sabato 3 novembre 2018

IL LUTTO PER IL 4 NOVEMBRE DEL 1918 E L’ITALIA ANTIFASCISTA CHE RESISTE

Umberto Franchi




Mentre scrivo , circa 2.000 fascisti di Casapound stanno sfilando , per la vie di Trieste, ma la contromanifestazione antifascista supera le 5.000 persone … questo significa che c’è ancora un’Italia Antifascista che resiste… quell’Italia che aveva già manifestato a Riace a favore della libertà del sindaco Domenico Lucano accusato di avere integrato emigranti nel proprio Comune.

I fascisti , non solo di Casapound, ma anche quelli di Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Lega… parlano del 4 novembre come la vittoria di una guerra e quindi una festa nazionale capace di unire tutto il popolo Italiano . Ma essi dimenticano  che quella guerra fu voluta dal grande capitale agricolo industriale  a partire dalla Fiat , che la vedevano sia come una conquista di nuovi territori che come  sbocco produttivo legato alle armi… per questo, la guerra la fecero fare  mandando a morire 1.240.000 poveri contadini ed operai… molti vennero uccisi barbaramente non dal “nemico Austriaco” ma dai comandanti Italiani uccidendo (1 ogni 10) dieci soldati innocenti, per ogni soldato che disertava… infine coloro che rientrarono nelle proprie case dopo la guerra presero L’influenza Spagnola e  ne morirono oltre un milione perché indeboliti nel fisico.   

Quindi il 4 novembre di 100 anni fa, va ricordato come un giorno di grave lutto e non una festa… ma i nostalgici del triste ventennio fascista a partire dalla Meloni, propongono di abolire le feste del 25 aprile e 2 giugno sostituendola con il 4 novembre (sic) … come se tra quelli come  il sottoscritto che festeggiano il 25 aprile  per liberazione dell’Italia ed il 2 giugno per l’anniversario della Repubblica antifascista, avessero gli stessi valori ideali di quei sciagurati che oggi hanno manifestato a Trieste per ricordare un giorno di lutto.

Quindi l’offensiva “Patriottica” dei fascisti in camicia nera, verde, o in doppio petto (come Berlusconi) che considerano Mussolini , non un criminale ma un grande Statista, non può che cadere nel ridicolo… l’Italia può riunificarsi idealmente solo se il fascismo viene bandito come previsto dalle norme Costituzionali e di Legge… e solo se vengono respinte e sconfitte le politiche capitaliste fondate sullo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo  … altrimenti il conflitto sociale ed ideale non può che resistere ed essere rilanciato al canto di Bella Ciao .

Aderiamo alla campagna promossa degli atleti palestinesi #BoycottPuma photos

Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel 
traduzione di Luciano Granieri





Stanno crescendo le pressioni sulla Puma affinchè annulli la  sponsorizzazione  all’IFA
 (Israel Football Association),  la federazione calcistica di Israele ndt. La IFA include nel suo campionato squadre  dei coloni insediatisi nei territori rubati ai Palestinesi. Più di 200 club sportivi palestinesi hanno inviato una lettera invitando la Puma ad interrompere il contratto  di sponsorizzazione .

Solo qualche settimana fa più di mille tweet hanno sollecitato la Puma a fare tutto il possibile per interrompere il supporto al  furto illegale di terre messo in atto dagli israeliani

Sappiamo che i dirigenti della Puma conoscono il problema. Intensifichiamo quindi la pressione  per convincere la Puma a compiere un passo in favore dei diritti dei Palestinesi.
Insieme agli atleti Palestinesi vogliamo lanciare il boicottaggio contro la Puma almeno  fino a quando rimarrà complice del proposito di Israele di lavare con lo sport i suoi crimini di guerra e la sua violazione dei diritti umani.

Perché Boicottare Puma?

Puma sta sponsorizzando la Israel Football Association  (IFA).  Associazione in cui è bene accolta la partecipazione al campionato e   alle competizione correlate   delle squadre che hanno sede negli  insediamenti illegali israeliani. L’occupazione militare israeliana  ha cacciato dalle proprie case intere famiglie palestinesi compresi i bambini, per lasciarle ai coloni. L’occupazione dei coloni israeliani è considerata come un crimine di guerra dalle leggi internazionali.

Lo scorso luglio è stato annunciato che l’Adidas non avrebbe più sponsorizzato l’IFA a seguito di una campagna internazionale che ha inviato  oltre 16.000 firme nella loro sede.

Possiamo farlo ancora.

Aderisci  alle azioni sui social media #BoycottPuma 
Gli atleti ed i club sportivi palestinesi hanno già dato il calcio d’inizio alla campagna, 

Seguiamo la loro ispirazione


1)      Stampiamo la  Locandina Boicotta il marchio Puna
2)      Facciamoci una foto  mostrando la locandina
3)      Postiamo la foto sui social usando l’hashtag  #BycottPuma

Organizziamo una compagna di boicottaggio della Puma in ogni territorio.
Ci sono molti modi per dare seguito alla campagna. Si possono organizzare boicottaggi presso i clienti Puma per fermare la catena degli acquisti, Aderiamo all’appello Palestinese per boicottare la Puma! Insieme possiamo  spingere la Puma  a compiere un passo  verso i diritti dei Palestinesi

giovedì 1 novembre 2018

Non se ne può più del "Prima i dittatori italiani"

Una provocazione di Luciano Granieri, cioè mia.





Sono Comunista , marxista leninista, sposo in pieno i principi della 4° internazionale Trotskista. Come tale  considero Stalin una delle peggiori piaghe per la realizzazione  dell’ideologia comunista. Sono per la condivisione dei mezzi di produzione e non per la loro statalizzazione.  

Dunque non potrei sopportare la visione di un ipotetico tizio    che indossasse  una maglietta con  la scritta “Gulagland”.  Mi farebbe ribrezzo, lo prenderei a botte. Immaginate se oggi un pisquano qualunque  con indosso una t-shirt del genere, facesse bella mostra di se sui social.  Apriti cielo! Dagli ai comunisti! Il pericolo rosso è ancora tra noi! Salvini armerebbe la sua nuova crociata  , pronto ad integrare il   decreto sicurezza con misure ancora più dure verso i centri sociale e le zecche rosse.  L’indignazione fluirebbe severa negli ambienti politici, in quelli dell’informazione, in gran parte dell’opinione pubblica .  E sarebbe giusto così. 

Non sorprende più di tanto, invece,  la foto di  una tizia   (vera  in carne ed ossa- molto più in carne che in ossa) con in dosso una maglietta griffata “Auscwitzland”. La povera  signora, in gita goliardica presso la tomba di Mussolini,  e la sua sguaiata maglietta, hanno invaso in modo virale i social media. In verità qualcuno si è risentito, forse anche indignato, ma la faccenda per lo più è passata ,al meglio, come una goliardata  , al peggio, come la celebrazione di un  drammatico momento storico,  che solo ai più stolti ed ignoranti, può sembrare fulgido.  

La  turgida vena razzista, oggi tanto di moda, che  impreziosisce le pagine Fb e Twitter di tanti sciagurati, aizzati dall’odio sovranista, trova nella simbologia criminale del ventennio, con annesse deportazioni e genocidi, una sorta di legittimazione scritta perfino nella  storia. Qualcuno si scandalizza è vero, invoca il rispetto delle varie leggi (Scelba,Mancino,Fiano) ma poi alla fine cade tutto nel vuoto. 

Francamente mi sarei stufato, di certe barbare esaltazioni, di inopportune giustificazioni, di colpevoli sottovalutazioni. Sono stanco di sentire che il 25 aprile e il 2 giugno sono due ricorrenze divisive.  Chi dividono? I cittadini italiani, tutti, quelli nati qui, o giunti da noi provenienti  da altre parti del mondo, basano  il loro essere italiani, in modo assolutamente unitario,  sulla Costituzione scaturita da quel 25 aprile e sulla forma che la Carta ha impresso ai rapporti sociali della nostra collettività. Chi si sente escluso da ciò che il 25 aprile e il 2 giugno evocano, semplicemente non è  cittadino italiano, anche se nato  Italia. Negare questo significa negare la storia. 

Allora forse un po’ di stalinismo non sarebbe fuori luogo. Il suffragio universale, ad esempio, è una straordinaria conquista, ma considerata l’ignoranza e l’irresponsabilità di certo elettorato, istituiamo una lista elettorale cui necessariamente bisogna inscriversi per votare. Per accedere alla lista ed ottenere la tessera bisogna sostenere un piccolo esame di storia, educazione civica e  diritto costituzionale, una cosa semplice a livello di scuola media.  

Se non si conoscono i fondamenti sociali, politici e culturali della nostra Repubblica è fortemente salutare che non si vada a votare. Un parlamento o ancora peggio un governo che nel corso del suo mandato promulghi  più di tre leggi che presentino elementi d’incostituzionalità  accertati dalla Corte Costituzionale,  va sciolto dal Presidente della Repubblica , e   ai  propri componenti deve essere interdetta l’attività politica. 

E’ vero che la Costituzione consente a tutti i cittadini il diritto di partecipare alla vita politica.  A tutti i cittadini per l’appunto. E  coloro i quali non conoscono la natura solidaristica  posta  alla base della  collettività, o non accettano che l’Italia sia  antifascista, non sono cittadini e come tale non possono esprimersi su qualcosa che non vivono e non conoscono. Basta con il “prima i dittatori italiani”

lunedì 29 ottobre 2018

AL VIA LA GUERRA AI CONTATORI IDRICI

Comitato Acqua Pubblica Frosinone


Il Comitato Acqua Pubblica Frosinone e Provincia, formatosi anche per assistere l'utenza del servizio idrico ed a fronteggiare la privatizzazione della gestione del bene comune acqua a scapito del servizio e delle tariffe, segnala che numerosi cittadini della provincia di Frosinone, in questi giorni, si vedono costretti ad affrontare la problematica relativa alla manomissione e financo all’effettivo distacco dei contatori idrici. Nelle ultime settimane cospicue segnalazioni si sono diffuse tra i residenti provinciali i quali lamentano la venuta di soggetti – che impediscono una loro attuabile identificazione negando il rilascio delle generalità – che con fare aggressivo e intimidatorio minacciano la sottrazione del contatore. «Rincasando ho notato che il lucchetto era danneggiato,lo sportello era  forzato e il contatore era svanito» ha dichiarato una delle vittime di tale vilipendio.
Gli individui responsabili dei gravosi episodi perpetrati ai danni degli utenti di Acea Ato 5 s.p.a,  respingendo qualsiasi forma di interazione con il predetto gestore del servizio idrico, agiscono di propria sponte attuando procedure del tutto prive di fondamento legale eseguite nell’assoluto sprezzo di qualsivoglia forma di leicità: violazione di proprietà privata, danneggiamento agli oggetti e, più di ogni altra cosa, la privazione di un bene primario, l’acqua.
Le persone – immotivatamente – lese si vedono così obbligate, per poter usufruire di un bene che è vitale e a cui ogni essere umano non può rinunciare, a richiedere – a proprie spese –  nuovamente l’allacciamento idrico dell’utenza domestica e/o commerciale.

domenica 28 ottobre 2018

Contro la manovra economica: costruire una mobilitazione di massa

Alberto Madoglio


«È una manovrina, assolutamente sostenibile. L’Europa eviti a qualsiasi costo di fornire argomenti alla propaganda dei sovranisti». «La lettera della Commissione europea è meno dura di quanto si dica. Non è menzionata l’apertura di una procedura di infrazione, come al contrario si fece lo scorso anno nei confronti del governo Gentiloni». Queste affermazioni, rispettivamente di Massimo Cacciari e Franco Bechis, andate in onda giovedì 18 ottobre durante la trasmissione Otto e Mezzo, possono essere utili per fare chiarezza nel dibattito attuale. Persino il filosofo veneziano, strenuo sostenitore dell'Europa capitalista, è costretto a riconoscere che le presunte "misure sociali" presenti nella manovra finanziaria del governo sono in realtà poca cosa rispetto a quanto promesso in campagna elettorale e in occasione della stesura del contratto di governo.
Una "manovra del popolo” o "contro il popolo"?
Se analizziamo nel dettaglio quanto deciso, vediamo che la “manovra del popolo” è in realtà una manovra “contro il popolo”.
Non c’è traccia della abolizione della legge Fornero sulle pensioni: al momento è stata prevista una piccola riduzione dell’età per accedere alla pensione (la cosiddetta quota 100, 38 anni di contributi  e 62 di età anagrafica). Il problema è che mantenendo il calcolo dell’assegno pensionistico col sistema contributivo, prima si va in pensione e più l’importo sarà ridotto. Dopo aver passato una intera vita come “lavoratore povero”, ci aspetta un futuro da pensionato ancora più povero. Inoltre nelle ultime ore voci sempre più concordanti (tra le quali l’agenzia di rating Moody’s che ha emesso un giudizio sulla manovra meno duro del previsto) sostengono che la mini-riforma della Fornero varrà solo per uno, massimo due anni. 
Il famigerato reddito di cittadinanza molto probabilmente si risolverà in qualcosa in più delle elemosine ai poveri già elargite da Gentiloni e, soprattutto, sarà riservato prioritariamente agli italiani purosangue...
A fronte di queste insignificanti mance, come stanno realmente le cose per i lavoratori e per le masse popolari?
Prima di tutto vengono confermati, seppur con qualche rimodulazione, gli incentivi alle imprese capitalistiche (industria 4.0). Viene fortemente ridotta l’Ires (altra imposta a carico delle imprese). L’introduzione di una tassazione agevolata per le partite Iva spingerà molti padroni a licenziare i lavoratori e a riassumerli come finti lavoratori autonomi. L’ennesimo condono fiscale è l’ennesimo regalo ai grandi evasori. La sua estensione a chi ha evaso i contributi a favore dell’Inps è un vero e proprio crimine contro operai e impiegati. È il meccanismo che abbiamo già visto in passato: i capitalisti non versano i contributi, che potranno sanare in comode rate senza interessi; lo Stato dovrà coprire le mancate entrate raccogliendo risorse tramite emissioni di debito. Fra qualche anno un nuovo premier o un nuovo ministro del lavoro ci diranno che i conti dell’Inps sono in disordine, che il debito pubblico è troppo alto, quindi bisogna modificare, in peggio, il sistema pensionistico. Questo mentre i padroni si saranno finanziati a tasso zero (evadendo i contributi anziché chiedere prestiti alle banche). Un vero delitto perfetto.
Il fondo per rimborsare i piccoli risparmiatori truffati dai banchieri non verrà rifinanziato. E per finire, non sono stanziate risorse per il rinnovo contrattuale di 3 milioni di dipendenti pubblici (in scadenza a dicembre 2018). Chi pensava che bastasse una sentenza della Corte Costituzionale per mettere fine una volta per tutte a dieci anni di spending review ha fatto i conti senza l’oste.
Le promesse a “5 Stelle” non durano molto
Se le cose stanno così, come si spiega il fuoco di fila di critiche contro l’azione del governo da parte dell’opposizione del Pd e dei grandi mezzi di informazione che fino all’altro ieri hanno sostenuto manovre ben più draconiane di questa?
Il fatto è che i partiti sconfitti il 4 marzo tentano di far dimenticare le loro azioni, sperando in una sorta di rivincita alle elezioni europee della primavera del 2019. I maggiori quotidiani del Paese, dal canto loro, hanno sempre sostenuto i rappresentanti tradizionali della grande borghesia (sia di centrodestra che di centrosinistra) in quanto più affidabili nel gestire gli affari della borghesia imperialista tricolore. Al momento la loro opposizione non trova grande sostegno attivo tra i loro azionisti di riferimento. Banchieri e padroni si guardano bene dallo schierarsi realmente contro l’esecutivo. Fanno qualche critica e certo avrebbero preferito una manovra economica più “tradizionale” ma allo stesso tempo vedono i loro interessi ben difesi da Di Maio, Salvini e Conte.
La manovra si inserisce in un percorso che era già chiaro dai primi atti del governo. I 5Stelle avevano promesso il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, e abbiamo avuto il Decreto Dignità che conferma il lavoro precario. Avevano promesso una riconversione per l’Ilva che avrebbe messo fine all’inquinamento senza che un posto di lavoro andasse perso, e abbiamo avuto un accordo che lascia senza garanzie (a parte qualche anno di cassa integrazione) oltre 3000 lavoratori (25% del totale, senza parlare dell’indotto). Avevano proclamato legalità e onestà e abbiamo ottenuto un condono per corrotti, mafiosi e evasori.  Avevano detto “no” alle grandi opere e abbiamo Tav, Tap, Terzo Valico ecc. che vengono confermati. Avevano promesso un referendum sulla permanenza nell’euro, ora promettono che mai si romperà con l’Europa del capitale. Più che onesti a 5 Stelle, si dovrebbe parlare di imbroglioni a 5 Stelle.
Costruire una mobilitazione di massa contro il governo
Davanti a una manovra economica di questo tipo ci si aspetterebbe una risposta sindacale senza dubbio diversa da quella che si prospetta leggendo l’intervista rilasciata a Repubblica da Susanna Camusso. La segretaria uscente della Cgil fa delle critiche condivisibili, seppur molto blande, alla politica economica del governo, ma nelle conclusioni si guarda bene dall’annunciare qualsiasi tipo di mobilitazione per opporsi a queste scelte.
Questo atteggiamento risulta ancor più grave che in passato perché, nelle ultime settimane in particolare, si vedono segnali che possono dare il via a un cambio di tendenza nella situazione sociale del Paese: le grandi e diffuse mobilitazioni che si sono svolte in tutta Italia contro la politica razzista portata avanti in particolare dalla Lega, i cortei di studenti delle scuole superiori che in diverse città hanno protestato contro lo stato pietoso della scuola pubblica, sono lì a dimostrarcelo.
Questi piccoli focolai di opposizione avrebbero bisogno di qualcuno che si facesse carico di provare a estenderli a tutti quei settori che subiscono da oltre un decennio il peso di una crisi economica che appare senza via di uscita.  Per quello che dipende dalla direzione Cgil si farà di tutto perché il prossimo autunno sia senza lotte e senza sciopero di un certo peso, così come è stato negli anni precedenti. E lo sciopero di ieri di alcuni sindacati di base, pur costituendo un segnale importante, non è purtroppo sufficiente a invertire la tendenza.
L'atteggiamento della burocrazia Cgil non sorprende: è ormai da tempo immemore totalmente coinvolta e subordinata nella gestione dell’ordine capitalista. La sua presenza negli enti bilaterali, nei consigli di amministrazione dei fondi pensioni, i milioni di euro che riceve dallo Stato per lo svolgimento di attività varie attraverso i Caf, patronati, ecc., sono la base materiale che spinge la Cgil a essere uno dei garanti del mantenimento dello status quo, e il suo enorme apparato ne è la personificazione.
È necessario quindi che tutti i lavoratori e le lavoratrici, nativi e immigrati, insieme agli studenti, non si rassegnino a essere spettatori passivi delle vicende politiche in corso, si organizzino per costruire nelle lotte quella alternativa sociale di classe che ora più che mai è indispensabile.
Alternativa Comunista è e sarà in prima fila nelle lotte e nei processi di riorganizzazione sindacale e di classe. Eravamo in sciopero e in piazza contro il governo il 26 ottobre, stiamo partecipando a tutte le manifestazioni antifasciste e antirazziste, così come sosterremo con convinzione la prossima conferenza nazionale del Fronte di Lotta No Austerity (Modena, 10-11 novembre) che al momento si pone come l’unico tentativo di unificare le mobilitazioni al di là delle differenti appartenenze sindacali, con lo scopo di organizzare, sviluppare ed estendere l’opposizione dei lavoratori agli attacchi che governi e padroni sferrano nei loro confronti.
Mentre terminiamo l’articolo è giunta notizia che la Commissione europea ha bocciato la manovra. E’ un classico gioco delle parti, probabilmente legato alle prossime elezioni europee. Si aprirà ora una trattativa tra Roma e Bruxelles per vedere se sono possibili margini per un accordo.
Per parte nostra confermiamo quanto scritto: né con Bruxelles né con i sovranisti tricolori. Per una federazione socialista europea!