venerdì 21 dicembre 2018

Frosinone, qual'è la reale percentuale di raccolta differenziata?

Luciano Granieri




In base a quanto si  è appreso  dall’edizione della 14,00 del TGR regionale andato in onda martedì 18 dicembre,( clicca qui per vedere  l’ultimo rapporto di Legambiente sul sistema  rifiuti della Regione Lazio evidenzia come  il numero di comuni che superano il 60% di raccolta differenziata aumenta costantemente. 

Fra i capoluoghi di provincia Viterbo è in testa con il 52,50%, segue Rieti 27,30% , Latina 23,80% e, buon ultimo Frosinone con il 15,20%. Dunque nonostante i secchi colorati ornino case e palazzi il risultato rimane uno dei peggiori di tutto il Lazio. 

Nonostante l’odissea  che dal 2013  ha accompagnato la consiliatura Ottaviani, con l’arresto   dell’allora vice sindaco Fulvio De Santis per il reato di corruzione, avendo, secondo l’accusa,  pilotato la gara d’appalto per lo smaltimento dei rifiuti in favore della  società Sangalli. 

Nonostante  la riconferma dell’ incarico in sede di procedura emergenziale alla stessa Sangalli, pur non avendo questa i requisiti di moralità richiesti, con il successivo pronunciamento del TAR che ha sconfessato quell’affidamento cedendolo alla ricorrente  De Vizia.  

Nonostante un costo del servizio accollato ai cittadini frusinati per oltre 26 milioni di euro

I risultati per la differenziata sono ancora al palo. Eppure  nel capitolato d’appalto del 2013  si leggeva che la performance era già al 18% risultato  che, secondo fonti comunali, è schizzato improvvisamente al 70% con la prima comparsa dei secchi colorati. Rispetto al 17,79% raggiunto nel 2017,checchè se ne dica in giunta,  il Comune è andato indietro attestandosi al 15,20%. 

 Come mai? Viene il sospetto che a fare la differenziata siano solo i cittadini all’interno delle proprie case,  poi i rifiuti, una volta raccolti, finiscano tutti nello stesso calderone. Forse quello della Saf? Perché è evidente che con l’aumento della raccolta differenziata, l’impianto di Colfelice avrà sempre meno rifiuti da trattare, con l’impossibilità di recuperare i costi d’esercizio.  

Non a caso i vertici dell’azienda,  cui azionista è anche il comune di Frosinone oltre che cliente (potenza del capitalismo!),  hanno accettato di buon grado di lavorare  i rifiuti provenienti dal TMB del Nuovo Salario di Roma messo fuori uso da un incendio. 

Se non ricordiamo male  nel  piano economico finanziario, approvato con deliberazione di consiglio n.12 del 4/4/18, si raddoppia l’importo per l’annualità 2018 da 5milioni di euro (come da appalto del 2015) a 10milioni  senza alcun apparente motivazione . Non solo ma nel documento   risulta accresciuto  l’investimento per lo smaltimento dell’indifferenziato  .  Una stima del tutto fuori luogo se era in programma l’avvio della raccolta porta a porta anche per la zona bassa della città. 

Allora  o il piano  citato è stato redatto con pressapochismo , oppure  la comparsa dei nuovi  secchi per la differenziata non è altro che un gettare fumo negli occhi  per celare chissà quali accordi non meglio identificati, forse con il management  Saf? .  

Del resto è notorio come  sulle  aziende partecipate dagli enti locali e sugli organismi intermedi  si giochino le più sordide trattative politiche. Diceva il poeta:  a pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca. Noi speriamo vivamente di aver pensato male, ma   come cittadini esigiamo che fra una inaugurazione e l’altra del parco del Matusa,  fra un taglio di nastro e una sbicchierata,  il sindaco e i suoi consiglieri rendano contano di questa situazione, così come spieghino perché da tempo immemore non convocano la consulta dei sindaci per la sanità e perché non partecipano al coordinamento dei comuni per la Valle del Sacco.   

Nessun commento:

Posta un commento