martedì 31 marzo 2020

In tempi di coronavirus ascoltiamo un disco insieme

Luciano Granieri





Sul mio motorino rosso stavo percorrendo la strada che porta  alla stazione, quella che passa in mezzo ai palazzoni di edilizia popolare.  Fra il manubrio e il fanale anteriore era infilato un disco tenuto saldo dai cavi dell’acceleratore   e dei freni.  L’ellepi era Now he sings, now ho sobs, di Chick Corea.  Stavo andando a casa di un mio amico il quale mi voleva far sentire a sua volta  un disco di John Coltrane. Io  gli facevo ascoltare Corea, lui mi proponeva Coltrane. 

Questo scenario mi è apparso come una visione   prendendo in mano il disco Now he sings, now he sobs. In tempi di Coronavirus le giornate trascorrono anche riordinando i propri libri o dischi, nel mio caso di jazz. Proprio compiendo questa operazione mi sono passati  per le mani tanti capolavori, e in particolare il disco di Corea. 

L’ho estratto dal gruppo degli altri LP, ho guardato la copertina, me lo sono rigirato fra le mani quasi per apprezzare il contatto di quel cartone ormai un po’ liso , involucro di un disco straordinario. Ho letto le poesie che sono scritte nella parte interna della copertina, ho estratto il vinile e ho iniziato ad apprezzare, nota per nota, pulsione per pulsione, tutto quanto era inciso in quei solchi. Ho pensato che, nonostante la preoccupazione per la salute - sia mia che dei mie cari, in particolare di mia madre e di mia suocera che hanno abbondantemente  passato gli ottant’anni -nonostante l’ansia del  mio lavoro che si è praticamente fermato con le inevitabili  drammatiche conseguenze economiche , un po’mi ritengo fortunato.  

Sono vittima, come tutti ,dei disastri sociali portati alle estreme conseguenze dalla pandemia,  ma originati  da un sistema in cui l’accumulazione è legge, dove  impera il predominio dell’avere sull’essere, la logica dell’arricchimento ad ogni costo, l’esaltazione dell’individuo come imprenditore di se stesso - base malsana su cui si è costruito    un individualismo sfrenato  che alimenta una feroce guerra fra poveri -ma sto cercando di resistere. 

Ancora non mi ha colto   la disabitudine diffusa a non soffermarsi sulle note di un disco, sulle frasi di un libro, sui tratti di un quadro, o semplicemente su le meraviglie della natura. Questa è la mia  fortuna.  E’ rimasto l’unico baluardo di resistenza. In questo periodo di distanza sociale imposta dal virus, ma forse auspicata da certe èlite, non saper più apprezzare la bellezza e  le manifestazioni della creatività umana, porta dritto all’abisso.  

Dopo le cantate sui balconi niente.  Tutto  si veicola da un device:  Spotify, gli audio libri. Anche l’espressione creativa deve essere consumata in fretta, in pillole, perché bisogna correre, non si ha tempo. Ecco la perdurante quarantena di tempo ce ne sta donando  a iosa, il problema è che ci si accorge  di non sapere che farsene. 

Il video che segue è un tentativo di tornare a quel periodo in cui con alcuni amici appassionati di jazz, condividevamo l’ascolto dei dischi, ne parlavamo, ne apprezzavamo la musica. Ecco io voglio condividere con chi vorrà avere la bontà di seguire il filmato, tutto le emozioni di Now he sings, now he sobs di Chick Corea.  Grazie per l’attenzione  e Buona Visione.


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