sabato 23 febbraio 2019

Potere al Popolo e lo shock del debito pubblico

Assemblea Territoriale di Potere al Popolo Frosinone





Giovedì scorso, 21 febbraio l’assemblea territoriale di Potere al Popolo ha   organizzato a Ceprano  un incontro dal titolo “aboliamo il debito pubblico”. Il convegno è stato indetto per smascherare le reali finalità delle politiche fondate sul debito vera arma d’imposizione del verbo neoliberista. Hanno partecipato, Marco Bersani di Attac Italia, uno dei principali animatori,  con la sua associazione, del referendum sull’acqua pubblica del 2011, nonché  profondo conoscitore e divulgatore del tema  “debito”attraverso articoli di giornali e pubblicazioni  fra cui  Dacci oggi il nostro debito quotidiano” pubblicato da Drive Approdi;  Giorgio Cremaschi portavoce nazionale di Potere al Popolo;  Carla Corsetti segretario nazionale di Democrazia Atea e membro del consiglio nazionale di Potere al Popolo;  e il sottoscritto dell’assemblea territoriale di PaP in qualità di moderatore. Hanno contribuito alla discussione altri interventi, tra cui quello della D.ssa Elisabetta Canitano del coordinamento nazionale di Pap; di  Luigi Sorge del Partito Comunista dei Lavoratori e  di Severo Lutrario . Contributi utili    ad animare un dibattito estremamente proficuo.  In particolare l’acquisita e rafforzata consapevolezza   da parte dei convenuti   che, disarmare  l’ordigno letale   del debito, vero e proprio shock usato dall’ultraliberismo per imporre le proprie ricette affamatrici del popolo, è una operazione ineluttabile per assicurare il successo di ogni conflitto sociale.

Di seguito, prima dei video dei relatori, proponiamo alcune riflessioni.

 Ci sono dei concetti logicamente dimostrabili che con il passare del tempo, chissà perché , diventano atti di fede. Si trasformano cioè in postulati non più confutabili . Uno fra questi è il concetto di debito riferito agli Stati e  alle singole comunità. Il debito pubblico   è un’ineluttabile piaga biblica, una sorta di invasione della cavallette  inviata da una strana  divinità, il Dio Mercato,  contro quei Paesi che hanno sperperato i propri denari  assicurando sanità, scuola, e servizi pubblici. Elementi   necessari a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana .  Oppure hanno consentito agli anziani di godersi una pensione decente in grado di sopportare al meglio le angherie del tempo.  Il Dio mercato, appunto, altra entità assurta a trascendenza divina. Guai ad indispettire questo Dio che si deprime ed emette sentenze di sciagura se le piazze finanziarie  vanno in ribasso, e si esalta se l’indice Ftse Mib cresce, se  azioni, bond, derivati finanziari, diventano ipertrofici  alimentandosi dei profitti dell’economia reale, quella cioè che consente a tutti noi di condurre una vita decente. 

Ecco vorremmo  proferire qualche irriverente bestemmia contro questo Dio e la piaga del debito che egli ci ha inviato .  Il debito pubblico italiano al 2018 era di 2.317 miliardi di euro, il che comporta un costo per interessi di circa 60 miliardi di euro, più o meno all’anno. E’ possibile che tutti questi buffi siano stati  causati da uno stato sociale così magnanimo versi i suoi cittadini? Se fosse cosi vivremmo  tutti con un reddito di cittadinanza  almeno di 1.500 euro, avremmo di fatto  sconfitto  la povertà. Invece emerge che all’aumentare del  debito sono aumentate le diseguaglianze e il numero di persone in difficoltà economica . 

Dunque il postulato non solo è confutabile ma è anche fallace e truffaldino. Emerge infatti che   dal 1992 ad oggi, eccetto il  2009 e il 2010 i bilanci dello Stato hanno chiuso sempre in avanzo primario, ossia le  entrate fiscali hanno superato le spese per servizi ai cittadini .  Il nostro Paese vanta il  record mondiale di avanzi primari ottenuti per ben 26 anni. Nessuno Stato è riuscito a massacrare per così tanto tempo i propri cittadini come il nostro, privandoli anno per anno di tutti i diritti sanciti dalla costituzione, al contrario, sommergendoli di tributi, quasi totalmente  pagati dal lavoro dipendente.  

Dunque il debito è costituito SOLO  dalla spesa per interessi. Ma allora se per 26 anni ci hanno massacrato come si è prodotto questo enorme buco? La responsabilità è proprio del Dio mercato che, prima attraverso attacchi speculativi affama il presunto peccatore, e poi esige da lui l’espiazione. 

Nel 1992, ad esempio,  la svalutazione della lira determinata da un attacco speculativo allo SME,  provocò il saccheggio di beni pubblici  e servizi pubblici da parte dei potentati finanziaria . Non solo ,per  la pressione del Dio Mercato  gli interessi sui titoli di Stato salirono in modo esponenziale aggravando l’entità del debito.  

Poi iniziò la litania di Maastricht, quando a tutti i costi bisognava aderire al progetto unificatrice dell’Europa del tutto asservita al Dio mercato, è da lì che nacque l’obbligo di rispettare il rapporto deficit/pil al 3% per entrare nell’agognato ed  esclusivo club. Oggi  parlare di Unione  Europea è un non senso. Ci troviamo davanti ad una grossa area di mercato definita  dall’ euro, dove 19 economie diverse si scannano fra di loro,  dove i cittadini più deboli , saranno sempre più deboli e più numerosi, mentre i  più ricchi saranno sempre più ricchi e più rari. 

Negli anni della crisi finanziaria globale, 2007-2009  alcuni  Stati europei, fra cui l’Italia, s’indebitarono acquisendo prodotti in cui all’interno c’erano di titoli tossici superspeculativi, sgravando così le banche d’affari dell’immondizia finanziaria generata dalla speculazione. 

Infine  arriviamo al 2011, quando  un ulteriore attacco speculativo, non più arginabile con politiche di difesa  monetaria (siamo nell’euro), aveva portato il differenziale del tasso d’interesse con i bund tedeschi a 500 punti base   aumentando notevolmente il debito per interessi. 

Queste dinamiche non hanno fatto altro che alimentare a dismisura i profitti delle multinazionali della finanza e delle banche d’affari per un importo pari nel 2017 a 467.279 miliardi. Dunque se il colpevole è il Dio Mercato   perché dovremmo essere noi a  pagare ? 

Ad esso aggiungiamo che le politiche adottate dai governi, passati e presenti, tese a favorire grandi aziende e multinazionali  , hanno realizzato una drastica diminuzione della progressività fiscale producendo una riduzione di entrate tributarie a carico dei più ricchi  calcolata dal 1974 ad oggi in 146 miliardi.  L’emissione di ulteriore titoli  a  compensazione di tale ammanco  ha portato un aumento del debito per altri 295 miliardi di euro. 

La domanda che poniamo è la seguente. Perché in nome del pagamento di un debito prodotto dalla speculazione finanziaria e dalle agevolazione concesse a ricchi e multi nazionali noi dovremmo  sopportare gli enormi ostacoli che impediscono  il pieno sviluppo della persona umana?

I video sono di Giuseppe Guerrera

Luciano Granieri



Carla Corsetti



Marco Bersani




Giorgio Cremaschi

1 commento:

  1. "Oggi parlare di Unione Europea è un non senso. Ci troviamo davanti ad una grossa area di mercato definita dall’ euro, dove 19 economie diverse si scannano fra di loro, dove i cittadini più deboli , saranno sempre più deboli e più numerosi, mentre i più ricchi saranno sempre più ricchi e più rari."

    Con un po' di ritardo ci state arrivando. Però state ancora al fuochino fuochino. Serve un altro sforzo, ma vedete di metterci meno tempo di quello che vi è servito per pronunciare la frase citata.

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