martedì 20 novembre 2018

ASL:annunci clamorosi e realtà drammatiche


Francesco Notarcola – Coordinatore di Cittadinanzattiva TDM



Il Presidente della Regione  Lazio ha annunciato, nei giorni scorsi, che la Asl di Frosinone assumerà 1076 persone ( medici, infermieri, operatori socio sanitari, ecc.), entro il 2020. Se sono rose fioriranno. 

Intanto sarebbe opportuno conoscere il numero dei dipendenti che sono andati in pensione in questi 6 anni di governo Zingaretti e di quanti se ne andranno entro il 2020. Quindi i nuovi assunti non saranno in più ma andranno a sostituire, a malapena, il personale pensionato e pensionabile. 

Dal dicembre 2013 al 30 settembre del 2016 i pensionamenti sono stati 439 (Se in due anni e 9 mesi hanno lasciato il lavoro per anzianità  439 addetti, mantenendo la stessa media di pensionamenti, dal settembre 2016 al  dicembre 2020, le 1076 assunzioni promesse non saranno nemmeno sufficienti a coprire i posti lasciati vacanti dai futuri pensionandi. Dunque le assunzioni previste ed annunciate in pompa magna non,sono altro che un atto necessario, quanto insufficiente, per non distruggere definitivamente la sanità pubblica, e lasciare tutto in mano ai privati ndr)   Una cosa è certa: oggi i dipendenti asl sono 3789 di cui 280 a tempo determinato.  dicembre 2013 erano 3948 di cui 257 a t.d., cioè 159 in più rispetto agli attuali.


Inoltre sarebbe anche necessario far conoscere alla pubblica opinione di questa provincia se l’assunzione così clamorosamente annunciata ci permetterà:

 a) di superare l’ organizzazione sanitaria provinciale caotica e inefficiente;

 b) di recuperare la grande mole delle attività sanitarie ed amministrative “appaltate”; 

c) di elevare la qualità delle prestazioni con la creazione di unità cliniche e chirurgiche di eccellenza; 

d) di costruire collegamenti organizzati con i centri di ricerca della Capitale; 

e) di organizzare l’interscambio di esperienze e di lavoro con le UOC- Centri di eccellenza della Regione.


Di annunci clamorosi e di impegni assunti da parte del Presidente Zingaretti ne conosciamo altri. Purtroppo per noi, essi si sono rivelati parole al vento. Ci riferiamo al polo oncologico di Sora che doveva essere uno dei migliori della Regione, ai 120 posti letto in più al Gemma  De Bosis di Cassino, all’ ospedale FABRIZIO Spaziani del Capoluogo, che dal 2016 doveva incominciare a trasformarsi in DEA di 2° livello, Atto aziendale dell’epoca Mastrobuono, approvato dalla Conferenza dei sindaci, solo a tale condizione. Atto condiviso e partecipato dai consiglieri regionali di allora( Bianchi – Buschini - ) e dal Presidente Zingaretti.

I risultati li conosciamo tutti e la realtà continua ad essere questa. Il reparto di chirurgia (UOC) dello “Spaziani” è ancora, dopo un anno e mezzo, senza ecografo. E questo fatto ha comportato e comporta sperpero enorme di danaro e impedisce cure mirate e tempestive, mentre al reparto di medicina(UOC) è ancora in funzione un ecografo fuori da ogni protocollo. Un ospedale, quello del Capoluogo dove non esiste la possibilità di eseguire una Gastroscopia Endoscopica Percutanea (PEG)  in modo tempestivo e dove, per fare un intervento di cataratta bisogna aspettare circa 9 mesi.

Un ospedale che doveva essere di 2° livello che è sprovvisto di carta igienica e di sapone nei bagni, che non ha un punto di ristoro e una biblioteca, in preda, da tempo, al caos ed al degrado organizzativo.

Il “ Fabrizio Spaziani” conosce ormai il punto più basso. Il CUP non accetta più le prenotazioni per il reparto radiologico per gli esami diagnostici per immagine ( Moc, ecografie, tac e risonanza magnetica). I pazienti debbono spostarsi altrove (Cassino – Sora Pontecorvo, ecc. ) Se si considerano le spese di viaggio ed il ticket da pagare, ad un cittadino di Frosinone e dintorni conviene rivolgersi al privato. Ecco come si opera a favore della sanità privata e si distrugge la sanità pubblica e la fiducia dei cittadini in essa.

Tutto accade perché, dopo il pensionamento del primario sono stati trasferiti altrove 4 medici. Inoltre è stato trasferito anche quel NUCLEO (Macchinari e personale) di radiologia che operava al piano terreno della palazzina Q della ASL in via Fabi. Non aveva tempi di attesa e necessità di prenotazione
Nei disagi e nelle sofferenze quotidiane dei cittadini, trova riscontro il fallimento di quel progetto per l’abbattimento dei tempi di attesa deliberato il 4 ottobre scorso, contestato da tanti.


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