mercoledì 28 febbraio 2018

Marina Boscaino “ Una Legge d’Iniziativa Popolare contro la deriva della scuola pubblica”



Intervista a cura del coordinamento scuole 27 maggio 


Si definisce semplicemente “una militante della scuola pubblica”. Marina Boscaino da oltre 20 anni coniuga l’attività di docente di Italiano e Latino in un liceo classico di Roma “senza distacchi”- precisa- con un impegno politico a favore della scuola. Un compito accompagnato da un’intensa attività pubblicistica sui temi legati al sistema di istruzione, iniziato nei primi anni Duemila, collaborando con l’Unità diretta prima da Furio Colombo e poi da Antonio Padellaro e successivamente scrivendo per altre testate (Manifesto, MicroMega e Fatto Quotidiano). Oggi è attiva sui blog de “Il Fatto Quotidiano e di “MicroMega”. Già presidente della associazione  nazionale “Per la scuola della Repubblica”, Boscaino da diversi anni gira l’Italia per far conoscere la LIP, una legge d’iniziativa popolare che si propone di scrivere dal basso un testo di legge condiviso sulla scuola, in contrasto con le riforme calate dall’alto da oltre un ventennio, che hanno provocato, come scrive Boscaino sul suo Blogil progressivo smantellamento della scuola della Costituzione”. E se il ruolo dell’istruzione risulta depotenziato, le conseguenze sono preoccupanti per tutti perché “a  una scuola debole corrisponde una società più debole.




L’intervista

Marina Boscaino, ci può spiegare cos’è la LIP, che ha  anche definito un progetto per la scuola della Costituzione?
“La LIP è un modo per non dire solamente dei no, ma anche dei sì.  LIP sta per Legge d’Iniziativa Popolare. E’ un tentativo assembleare, democratico e partecipato per fare una proposta operativa di una parte del mondo della scuola, per proporre un’alternativa alla deriva neoliberista che ha colpito la scuola negli ultimi 25 anni,  non solo da adesso con la riforma di Renzi”
Come e quando è nata la LIP?
“La LIP non nasce adesso, ma all’epoca della riforma Moratti. Allora si scrisse un testo, si crearono addirittura 100 comitati territoriali sparsi in tutta Italia, si raccolsero 100mila firme, ma la LIP non fu mai calendarizzata per la discussione in Parlamento. E quando questo accade alle leggi di iniziativa popolare, dopo due legislature decadono.”
Quindi  la LIP decadde...  
“Si, ma quando arrivò Renzi nel 2014 ed il ministro Giannini parlò di due gambe del sistema dell’istruzione pubblica: statale e paritaria, capimmo che dovevamo ritirare fuori la LIP perché, tra l’altro, il testo dà una buona enfasi al tema della laicità della scuola. La scuola italiana, volendo restare nell’ambito della Costituzione, è costitutivamente laica!”
Come vi siete mossi per riproporre la LIP?
“Non c’era tempo per  raccogliere di nuovo le firme, quindi abbiamo chiesto ad alcuni parlamentari di adottarla come disegno di legge. Così il testo fu abbinato in discussione parlamentare con la legge 107 (la cosiddetta Buona Scuola n.d r). La 107 è però passata con voto di fiducia nel 2015, bloccando la discussione parlamentare e così la LIP è nuovamente decaduta.”
A quel punto cosa avete fatto?
“Abbiamo pensato di riattualizzare il dispositivo perché dal 2006, anno in cui era stata redatto il testo, al 2015 è successo di tutto: basti solo citare la riforma Gelmini e la 107. Abbiamo riattivato il percorso assembleare di partecipazione, sono rinati dei comitati LIP, adesso ne abbiamo 45, e abbiamo rivisitato il testo: ci siamo occupati della catastrofe della legge 107/2015  ma anche degli altri interventi altrettanto catastrofici intervenuti nel frattempo.”
 Come?
“Abbiamo rimesso mano ad alcuni elementi della legge che, secondo noi, andavano ritoccati. I punti che riguardano la laicità, la democrazia scolastica ed i suoi organi collegiali, l’autonomia e il dimensionamento scolastico.”
 A che punto è oggi la LIP?
“L’8 settembre abbiamo depositato il testo in Cassazione e da giovedì 9 febbraio iniziamo a raccogliere le firme. Dobbiamo raccogliere 50mila firme in 6 mesi, un impegno  quindi meno oneroso, ad esempio, della raccolta di firme per i referendum contro la legge 107, obiettivo mancato di poco, una delusione che ancora mi fa male.”
Sì,ma, firme a parte, che garanzie ci sono che il testo venga davvero discusso in Parlamento? 
“Il regolamento del Senato, rivisto in extremis dall’ultima legislatura, prevede che le leggi d’iniziativa popolare debbano tassativamente passare in Commissione che le deve licenziare, in un modo o in un altro, entro i tre mesi dal deposito. Quindi se riusciamo a raccogliere le firme, la Lip verrà discussa. Poi è chiaro che il vero punto  interrogativo è da quale Parlamento...”
 Cosa rappresenta per la scuola di oggi questo testo?
“E’ uno dei tanti modi per riaprire il dibattito sulla scuola. Il testo non è il migliore del mondo, la Lip non è la cosa più risolutiva, né è l’ipotesi più di sinistra o altro.  Ma noi ci crediamo perché il testo rimane nell’alveo del dettato costituzionale che per noi, che ci siamo tanto impegnati nella battaglia per il no al referendum costituzionale, è un elemento identitario importante.”
 La battaglia per il referendum ha costituito quindi un punto di svolta...
“Sì, è stata importante sia la spinta  della campagna referendaria per il no che la partecipazione di tanti docenti ai comitati per la democrazia costituzionale. Non a caso, la raccolta di firme per la LIP della scuola è abbinata ad altre due raccolte di firme: una per una legge di iniziativa popolare sull'articolo 81 della Costituzione ed un’altra sulla legge elettorale, in un'ottica di comune e coerente intervento su tre temi che hanno particolarmente sofferto di imposizioni di matrice neoliberista e di compressione di spazi di democrazia.”


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