martedì 12 febbraio 2013

Carnevale ai tempi della crisi

Luciano Granieri


Il pomeriggio non è particolarmente freddo. Dopo una giornata di neve, tuoni e fulmini, le condizioni meteo sembra posano consentire la sfilata dei carri di carnevale. Dopo aver imposto la chiusura delle scuole in un giorno uggioso di pioggia, ma orfano della temuta neve, dopo aver lasciato aperte le scuole in una giornata in cui la neve è caduta veramente, il sindaco di Frosinone non se la è sentita di prendersi il rischio di fermare il generale Championnet causa maltempo. Dunque via libera ai carri e che Dio ce la mandi buona. Avvicinandomi a Corso della Repubblica, non avverto la solita atmosfera . Urla e schiamazzi restano lontani, giungono ovattati .  Altra sorpresa si trova parcheggio addirittura sotto i Piloni, sarà la paura che sprofondino, o la partecipazione popolare a questo carnevale è veramente misera e poco sentita? Di fronte al monumento di Norberto Turriziani un po’ di gente resta in attesa dei carri, ma non è la solita calca Ragazzi mascherati con i cenci trovati nelle soffitte e nella cantine guerreggiano spruzzandosi con la schiuma da barba sintetica. Qualche spruzzo collaterale fa secco il mio giubbotto, per fortuna non è quello buono. Manca il solito carro che distribuisce il vino, ma la gente ubriaca o strafatta  è presente numerosa .  Ci  tocca dividere due che se le stanno dando di santa ragione mentre i loro amici, anziché intervenire per sedare la rissa, riprendono tutto con il telefonino. Roba buona per You Tube. Sarà il tempo grigio e freddo, sarà che il largo non è pieno come al solito sta di  fatto che sotto un’allegria ostentata e costruita si respira una inesorabile aria di tristezza. E’ proprio un Carnevale triste! Finalmente compare un primo carro. E’dedicato ai cartoni animati di Winnie  the Pooh, non viene molto considerato nemmeno dai bambini. Ormai è chiaro questo è il carnevale dei tempi della crisi. Non ci sono fondi. In un periodo di tagli alla sanità alla scuola, alle funi dell’ascensore inclinato, non si può pretendere che ci sia la voglia di festeggiare. Comunque un poco del fondo della cassa comunale è stato destinato all’organizzazione del carnevale, è un evento storico culturale, non c’è dubbio, ma magari trovare i soldi per assumere i lavoratori della Multiservizi e assicurare un minimo di servizi sociali alla cittadinanza , avrebbe reso quelle facce in attesa di Championnet  un po’ meno tirate nella loro finta allegria. Ma c’è la crisi! E poi c’è da risparmiare per costruire la macchina di San Silverio e Sant’Ormisda, così come fanno a Viterbo  con Santa Rosa!  Frosinone ha ben due santi patroni che meritano di essere scarrozzati dalla cittadinanza per le vie del centro su una sfarzosa e gigantesca costruzione. C’è anche il caso che il nuovo Papa colto da tanto opulento atto di fede scelga il nome di Papa Silverio I. Ma torniamo al carnevale falcidiato dai tagli. Sono talmente evidenti questi tagli che a farne le spese è anche Pippo. Sul carro dedicati ai personaggi della Walt Disney, il povero amico di Topolino si presenta con la testa mozzata di netto. Il capoccione  giace  mesto sul fondo del carro. No! Tagliate tutto ma Pippo no! Finalmente compare , lui,  il generale, ma la musica  che precede  la carrozza  dell’ufficiale francese si sente  appena.  Due trombe, un trombone, un corno francese, qualche tamburo. Tutto qui.  Questo è  quanto rimane  dell’imponente banda che scortava Championnet  nelle precedenti edizioni. Neanche le divise sono concesse ai prodi musici che  devono  intonare la ben nota marcia “essiglie essi glie, essiglie è” vestiti  nell’occasione così come si trovavano per casa. I radecari, pochi per la verità, cercano di coinvolgere gli astanti ma con scarso successo. Patacca e gli ammuto purtroppo sono venuti a mancare e Dio solo sa quanto pesi la loro assenza. Il sindaco fa capolino, niente a che vedere col suo predecessore Marini il quale  non si perdeva per niente la mondo un giro con i radecari.. E del resto nel partito di Ottaviani a fare il buffone ci pensa già abbondantemente il capo, l’unico e il solo ad avere il diritto di farlo.  Insomma nel carnevale dei tempi della crisi il panem è quasi scomparso, sono finiti i fondi per comprarlo  e i circenses si sono nascosti umiliati dai grandi buffoni professionisti  della giocoleria elettorale che in questo periodo di elezioni  imperversano nelle tv cercando di accaparrarsi il voto promettendo mirabolanti imprese  e miracoli . Come è triste il carnevale ai tempi della crisi.

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