martedì 27 agosto 2019

"Aridatece glie pallone e jateuenne a casa, assi' finisce sta' commedia".....così si risolve la crisi di governo

Luciano Granieri

con tutto il rispetto per le scimmie



Un golpe costituzionale

Mio nonno non era appassionato di calcio. Poco tollerava  fenomeni di coinvolgimento di massa come il pallone .  Guardava le partite distrattamente rassegnato al fatto che, o cambiava stanza, o doveva  rimanere con noi  ragazzini che negli anni ’60 seguivamo le gesta di Losi, Mazzola, Rivera, Riva,  in bianco e nero, dall’unica TV di famiglia. Mio nonno, in particolare, non sopportava il gioco scorretto : ad esempio quando un calciatore, buttava volontariamente  la palla in fallo laterale per evitare guai peggiori,  o si rotolava a terra fingendo chissà quale malanno per perdere tempo quando la sua squadra era in vantaggio. Già il calcio non l’appassionava, ma quando vedeva certe sceneggiate si arrabbiava proprio. Una volta lo sentii urlare: “ Ce teneua da sta’ i’ a fa gli arbitre, da mo’ che saria strillate “ Iamme, ridateme glie pallone e jateuenne tutti a casa, assì finisce sta’ commeddia”  Non so se l'idioma ciociaro è riportato fedelmente, però traduco: “Dovevo starci io a fare l’arbitro, avrei già urlato: forza ridatemi il pallone, andatevene tutti a casa così finisce  questa sceneggiata”. 

Ecco a me piacerebbe che Mattarella facesse come mio nonno   e ponesse fine all’infimo teatrino  che  politicanti maneggioni e cialtroni stanno mettendo in scena durante  questa crisi di governo.  Se fossi Mattarella caccerei tutti dal Parlamento . Li  manderei a studiare fino alla fine della legislatura e oltre, per imparare, ad esempio, che i cittadini eleggono il Parlamento, non il Governo Solo dopo essermi accertato dell'alfabetizzazione dei Parlamentari riaprirei le Camere . Imporrei il silenzio nell’agone politico dentro e fuori le istituzioni  perché di cazzate ne sono state dette e fatte tante. 

Nel frattempo istituirei un governo di "solidarietà  costituzionale", fatto da pochi ministri,  con pieni poteri.  Tutti costituzionalisti,  storici e filosofi, a cui sarebbe affidato il compito di portare avanti una legislatura di Solidarietà della Costituzione , basata  in particolare gli art.2 e 3. Cioè il riconoscimento e la garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo,   la rimozione degli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza  dei cittadini.  

 Un esecutivo che guardasse anche alla Carta dell’ Onu, in particolare agli  articoli 55  e 56 in cui gli Stati aderenti sono obbligati a realizzare  l’elevamento dei livelli di vita dei cittadini, il pieno impiego,  condizioni di progresso e di sviluppo nell’ordine economico e sociale…. il rispetto universale ed effettivo dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali per tutti senza distinzione”.  Se il rispetto di questi obblighi contrasta come è evidente con le politiche di austerity della UE, la stessa Carta dell’Onu impone di non tenere conto dei trattati europei. Infatti all’articolo 103 è scritto: “ In caso di contrasto fra gli obblighi contratti dai Membri delle Nazioni Unite con il presente statuto, e gli obblighi da essi assunti in base a qualsiasi accordo internazionale prevarranno gli obblighi derivanti dal presente Statuto”. Tradotto: fra l’obbligo di rispettare il rapporto debito/pil  e l’obbligo di elevare i livelli di vita, e realizzare  il rispetto universale ed effettivo dei diritti dell’uomo , prevale il secondo. 

Mi rendo conto che costituzionalmente il mio discorso è gravemente viziato dall’esautorazione del Parlamento in una Repubblica Parlamentare. Ma un Parlamento formato da gente totalmente ignorante, non può svolgere rappresentanza di alcun tipo né “adempiere con onore e disciplina al suo mandato  art. 54 Cost. 

Sarebbe uno strappo costituzionale enorme? Certo ma per far rispettare meglio lo spirito della  Carta.   Si tratta di un’emergenza democratica reale che, se è grave e pericolosa come i più asseriscono, non basta cambiare colore ad un governo , ci vuole  il golpe: un “golpe costituzionale necessario a porre  al centro i principi di solidarietà ed eguaglianza finalizzato a ripristinare una convivenza civile degna di questo nome senza odi e rancori. Insomma: “ardatece glie pallone, jateuenne a casa assì finisce stà commeddia”.  

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