venerdì 26 aprile 2019

Come lo festeggi tu il 25 aprile?

Luciano Granieri Antifascista


Carla Corsetti, Silan Ekinci, Giovanni Morsillo 

In quale veste sei qui oggi?” Questa è la domanda che ieri, 25 aprile, mi ha posto Giovanni Morsillo Presidente Provinciale dell’ANPI. Eravamo a Ceprano. Stava per iniziare il convegno pomeridiano  organizzato da Potere al Popolo di Frosinone con la partecipazione dell’ANPI, di Democrazia Atea dal titolo: Itala e Kurdistan storie di  Partecipazione democratica. Ospite Silan Ekinci attivista curda la quale  , proprio insieme a Giovanni, avrebbe provato mettere in relazione  la resistenza curda con  quella partigiana. 


Già in quale veste ero lì? Come iscritto a PaP, ma anche come iscritto all’ANPI. La risposta non era così scontata. La  mattina avevo partecipato ai festeggiamenti del 25 aprile a Frosinone, davanti alla stele dei Martiri Toscani.  Ero li in veste di militante di PaP?  Come ANPI? Certamente, ma anche come attivista degli amici della Mezzaluna Rossa Palestinese. Insomma un rebus. Alla fine ho trovato la risposta.   

Ho festeggiato il 25 aprile da antifascista. Pur   nella gioia di vedere una buona partecipazione di giovani, sia a Frosinone che a Ceprano, una cosa mi ha fatto male. Silan, il cui racconto sui soprusi subiti del popolo curdo è stato angosciante, quanto terribile ,  auspicava  che un giorno anche la sua gente avrebbe potuto festeggiare un 25 aprile. Ma come? Un popolo vessato, pur  indomito e resistente invoca,  e forse ci invidia, il grande  valore  del  25 aprile e noi, che godiamo di quanto quella lotta ci ha dato in termini di dignità umana,    lo svalutiamo  sotto una serie di distinguo, di ambigue prese di posizioni? Questa riflessione mi ha molto intristito .  

Solo qualche mese fa, era la fine di agosto, a Castelliri  ho assistito ad un esaltante concerto di Goran Bregovic , il cui culmine si è  raggiunto quando il musicista, di madre serba e padre  croato,  ha eseguito, non senza orgoglio e felicità “Bella Ciao” come se fosse un canto  suo.  Un   inno  di liberazione universale  gridato  in tutte le piazze,  da Istanbul ad Honk Kong, da Atene a Parigi, che tutto il mondo ci invidia,  solo nel luogo d’origine è visto come un elemento divisivo. Divisivo di che?  In che modo quel canto  potrebbe dividere   un popolo liberato dalla lotta antifascista? Chi considera la liberazione ottenuta con la resistenza un fatto di parte è fascista. 

Ecco perché mi considero antifascista prima di ogni cosa . Perchè sono contro quei fascisti che in l’altro ieri hanno inneggiato a Mussolini a Piazzale Loreto, che invocano i gerarchi dalle curve dello stadio. Ma sono anche contro colori i quali considerano il 25 aprile come la messa in scena di un derby fra opposti estremismi,  questi  sono i fascisti della peggior specie.  

Fascista  è chi dice di non essere né di destra né di sinistra.  Fascista è chi giustifica le intemperanze dei militanti di Casapound e di Forza Nuova derubricandole a semplici goliardate, fascista è chi consente a queste forze di partecipare  alle elezioni.  Fascista è chi  ordina lo sgombero delle case popolari  occupate da poveracci,  ma   non ha il coraggio di sgomberare i nipotini del duce  del terzo millennio dall’elegante  palazzetto di proprietà dello Stato  che abusivamente occupano.  

Fascisti sono i sovranisti nazionalisti  fautori del motto Dio Casa e Famiglia.   Fascisti sono coloro che si spacciano per difensori degli interessi popolari ingegnandosi invece  nell’alimentare la propria consorteria elitaria. 

Fascista è colui che, rinnegando la propria provenienza , il 25 aprile del 2017  fece   sfilare gli iscritti del suo partito con  le bandiere europee,  rivendicando  l’obiettivo  non già di celebrare i partigiani , vecchi orpelli di un passato da rottamare , ma di esaltare  personaggi di sicuro valore nei loro rispettivi campi, ma che nulla avevano a che fare con la resistenza. 

 Potrei andare avanti all’infinito. Come è evidente  siamo circondati dai fascisti, forse non ce ne siamo mai liberati. Ecco perché bisogna essere prima di ogni altra cosa  antifascisti senza se e senza.  Esibire in modo palese il proprio antifascismo cantando  a squarciagola  Bella Ciao in ogni occasione, anche in chiesa come fece Don Gallo.  Restando umani e antifascisti sempre, oggi domani e dopo domani, forse la speranza in un mondo migliore non si spegnerà definitivamente.  

P.S. A Bella Ciao preferisco Fischia il Vento ma questa è un’altra storia.

Il 25 aprile a Frosinone



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