giovedì 30 agosto 2012

stiamo tutti bene

Giovanni  Morsillo

 I tamburi di guerra della classe padronale e del suo governo di corsari finanziari stanno battendo da giorni la "necessità" di completare la cancellazione della Riforma sanitaria del 1978 tornando alla struttura iniqua e fallimentare delle mutue, dopo una pressoché totale sostituzione del servizio pubblico con quello a pagamento (intramoenia è una brutta parola che nasconde una ancor peggiore realtà).
Comprendiamo perfettamente che per lorsignori questa sia una vera e propria "necessità", appunto, avendo a prova di questa nostra consapevolezza quanto ci disse Enrico Berlinguer nel 1979 in un corso di formazione a Frattocchie. Egli sostenne che tale riforma introduceva nel sistema giuridico e sociale italiano "elementi di socialismo" poiché, prima di tutto, riconosceva che la salute è un diritto, non una merce, e che pertanto spetta allo Stato garantirne la salvaguardia per chiunque ne abbia bisogno sul nostro territorio, inclusi delinquenti, stranieri, incapienti (poveri), senza alcuna distinzione di nessun tipo.
Problema diverso è la gestione di quello strumento di civiltà non solo teorica, che comunque non viene migliorata dall'intramoenia in fatto di risparmi e di efficienza. Certo, lo Stato, che continuerà ad incassare le nostre tasse sulla salute, poi abbandonerà i cittadini malati agli appetiti dei medici che faranno i liberi professionisti nelle strutture pubbliche. I cittadini che potranno pagheranno quindi due volte il loro diritto alla salute, quelli che non potranno pagheranno una sola volta ma non ne usufruiranno.
Che meraviglia il riformismo tecnico! E i cittadini, intanto, intendono continuare così?

Saluti malati

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