Intervista a cura del
coordinamento scuole 27 maggio
Si definisce semplicemente “una
militante della scuola pubblica”. Marina Boscaino da oltre 20 anni
coniuga l’attività di docente di Italiano e Latino in un liceo classico di Roma
“senza distacchi”- precisa- con un impegno politico a favore della scuola. Un
compito accompagnato da un’intensa attività pubblicistica sui temi legati al
sistema di istruzione, iniziato nei primi anni Duemila, collaborando con l’Unità
diretta prima da Furio Colombo e poi da Antonio Padellaro e successivamente
scrivendo per altre testate (Manifesto, MicroMega e Fatto Quotidiano).
Oggi è attiva sui blog de “Il Fatto Quotidiano e di “MicroMega”. Già presidente
della associazione nazionale “Per la
scuola della Repubblica”, Boscaino da diversi anni gira l’Italia per far
conoscere la LIP, una legge d’iniziativa popolare che si propone di scrivere
dal basso un testo di legge condiviso sulla scuola, in contrasto con le riforme
calate dall’alto da oltre un ventennio, che hanno provocato, come scrive
Boscaino sul suo Blog “il progressivo smantellamento della scuola
della Costituzione”. E se il ruolo dell’istruzione risulta depotenziato, le
conseguenze sono preoccupanti per tutti perché “a una scuola debole corrisponde una società più
debole”.
L’intervista
Marina Boscaino, ci può spiegare cos’è la LIP, che
ha anche definito un progetto per la
scuola della Costituzione?
“La LIP è un modo per non dire
solamente dei no, ma anche dei sì. LIP
sta per Legge d’Iniziativa Popolare. E’ un tentativo assembleare, democratico e
partecipato per fare una proposta operativa di una parte del mondo della
scuola, per proporre un’alternativa alla deriva neoliberista che ha colpito la
scuola negli ultimi 25 anni, non solo da
adesso con la riforma di Renzi”
Come e quando è nata la LIP?
“La LIP non nasce adesso, ma
all’epoca della riforma Moratti. Allora si scrisse un testo, si crearono
addirittura 100 comitati territoriali sparsi in tutta Italia, si raccolsero
100mila firme, ma la LIP non fu mai calendarizzata per la discussione in
Parlamento. E quando questo accade alle leggi di iniziativa popolare, dopo due
legislature decadono.”
Quindi la LIP
decadde...
“Si, ma quando arrivò Renzi nel
2014 ed il ministro Giannini parlò di due gambe del sistema dell’istruzione
pubblica: statale e paritaria, capimmo che dovevamo ritirare fuori la LIP
perché, tra l’altro, il testo dà una buona enfasi al tema della laicità della
scuola. La scuola italiana, volendo restare nell’ambito della Costituzione, è
costitutivamente laica!”
Come vi siete mossi per riproporre
la LIP?
“Non c’era tempo per raccogliere di nuovo le firme, quindi abbiamo
chiesto ad alcuni parlamentari di adottarla come disegno di legge. Così il
testo fu abbinato in discussione parlamentare con la legge 107 (la
cosiddetta Buona Scuola n.d r). La 107 è però passata con voto di fiducia
nel 2015, bloccando la discussione parlamentare e così la LIP è nuovamente
decaduta.”
A quel punto cosa avete fatto?
“Abbiamo pensato di riattualizzare il dispositivo perché dal
2006, anno in cui era stata redatto il testo, al 2015 è successo di tutto:
basti solo citare la riforma Gelmini e la 107. Abbiamo riattivato il percorso
assembleare di partecipazione, sono rinati dei comitati LIP, adesso ne abbiamo
45, e abbiamo rivisitato il testo: ci siamo occupati della catastrofe della
legge 107/2015 ma anche degli altri
interventi altrettanto catastrofici intervenuti nel frattempo.”
“Abbiamo rimesso mano ad alcuni
elementi della legge che, secondo noi, andavano ritoccati. I punti che
riguardano la laicità, la democrazia scolastica ed i suoi organi collegiali,
l’autonomia e il dimensionamento scolastico.”
“L’8 settembre abbiamo depositato
il testo in Cassazione e da giovedì 9 febbraio iniziamo a raccogliere le firme.
Dobbiamo raccogliere 50mila firme in 6 mesi, un impegno quindi meno oneroso, ad esempio, della
raccolta di firme per i referendum contro la legge 107, obiettivo mancato di
poco, una delusione che ancora mi fa male.”
Sì,ma, firme a parte, che garanzie ci sono che il testo
venga davvero discusso in Parlamento?
“Il regolamento del Senato,
rivisto in extremis dall’ultima legislatura, prevede che le leggi d’iniziativa
popolare debbano tassativamente passare in Commissione che le deve licenziare,
in un modo o in un altro, entro i tre mesi dal deposito. Quindi se riusciamo a
raccogliere le firme, la Lip verrà discussa. Poi è chiaro che il vero
punto interrogativo è da quale
Parlamento...”
Cosa rappresenta
per la scuola di oggi questo testo?
“E’ uno dei tanti modi per
riaprire il dibattito sulla scuola. Il testo non è il migliore del mondo, la
Lip non è la cosa più risolutiva, né è l’ipotesi più di sinistra o altro. Ma noi ci crediamo perché il testo rimane
nell’alveo del dettato costituzionale che per noi, che ci siamo tanto impegnati
nella battaglia per il no al referendum costituzionale, è un elemento
identitario importante.”
“Sì,
è stata importante sia la spinta della
campagna referendaria per il no che la partecipazione di tanti docenti ai
comitati per la democrazia costituzionale. Non a caso, la raccolta di firme per
la LIP della scuola è abbinata ad altre due raccolte di firme: una per una
legge di iniziativa popolare sull'articolo 81 della Costituzione ed un’altra
sulla legge elettorale, in un'ottica di comune e coerente intervento su tre
temi che hanno particolarmente sofferto di imposizioni di matrice neoliberista
e di compressione di spazi di democrazia.”
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