Se si rilegge con
attenzione il punto 20. del Contratto di governo, firmato nel 2018 da M5S e
Lega, appare chiaro che i loro capi miravano a disgregare la Repubblica della
Costituzione, riducendo la rappresentatività del Parlamento, come preteso dal
M5S fautore della democrazia dei clic, e attribuendo alle Regioni l’autonomia
differenziata, come preteso dalla Lega federalista e secessionista.
Così, prima
M5S e Lega, poi M5S e PD, con i governi Conte I e II, hanno operato, senza
discontinuità, per ridurre il numero dei parlamentari e attribuire l’autonomia
differenziata alle Regioni.
Oggi, per far passare questo loro progetto
eversivo, M5S e PD vogliono far credere che “il taglio delle poltrone” farà
risparmiare miliardi di euro e che l’autonomia differenziata non danneggerà i
cittadini, perché, secondo il progetto di legge del ministro Boccia, essa si
farà insieme alla definizione dei LEP, cioè dei livelli essenziali delle
prestazioni relative ai diritti civili e sociali, che devono essere garantiti
su tutto il territorio nazionale.
Argomenti falsi e bugiardi! Se l’obiettivo
fosse stato davvero il risparmio, sarebbe stato ben più semplice ridurre dello
stesso 36,5% i compensi, anziché il numero dei parlamentari; riduzione, che, senza
cambiare la Costituzione, sarebbe entrata in vigore subito e non dopo il
rinnovo del Parlamento, previsto per il 2023, cioè ben cinque anni dopo.
Tanto
rumore per risparmiare non miliardi, ma un ridicolo 0,007% del bilancio annuale
dello Stato, cioè, secondo i dati del 2019, sì e no 61 milioni su quasi 870
miliardi di euro? Per la definizione dei LEP, poi, la truffa è ancor più
evidente, perché, per l’art. 117 della Costituzione, deformata nel 2001 dal
centrosinistra, i LEP sono materia di legislazione esclusiva dello Stato, che
non deve contrattarli con le Regioni, che devono invece attuarli, e perché il
progetto Boccia prevede che l’autonomia differenziata diventi comunque
operante, se dopo un anno dalla sua attribuzione i LEP non siano stati ancora definiti. Se per definirli non sono bastati venti anni, quanti ce ne metteranno per
attuarli davvero?
Poiché siamo di fronte a un progetto eversivo della
Repubblica parlamentare una e indivisibile della Costituzione, noi pensiamo che
ogni buon cittadino abbia il dovere di opporsi con ogni mezzo lecito
all’autonomia differenziata prevista dal progetto Boccia e alla riduzione del
numero dei parlamentari. Come? Se non altro, invitando a votare e votando NO,
il 29 marzo; sapendo che, se vince il SÌ, i signori dei partiti maggiori, forti
della vittoria referendaria raggiunta, approveranno oltre all’autonomia
differenziata, anche altri “ritocchi” della Costituzione – l’appetito vien
mangiando! – e una legge elettorale, che rafforzi ancora il loro governo contro
il nostro Parlamento.
Mentre, se vince il NO, noi potremo pretendere e
ottenere:
1) una legge costituzionale, che abroghi il terzo comma dell’art. 116
o almeno lo riscriva, per rendere ben evidente che esso discende coerentemente
dall’art. 5 della Costituzione, che riconosce e promuove le autonomie locali
come uno dei suoi principi fondamentali, garantendo così sia l’unità
indivisibile della Repubblica sia l’uguaglianza nei diritti fondamentali dei
cittadini su tutto il territorio nazionale.
2) una legge elettorale, che
finalmente permetta a chi vota di scegliersi sempre e comunque con voto
personale e diretto chi lo rappresenti, così da contribuire per via democratica
sia al rafforzamento del Parlamento sia alla correzione di alcune evidenti
storture della vita parlamentare
Salviamo gli usi, evitando gli abusi!
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