Visto che spesso ci accusano di essere utopisti e poco
pratici, stavolta affidiamoci alla freddezza dei conti.
Il debito pubblico
italiano è arrivato a 2.436 miliardi di euro. Secondo una stima di Deutsch Bank
il patrimonio pubblico totale è di 571 miliardi. E’ evidente che anche
vendendoci il Colosseo non potremmo mai "apparare" tutti i buffi. Viene fra l’altro il dubbio che i creditori
non vogliono il ripianamento debitorio , infatti quale banca presterebbe
2400 miliardi a chi ha un patrimonio pari quasi ad un quinto di quanto dovrebbe
restituire? Evidentemente è meglio non rinunciare a 60 miliardi d’interessi sicuri all’anno. Ed è proprio la spesa per interesse ad
alimentare il debito in un circolo vizioso. Infatti se andiamo a considerare la
differenza fra le uscite e le entrate che
lo Stato incassa in tributi al netto dell’evasione, ci rendiamo conto che
queste ultime superano le prime. Cioè
entrano più tasse rispetto a quanto si spende per il benessere della collettività.
Siamo dunque
rovinati? Nient’affatto. Infatti , secondo
una stima della Banca d’Italia, i patrimoni privati ammontano a 9.743 miliardi
di euro solo per i beni e servizi dichiarati, cioè al netto dei capitali
trasferiti nei paradisi fiscali.
Dunque l’equazione matematica è molto
semplice.
Per azzerare il debito pubblico, risparmiando gli interessi , basta
prendere i soldi dove ci sono, cioè nelle tasche di quei soggetti privati titolari di quasi 9.800 miliardi di patrimoni
.
In particolare, se espropriassimo solo
4.743 miliardi da questo tesoretto, avremmo i soldi per azzerare il debito pubblico con annessa spesa per interessi , in più avanzerebbero altri
2.300 miliardi per, ad esempio, nazionalizzare e riconvertire l’Ilva, creando posti di lavoro non nocivi , evitando
di avvelenare i cittadini. Avremmo la
totale libertà di mandare a quel paese i pescecani di ArcelorMittal, previo
pagamento di danni ed indennizzi, e fargli pure concorrenza nel mercato dell’acciaio. Si potrebbero riportare sotto il controllo della collettività, asset strategici
come Alitallia.
I Comuni, anziché arrabattarsi con le miserie che il patto di
stabilità interna lascia loro, costringendoli a svendere le città ai privati, potrebbero ricevere finanziamenti per attuare
politiche di riconversione energetica degli immobili residenziali e comunali a titolo gratuito. Vi
immaginate quanti piani industriali di riconversione produttiva ecologica potrebbero partire, sfruttando le ricerche
scientifiche delle nostre università, anch’esse, come l’intero comparto dell’istruzione,
da rivitalizzare con una tale ingente mole di denaro? Oppure quanto potrebbe giovarsi la sanità
pubblica da questa operazione?
Come
fare? Semplice. Dal momento che la suddetta ricchezza (9.473 miliardi) in mano a pochi
fortunati è rappresentata per il 95% da
patrimoni finanziari ed immobiliari, è sufficiente una bella patrimoniale sull'accumulazione e sugli immobili, in particolare quelli vuoti, fonte di
speculazione immobiliare , oltre che, come propone Potere al Popolo, un tassa extra
del 10% sui redditi dell’1% dei soggetti più ricchi
Sarebbe una
grande operazione di redistribuzione del reddito che farebbe ripartire alla
grande l’economia reale, ma anche una
sorta di riappropriazione di quanto indebitamente sottratto alla popolazione.
Giova ricordare che tali fortune sono state accumulate attraverso lo
sfruttamento del lavoro altrui - con una
continua e scientifica sottrazione di redditi dal lavoro a favore
della speculazione finanziaria – con l’evasione fiscale, la corruzione e il dispiegarsi
di criminali sistemi tangentizi.
Si tratterebbe quindi di riprendersi il mal
tolto. Potere al Popolo ha provato a sensibilizzare e coinvolgere quanti più
cittadini possibile nelle piazze di molte città in questa pianificazione di
riappropriazione “DEBITA” e nonostante il silenzio dei media pare che l’operazione
abbia avuto successo. Si dirà è lotta di classe? Sicuramente, ma è in primo luogo una semplice una operazione matematica.
Per sapere di più sulle manifestazioni organizzata da da Potere al Popolo clicca qui
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