sabato 23 giugno 2018

A favore del metodo democratico per rimuovere gli ostacoli di ordine socio economico denunciati nell'art.3 della Costituzione.

Mario Zorzetto



ART49 COSTITUZIONE:
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale [cfr. artt. 1898 c. 3XII c. 1] ..ne segue che sono eversivi i partiti che:
sostengono e propongono  leggi elettorali che portino a deviare la loro rappresentatività e il loro peso  parlamentare da quello proporzionalmente ottenuto CON TAL METODO perché è IL CONSENSO ottenuto con il  voto elettorale ad assegnare i seggi, e l’unica regola equa è quella proporzionale..
Il contenuto di metodo democratico rappresentativo offerto dalla legge elettorale è essenziale   alla qualità della democrazia come la storia insegna: per questo qualsiasi uomo politico affermi “qualsiasi legge elettorale purché si vada al voto ” o “"Se voi solerti antitalikum vi facevate gli affari vostri, ora avremmo avuto un governo 5stelle puro e una prospettiva davanti...” fa dichiarazioni politiche eversive, indipendentemente dalla sua appartenenza politica, ovvero  sia che appartenga ad un partito che si dichiari democratico, sia che appartenga ad un partito “populista” come spesso sono definiti  i partiti leghista e il movimento grillino.
Storicamente si potrebbero misurare le “democrazie” dal livello di metodo democratico contenuto nella legge elettorale e la deviazione dalla democrazia dai difetti della legge elettorale.
Ad esempio, limitandoci all’Europa,  nel 1791, in Francia,  fu infine approvata la Costituzione, che sancì la nascita della prima monarchia costituzionale francese, fondata sulla separazione dei poteri. Il potere di fare le leggi e di dirigere la politica generale del paese passò all'Assemblea legislativa, composta di 745 deputati eletti ogni due anni. Al re spettava la nomina dei ministri e il diritto di sospendere una legge approvata dall'Assemblea, ma per non più di quattro anni. Il sovrano non poteva sciogliere l'Assemblea, né dichiarare guerra, né firmare trattati di pace. Il potere giudiziario fu affidato alla magistratura, indipendente in quanto eletta, ma il diritto di voto fu riservato solo agli uomini al di sopra dei 25 anni che pagassero tasse elevate, una soluzione che accontentava la borghesia mentre lasciava insoddisfatti i ceti popolari. In altri termini il difetto di rappresentanza elettorale ebbe fin dalle sue origini “parlamentari” democratiche grossi limiti proprio nella legge elettorale.
Dopo la vittoria francese di Valmy (20 sett. 1792) contro l'esercito prussiano, fu proclamata la Repubblica. Il re, processato per alto tradimento e condannato a morte, fu decapitato il 21 genn. 1793; in ottobre la stessa sorte toccò alla regina.

Dopo la rivoluzione francese, l’alternativa al metodo democratico rappresentativo è sempre stato o la monarchia ( inclusa quella di restaurazione) o  il regime del capo e dei suoi collaboratori più stretti, l’oligarchia di partito,  che storicamente  si è manifestato sotto diverse forme di regime, il  totalitarismo di Stalin, il nazismo di Hitler, da noi il fascismo, in Spagna la dittatura franchista(La Spagna franchista fu lo Stato esistente fra il 1939, termine della guerra civile spagnola, e il 1975, anno della morte di Francisco Franco e passaggio al sistema monarchico con Juan Carlos I).. In tutti questi casi storicamente ci fu una sanguinaria lotta condotta contro il rispetto del metodo democratico rappresentativo rivolto alla conquista del potere da parte di pochi con l’epurazione dell’avversario politico.
Nella nostra recente storia elettorale repubblicana (meno sanguinaria ma pur sempre “partitocratica” con la legge truffa, porcellum, italicum, rosatellum, metodo di approvazione incostituzionali in materia elettorale), abbiamo permesso  ad altri arroganti politici, senza disciplina ed onore,  di ripetere sciagurati attacchi ai principi del metodo democratico. Neppure l’intervento della Corte Costituzionale del 2014 è stato ben compreso dal popolo elettore e dai partiti che sono ricaduti  negli errori di sempre: rivolgere  simpatia alla nascita e all’egocentrismo patologico del capo “politico” , dell’uomo solo al comando che cerca l’egemonia  sugli altri organizzando il partito in modo da occuparne assieme a pochi “simili”  le posizioni chiave(Italicum). No a  chi vuole governare la Nazione come capo di un partito di una minoranza reale nel Paese :   è questa una patologia politica sempre presente nei gruppi politici asserviti alle classi piu abbienti,  da condannare  per contrastare  le vecchie o nuove oligarchie economiche e per favorire il pieno sviluppo della dignità della persona nello stato

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