Luciano Granieri
Fra la fine di marzo e l’inizio di aprile il consiglio comunale di Frosinone si è impelagato nella crisi israelo-palestinese, consciamente o inconsciamente. Ha approvando all’unanimità una delibera in cui si adottavano le definizioni di antisemitismo, formulate dall’agenzia internazionale IHRA (Alleanza Internazionale per la memoria dell’Olocausto), come strumento concreto nella lotta all'antisemitismo. Tali definizioni vengono interpretate ed applicate in molti Paesi europei ed in Nord America.
A seguito della collaborazione fra il sindaco e un esponente dell’associazione “Amici di Israele”, Luigi Yitzhak Diamanti , l’assessore Mastrangeli ha approfondito, forse, le prescrizioni dopo aver partecipato ad una video conferenza inserita in una serie di incontri organizzati dall’IHRA. Ciò per sensibilizzare tutti gli enti locali europei sulla necessità di adottare principi comuni nella definizione di antisemitismo.
Evidentemente l’operazione era improntata alla strumentalizzazione dell’Olocausto e dell’Antisemitismo per giustificare tutti le nefandezze che il Governo d’Israele, sta compiendo ai danni delle popolazioni arabo-palestinesi di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est. Come ad esempio il recente sfratto, da parte israeliana, di 250 mila palestinesi dal quartiere Skeikh Jarrah a Gerusalemme est, compiuto in chiara violazione del diritto internazionale. Un abuso che ha innescato l’ennesima strage sui territori il cui bilancio parla oggi di 119 morti fra cui 31 bambini e 19 donne.
Fra le varie definizioni dell’IHRA spicca quella secondo la quale è esempio di antisemitismo negare al popolo ebraico il diritto di autodeterminazione, ad esempio affermando l’esistenza di uno Stato d’Israele come un’entità razzista”. Ma è antisemitismo affermare che lo Stato d’Israele è di fatto un’entità occupante che da mezzo secolo a questa parte ha violato e viola risoluzioni Onu e norme di diritto internazionale? La cacciata di 250mila palestinesi dalle proprie case nei quartieri di Gerusalemme Est non è forse un’operazione tesa ad assicurare una maggioranza ebraica nella città attraverso una vera e propria sostituzione etnica di popolazioni palestinesi con coloni israeliani? Sempre in palese violazioni della norme internazionali?
Accusare di antisemitismo chi denuncia questi comportamenti, significa, attribuire un valore sacrale e insindacabile ad occupazioni, deportazioni, sostituzioni etniche, e garantire ad Israele l’impunutà assoluta ad ogni misfatto.
Si rendono conto, il sindaco Ottaviani, la sua giunta e tutto il consiglio, che approvare l’ordine del giorno sull’adozione delle definizioni di antisemitismo proposte dall’IHRA, ha significato concorrere a fornire una giustificazione al governo di Israele per portare continuare il suo piano di occupazione e violazione dei diritti umani?
Il contrasto all’antisemitismo e alle teorie negazioniste e cospirazioniste sull’olocausto è un’operazione tremendamente seria e chi la usa per giustificare comportamenti altrettanto prevaricatori e lesivi dei diritti di altri popoli, la destabilizza, la mistifica, peggio di quanto possano fare negazionisti e antisemiti .
L’amministrazione comunale, sottovalutando, o ignorando, che quella delibera non era altro che la promozione di un atto strumentale si è resa complice, in nome della lotta all'antisemitismo, delle nefandezze del governo israeliano. Il sindaco Ottaviani è un maestro nel cogliere strumentalmente qualsiasi occasione ne possa accrescere il consenso, le foto della sua mano vergata con cifre scritte a penna ad imitazione dei terribili tatuaggi con cui venivano marchiati di prigionieri di Auschwitz avevano proprio l'obieittivo di avvalorare le definizioni dell’IHRA, la giunta ne ha seguito, prona, il percorso, ma questa volta, e la cosa non sorprenda, sono stati consenzienti anche i consiglieri di minoranza appartenenti al così detto centro sinistra.
Mentre ci si balocca con improbabili definizioni sull’antisemitismo e sull’olocausto in Palestina civili, donne e bambini stanno continuando a morire sotto i bombardamenti israeliani. Sarebbe bene che le conseguenze di certe posizioni venissero bene ponderate da chi riveste un minimo di rappresentanza istituzionale anche a livello locale.
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