mercoledì 2 gennaio 2019

Non posso tacere

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo




Sono un cittadino italiano, la mia opinione varrà quindi per un sessantamilionesimo.
Non posso associarmi al coro di consensi al discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.
In quel discorso, in cui molte cose vere, buone e giuste sono state dette da una persona egregia per cui nutro profondo rispetto, convinta stima e sincero affetto, due sono state omesse, e la loro omissione è grave e dolorosa, poiché essa occulta e banalizza due mali che tutti vediamo ed a cui tutti dovremmo opporci, dal Presidente della Repubblica fino all'ultimo dei cittadini.
La prima cosa: con la politica di persecuzione dei migranti, di omissione di soccorso dei naufraghi, di istigazione all'odio razzista, il governo italiano in carica sta commettendo un vero e proprio crimine contro l'umanità e sta trasformando di nuovo il nostro paese in un barbaro regime razzista.
La seconda (ma solo in ordine cronologico): con il cosiddetto "decreto sicurezza" è stato consumato un colpo di stato razzista che introduce in Italia elementi di apartheid, che viola la Costituzione della Repubblica Italiana, che viola fondamentali diritti pertinenti a tutti gli esseri umani.
Queste due cose andavano dette, averle taciute - al di là delle intenzioni - favorisce il golpe razzista in corso.
Sarei assai grato al Presidente della Repubblica, che pure in questi mesi a me è sembrato che ripetutamente abbia dato segno di essersene reso conto, e ripetutamente abbia dimostrato il suo impegno a contrastarle, se volesse aggiungere almeno ora a quel suo discorso mutilo le parole necessarie di contrasto al razzismo e al golpismo del governo, di difesa nitida e intransigente della Costituzione repubblicana e dei diritti umani di tutti gli esseri umani che il governo in carica criminalmente viola.

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