lunedì 25 giugno 2018

Picchiamo i pugni sui tavoli europei? No ribaltiamoli proprio

Luciano Granieri



Se non ricordo male, e non ricordo male, il governo del cambiamento doveva essere quello del “mai più schiavi dell’Europa”.  Mai più schiavi dell’Europa che ci lascia soli a fronteggiare la piaga dell’invasione delle cavallette extracomunitarie, mai più schiavi dell’Europa che c’impone politiche di austerità in osservanza  all’economia  del debito. 

Complimenti a Salvini che, lasciando in mezzo al mare  a  morire di fame e di stenti centinaia di disperati,  sta sollevando in modo deciso il moto di ribellione promesso  . Una ribellione di facciata perché già l’oligarchia europea sta attrezzando Frontex a perseguire e rimandare nel paese di partenza (cioè l’Italia) quegli immigrati che, approdati sulle nostre coste,  passano i confini italici cercando di fuggire verso  lidi francesi o tedeschi. Nell’era pre pentaleghista   ciò non accadeva. 

 Il problema vero però è che al disumano e vergognoso, per il nostro Paese,  moto di ribellione contro gli immigrati , non si accompagna l’altrettanto sbandierata sollevazione contro le politiche economiche di austerità che  l’oligarchia economica europea rivolge contro  i cittadini comuni.  Della discussione dei trattati, del  piano B di savoniana memoria per uscire dall’euro,  si sono perse le tracce. Anzi l’attuale ministro dell’economia Tria, quello  che ha sostituito il reietto Savona, schifato da  Mattarella per attentato alla indissolubilità della dittatura del  capitale, ha rassicurato che il governo giallo-verde,  dopo qualche intemperanza giovanile, ritornerà allineato e coperto sotto le insegne dello sfruttamento che l’ortodossia capitalistica continentale impone ai suoi cittadini. 

A proposito di Mattarella. Non riesco a capire  come il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione abbia, trovato letale per la tenuta costituzionale un ministro che “avrebbe messo in  allarme gli investitori e i risparmiatori italiani e stranieri”(testuale),   mentre abbia concesso semaforo verde ad altri ministri  che con le loro  azioni in neanche un mese  di governo hanno  già  violato tutta una serie di articoli della carta (2,3,10,26,53). 

 Resta il fatto che della ridiscussione dei trattati europei non è rimasta traccia, men che meno  del ventilato  annullamento di 250 miliardi  di debito in titoli di Stato detenuto dalla Bce. Di uscita dall’euro, istituzione di  una banca centrale nazionale  che riprenda ad emettere moneta, di un  audit dei debiti con annullamento di quelli derivati dalla speculazione finanziaria,  della nazionalizzazione delle banche e statalizzazione delle politiche economiche neanche a parlarne. In realtà  un piccolo  moto di ribellione in questi senso, come quello promesso in campagna elettorale,  avrebbe aiutato una marea di poveracci a risollevarsi e a distribuire un po’ di reddito dai  super ricchi ai  super poveri.

 In conclusione alziamo la testa contro i padroni europei per ricacciare al loro triste destino dei poveracci che cercano una sorte migliore di quella che noi con il nostro insensato imperialismo gli abbiamo rovinato “A CASA LORO”, ma non ci solleviamo contro una politica economica devastante che aumenta sensibilmente il numero dei poveracci  nativi in Italia e in Europa. 

Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo per farci sentire” così  dichiarava Renzi nel 2016  per elemosinare uno 0,2% di flessibilità  nel rapporto debito-pil , necessario a racimolare un po’ di briciole per vincere il referendum costituzionale. Aveva ragione Renzi.  Anzi dirò di più non basta sbattere i pugni sul tavolo, bisognerebbe proprio ribaltarli i tavoli con tutte le persone che vi  siedono attorno. 

Ma a questa incombenza , visto che  i governi  non ne sono capaci, dovrebbero provvedere proprio    i poveracci. Quei poveracci che la tanto decantata umanità dell’Unione Europea lascia morire di stenti, o in mare o sulle coste libiche, e quei poveracci che la stessa Comunità,  con il falso scopo di contrabbandare  l’unione pacifica e umana vagheggiata da Spinelli e Rossi  , riduce alla fame e alla povertà.

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