno, la straordinaria risposta delle Lavoratrici e dei Lavoratori del settore trasporti allo sciopero indetto dalle sigle SGB e CUB Trasporti,  e la partecipata manifestazione della CGIL sulla reintroduzione dei voucher da parte del governo a guida PD, dimostra che su temi seri ed attuali come il rispetto della dignità e la difesa delle aziende pubbliche si può e si deve alzare la voce!!!
Su questioni come Alitalia, Ferrovie dello Stato ed aziende di trasporto pubblico locale, che di volta in volta vengono svendute e spolpate a favore di “Capitani Coraggiosi” e “Capitalisti senza Capitale” che pensano solo al profitto e allo sfruttamento e al licenziamento  delle Lavoratrici e dei Lavoratori, non si può restare in silenzio, I piani industriali che si applicano ad essi contengono le stesse ricette: i debiti sono stati risanati dalla collettività, e i profitti sono finiti nelle tasche di speculatori e di manager incompetenti.
Respingiamo al mittente le parole del Pontefice Segretario nazionale del PD sulla revisione del diritto di sciopero (che evidentemente parlava a nome dei Padroni e della Finanza),  in quelle chiacchiere vi è contenuta la  dimostrazione pratica che la democrazia e i diritti non sono segnati nella sua agenda politica, questioni come la reintroduzione dei voucher mascherati e il mancato rispetto delle ragioni del referendum proposto dalla CGIL e firmato da milioni di Cittadini e Lavoratori, sono la dimostrazione pratica.
Perché non si è voluto convocare un tavolo con le parti sociali per trovare una soluzione definitiva all’annoso problema dei lavori saltuari e stagionali?
Forse dovevano tutelare sfruttamento e lavoro nero?
Noi ci opporremo con forza a questa deriva autoritaria, siamo fortemente interessati a costruire un’alternativa seria democratica e popolare, che si opponga a queste politiche folli che minano i diritti, siamo impegnati come in Francia, in Spagna ed in GB che la Sinistra torni ai livelli che merita, obiettivo da raggiungere  con l’onestà e con la coerenza.

"ROMA NON PORTERA’ I RIFIUTI A COLLEFERRO. QUI C’E’ QUALCUNO CHE NON STA DICENDO COME STANNO LE COSE, PERCHE' GLI FA COMODO"

Ufficio Stampa del deputato Luca Frusone Movimento 5 Stelle.


“A scanso di ogni equivoco e bugia, detta in questi giorni su questione accensione inceneritore, ci tengo a sottolineare che il Presidente della Commissione Ambiente Capitolina Diaco, ha chiaramente fatto sapere tramite una nota stampa che Roma non ha alcuna intenzione di portare i rifiuti a Colleferro e che anzi secondo dichiarazioni dell’Assessore Montanari, lì è prevista una riconversione in Fabbrica di materiali.” – lo dichiara senza mezzi termini il Deputato 5 stelle Frusone che continua – “Anche perché Roma finora non ha avuto bisogno dell’impianto di Colleferro e sarebbe assurdo che voglia utilizzarlo ora che sta avviando la raccolta differenziata. Sui giornali leggiamo dati buttati assolutamente caso, da associazioni ambientaliste che farebbero meglio a guardarsi cosa accede in casa propria, prima di creare strumentalizzazioni ridicole.  La verità è che la responsabilià dell’accensione dell’inceneritore è in capo alla Regione che detiene il 60% delle quote di EP Sistemi, mentre la partecipata del Comune di Roma Ama è socio di minoranza. Solo se la Regione Lazio vorrà riconvertire l’impianto in un qualcosa di diverso dall’incenerimento, Roma Capitale conferirà i rifiuti nell’impianto, questo quanto affermato attraverso una nota da Daniele Diaco, il quale  invita  i cittadini preoccupati a non dar credito alle tante menzogne diffuse, in maniera fraudolenta e strumentale, dai vari politici che, per anni, hanno avvelenato la Valle del Sacco.” – e continua – “Perché la questione è questa, cercano un capro espiatorio per continuare a perpetrare le loro malefatte, non capendo che è arrivato il momento di smetterla. I Sindaci, così come la Regione Lazio stanno continuando a sbagliare politica industriale, perché continuare a investire soldi pubblici su impianti destinati ad essere obsoleti e inutili è un crimine a livello ambientale, di salute ed economico. Non si può continuare ad investire sul trattamento dell’indifferenziata quando si deve andare verso l’incremento della differenziata. Dobbiamo adeguarci a ciò che ci impone l’Europa e invece ancora oggi abbiamo una situazione assurda in cui si fanno grossi investimenti sulla SAF di Colfelice, in cui vengono trattati i rifiuti indifferenziati della provincia e di fuori provincia. Addirittura si vogliono potenziare gli impianti per trattare maggiori quantità. Ma ha senso tutto questo? Ha senso che i Sindaci che sono anche soci della SAF abbiano per la maggior parte firmato questo nuovo contratto? A che gioco si sta giocando? Basta prendere in giro i cittadini, i politici locali  e la Regione comincino ad assumersi le proprie responsabilità. E’ arrivato il momento di riconvertire questi vecchi impianti obsoleti e andare verso un’economia circolare, dove il rifiuto non si brucia e non si butta, ma si riusa e ricicla.”

martedì 27 giugno 2017

Il fuoco della disoccupazione

Simonetta Zandiri


Oggi una donna si è data fuoco negli uffici dell'INPS di Torino perché, licenziata a gennaio, non aveva il sussidio, non riusciva più a campare. ( https://goo.gl/cLDAZ8 ) Come centinaia di migliaia di persone nella nostra città. Ma questa è una storia più complicata, perché la donna lavorava in una birreria di Settimo Torinese, il BEFED, protagonista di una vicenda dai contorni alquanto loschi emersa nel processo "San Michele", alla 'ndrina di San Mauro Marchesato. Non è solo un problema di burocrazia, è molto di più, perché questa donna, così come altri ex dipendenti, ha dovuto fare causa per ottenere almeno il Tfr, tutto "ai limiti della legalità", ma è un caso che, insieme ad altri, avrei portato in Commissione Legalità della Regione Piemonte tre mesi fa, quando chiesi un incontro insieme a Christian Abbondanza e ci fu risposto che gli incontri erano "sospesi per la campagna elettorale"... campagna che non c'entrava niente con la Regione Piemonte, ma "è il regolamento", ci è stato detto. Oggi una donna DISPERATA si è data fuoco. 
Non dite che è tutta colpa della burocrazia.
Smettetela, per rispetto, di parlare di diritti di carta. La reatà è una merda. Lo sa bene chi la vive al di fuori di quel 30% di paraculati perenni.
Ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
C'erano ragioni molto precise per le quali l'incontro era stato richiesto, stiamo vivendo situazioni estremamente pesanti e gravi, tira una bruttissima aria e non c'è tempo per esitazioni o rinvii, non c'è tempo, lo scrivo qui e sono pronta a ripeterlo ovunque, non c'è più tempo, e sono stanca di sentirmi in colpa perché non sono riuscita a fare abbastanza, io sono solo una e fino a quando non faremo qualcosa di più tutti, ciascuno con i propri mezzi e le proprie possibilità, non potremo che aumentare la frustrazione individuale.
Sono furiosa.
Qui alcuni passaggi di San Michele relativi alla vicenda BEFED. E c'è dell'altro, ma non è questa la sede. Sappiate solo che non c'è stata alcuna volontà politica di prendere atto della situazione, né da parte dei vecchi partiti, né da parte del cosiddetto nuovo che avanza. ( http://www.tgmaddalena.it/processo-san-michele-gli-amici-s…/ )